Capitolo 42 - Svolta

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Planiamo in direzione di un'immensa distesa verde. Sontuosi alberi emergono dal terreno creando una fitta foresta, che pulsa anidride carbonica invisibile ad occhio nudo. Ricordo che la nonna ha menzionato una base nascosta in una foresta, ma dalla mia posizione non riesco a scorgere nessuna costruzione umana. L'astronave si destabilizza perdendo quota e ruotando su se stessa; il rumore creato da propulsori diventa più tenue, quasi impercettibile e dopo un po' un lieve scossone ci avvisa che siamo atterrati.
«Apertura porta d'uscita.» Ci informa il computer di bordo. Il portello si spalanca  e una grande quantità d'aria pura invade ogni singolo angolo del velivolo. Gli agenti iniziano a scendere ed io, Daren e Wade atterriamo poco dopo i piloti. Jason è dietro di noi. Una flotta di navicelle è sbarcata in questa apparente radura deserta, invece un velivolo sembra essere piantato nel terreno da tempo. Esce Ai, ed elargisce un sorriso. Infine esce Chryssa trasportata da una barella che libra a mezz'aria e dopo di lei Arin Rasmey. Di sottecchi guardo Jason, che aggrotta la fronte e sembra essere intenzionato ad avvicinarsi, ma lo fulmino con lo sguardo.
Infine giunge anche Ethan sulla terra ferma, privo di sensi e sorretto anch'esso da una barella che libra. Una folla di persone si accalca nella radura al ridosso della  folta foresta: agenti della NASA e Rifugiati, tutti uniti in attesa di ordini. Si sente un ronzio provenire dalla vegetazione simile a quello dell'erba che viene rasa. Un strano oggetto volante e rettangolare, di un colore sfumato fra il nero e il blu scuro e spesso nei lati, compare davanti a tutti. Alto quanto un uomo, ed eretto proprio come qualunque essere capace di camminare su due gambe.
Gli agenti della NASA non sembrano essere sorpresi, mentre i Rifugiati sono trasecolati, alcuni si ritraggono, mentre altri invece sono affascinati dalla tecnologia. Un piccolo sportello si solleva verso l'alto producendo un sottile e rimbombante rumore metallico. Appare il volto di Ned Stewart, e Sam, immediatamente si cimenta ad andargli incontro. Si scambiano un breve e freddo abbraccio.
«Tra poco arriveranno altre capsule per tutti voi, poiché la base è coperta da un campo magnetico.»
Si alza un mormorio, e i Rifugiati si confrontano tra di loro.
«Ragazzi, abbiamo deciso di partecipare a questa guerra tutti insieme. Non c'è bisogno di dubitare dei nostri alleati.» Wade chiama all'attenzione la sua comunità.
Un'orda di capsule provenienti dal sottobosco giunge sino a noi librando. Ethan e Arin Ramsey vengono bloccati in modo tale che i loro corpi non possano muoversi e inseriti nel inconsueto mezzo di trasporto. Chryssa, invece riesce ad entrare, ma non senza qualche difficoltà. L'aiuto a rimettersi in piedi per poi darle un fugace bacio. Lei sorride e il portello si chiude. Tutti sono all'interno delle capsule tranne me. Osservo ancora per un po' la natura, mentre gli strani velivoli si inoltrano nella foresta. I raggi del sole bagnano la vegetazione, ma la luce non penetra in profondità poiché una folta nebbia aleggia sugli alberi. Il ronzio ora si è acuito, e l'orda di capsule si addentra sempre più nell'oscurità. Alzo un piede, voltando le spalle e appoggiandole contro la fredda parete. Lo sportello si chiude, e il velivolo si volta per poi incamminarsi in modo autonomo. È calato il buio, ma proprio in questo momento appare una vetrata che mi permette di vedere i colori del bosco; insetti che svolazzano liberamente nell'aria, uccelli che si ritraggono all'avanzare dell'oggetto in cui sto viaggiando e piccoli roditori appoggiati sui rami che scrutano la situazione in cerca di prede. Un leggero sfrigolio mi fa notare che ho oltrepassato il campo magnetico. Intravedo degli edifici emergere fra le piante rampicanti, e tutti i velivoli, che trasportano l'equipaggio, si immettono in appositi binari penetrando e vengono inghiottiti dall'edificio. Do un'ultima occhiata alla boscaglia, prima che il mio mezzo entri nel passaggio. Cala di nuovo il buio e il velivolo segue il percorso cadendo in discesa.  Avverto un improvviso svuotamento dello stomaco, che si attenua appena la ripida discesa cessa. Lo sportello si solleva e un imponente sala comune funge da punto di raccolta. Ethan, Arin Ramsey e Chryssa vengono portati in infermeria tramite un varco. Roteo la testa e incontro il viso di mia madre. Si spinge verso di me cingendo le sua mani intorno al mio corpo. Questa volta il suo abbraccio dura secoli.
«Sei tutto intero?» Da un'occhiata di sfuggita al mio corpo, per poi abbracciarmi di nuovo.
«Sto bene, ma'. Più sano che mai.» Sfoggio un sorriso, e la mamma ne strozza anche lei uno, interrotto, però, dal singhiozzo. Si dà una sistemata, prima che io possa far caso alla nonna e Clem Hale, che discutono animatamente in una stanza.
«Cosa ci fa lui qui?» Domando alla mamma riassumendo un tono grave.
Lei si volta distrattamente, e poi rigira. «È approdato sulla Terra da poche ore.»
«Ai.» Un urlo grottesco risuona nella sala dagli alti soffitti, ed ora che presto più attenzione è possibile vedere il percorso delle radici impiantate nel terreno.
«Mamma.» Ai si cinge verso May, la mamma di Joshua. Si riapre una ferita quando penso alla sua morte.
«May, mi ha raccontato che ha concepito una bambina nel suo breve soggiorno qui sulla Terra, poi è ritornata su Marte. » Asserisce la mamma, guardando anch'essa la scena. In questo momento, però,  la mia mente è sintonizzata verso la stanza in cui Clem Hale e la nonna stanno dialogando. Mi reco nella stanza e alla mia comparsa la loro discussione di interrompe.
«Carl!» Esclama la nonna sorpresa; dopodiché mi abbraccia brevemente.
«Cosa ti ha fatto Robert?» Soggiunge Clem Hale. Ha le braccia conserte e la gambe incrociate. È appoggiato ad un enorme tavolo di vetro rotondo, e le luci soffuse rendono la sua espressione più arcigna e cupa. Questa volta ha optato per un completo senza cravatta, ma con l'immancabile camicia bianca spuntata.

MARXAN: LA PRIMA GENERAZIONE [PRESTO CARTACEO]Where stories live. Discover now