Capitolo 31 - Attacco (Parte 2)

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Stranamente ho dormito per quasi un giorno intero e per di più mi sono addormentato con indosso le scarpe. E così non ci impiego molto a rimettermi su, e a darmi una sistemata.

«Inizia ad andare Erik, vado a bagnarmi il viso.». Avverto un dolore lancinante alla testa.

Erik annuisce scomparendo dalla stanza.

Levo lo sguardo sullo specchio ovale; il metallo del lavandino è freddo.

Mi fisso: i miei occhi non sono più quelli di una volta, noto che sono cambiati, evoluti come se qualcosa di malvagio si celasse e si immischiasse con il castano scuro delle mie iridi.

Il rubinetto si apre causando un stridio acuto, e l'acqua che scorre sembra una forza incontrastata. La freschezza del liquido al contatto con la pelle fa rivitalizzare il mio volto assonato.

Per qualche secondo continuo a fissarmi e ad avvertire una strana sensazione, ma rinsavisco recandomi nella stanza accanto, ovvero quella di Daren.

È in piedi, e cammina senza alcun problema. Non si è accorto della mia presenza.

«Come va la ferita?» Gli domando insospettito.

«Benissimo. Hai dormito bene con il sonnifero?» Ribatte con sguardo sornione.

«Sonnifero?» Domando cogitabondo. «Aspetta, non mi dire che tu...» Lo indico per poi accigliarmi in volto.

«È stato più facile, mentre eri nel mondo dei sogni. Sapevo che non avresti mai fatto venire Trixy per curarmi, così ti ho somministrato ben due sonniferi.» Sorride e fa segno di due con la mano destra.

«Brutto...» Urlo cingendomi verso di lui con le peggiori intenzioni.

«Sono ancora in convalescenza, amico.» Indietreggia fuggendo per la stanza.

«Voi due la smettete di litigare e vi concentrate su ciò che sta per succedere?» Chryssa è sulla soglia della porta con la mani sui fianchi, e ha un'aria seccata.

«Volevo controllare la sua ferita.» Rispondo mimando a Daren che risolveremo la questione in un secondo momento.

«Obiezione! Voleva menarmi, e con la forza che si ritrova i muscoli avrebbe ceduto in meno di un minuto.» Soggiunge Daren.

«Ah bene, tu mi hai drogato e ora sono il colpevole.»

«In un certo senso sì, cosa non si fa per un amico. Sai... l'ho fatto per il tuo bene. Non ti puoi arrabbiare più di tanto, dopo diventi troppo aggressivo.» Afferma lui espiandosi dal reato.

La sua espressione è troppo buffa per poter continuare questa conversazione seriamente.

«Mossa astuta comunque, ma mi aspettavo di meglio da te.» Ribatto facendo un ghigno e voltandomi verso Chryssa.

Una volta fuori le domando come sta; lei si prende un pausa per poi rispondere con un "Okay" in tono triste.

Intraprendo il corridoio che porta all'atrio centrale della base, ma ad un tratto lei si esprime incerta: «Ho aiutato io Daren.»

Per qualche secondo rimango di stucco, ma un attimo dopo constato che forse è davvero come la pensano loro: quando mi infurio, con il DNA che mi ritrovo, divento pericoloso.

Dal profondo della mia anima sale a galla il timore di avvicinarmi a lei, poiché le mia abilità evolute mi spaventano.

«Vi ringrazio, avevo bisogno di qualche ora in più di sonno.» Mi rigiro e con passo svelto vado verso il gran fracasso che avverto al primo piano.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Where stories live. Discover now