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Siamo immersi nel più completo relax, per un attimo mi sembra quasi di essere ancora a Monte Carlo, solo noi due un letto immenso, tanto champagne e il favoloso servizio in camera dell'hotel. Le tapparelle sono abbassate e nessuno dei due sembra aver intenzione di allontanarsi da quel letto, il tempo scorre in modo differente con lui, ogni secondo passato a non far niente acquista valore. Ridere per delle sciocchezze, non pensare a nient'altro se non ha quanto siamo fortunati per vivere momenti così magici, siamo cambiati tanto in questi mesi, sono emersi tutti i lati dei nostri caratteri e sembrano combaciare alla perfezione.

Dei colpi alla porta disturbano la nostra quiete, non ho la minima voglia di alzarmi da qui, ma forse devo farlo, di sicuro sarà qualcuno del personale. Controvoglia mi tiro a sedere, e visto che a parte un tanga bianco non indosso nulla, metto la mia vestaglietta nera in seta e la chiudo con il suo fiocco in vita.

Quando apro la porta però non trovo nessuno del personale, ma entrambi i miei fratelli e consorti al seguito. Li guardo qualche attimo con aria interrogativa, ed esco fuori richiudendomi la porta alle spalle.

"Non è un pò presto per stare in pigiama?"
"Che ore sono?"
"Le otto di sera, non mi dire che non ti sei alzata proprio"

"Certo che mi sono alzata, ho fatto colazione con papà sono andata da Alan, a fargli conoscere Jason e poi siamo ritornati in camera e ci siamo rimasti, ultimamente ci capita spesso di perdere la cognizione del tempo a Monte Carlo abbiamo trascorso circa quattro giorni a letto senza nemmeno rendercene conto." rispondo alle domande di Elliott che ridacchia sapendo che ultimamente non passavamo molto tempo a letto.

"In teoria la luna di miele è dopo il matrimonio" borbotta indispettito il riccio.
"Che ci fai qui?"
"Sono venuto in pace, sempre nei limiti, a quanto pare il mio parere non conta nulla quindi tutto ciò che posso fare e provare a conoscerlo"

"Quello che l'idiota cerca di dirti e se volete uscire a cena con noi stasera, e lui cercherà di fare il bravo"
"Stasera siamo impegnati ma apprezzo la - anche se davvero poca- buona volontà, dobbiamo fare le valige e andare da papà, non vuole che stia in hotel"
"Mi sembra ovvio, hai una casa appunto per questo, vuol dire che sarà per un altra volta. Volevo solo farti sapere che ci sto provando" Annuisco e dopo aver saltato tutti busso alla porta dove un Jason abbastanza confuso viene ad aprire.

Gli spiego chi era e sembra davvero sollevato dai buoni propositi del riccio, e anche io lo sono, se loro due andassero finalmente d'accordo ne sarei davvero felice. Anche se dubito i miracoli possano avvenire.

Prima di ritornare a letto e quindi di nuovo al punto di partenza all'interno del nostro circolo vizioso senza fine convinco il moro a fare le valige mentre avviso mio padre del nostro arrivo che come presumevo ha già perso le speranze di vederci lì entro oggi. Entrambi non perdiamo molto tempo per sistemare la roba come conviene a due persone civilizzate e buttiamo le cose a caso tanto non ci sarebbero dovute comunque rimanere per molto.

Una volta assicuratici di non aver lasciato niente in giro, con l'aiuto del fattorino portiamo giù le nostre valige e le carichiamo in auto.

"Almeno adesso siamo sicuri che non passeremo le giornate a poltrire a letto."

"Non ricordarmelo, la cosa mi rende triste anche se è meglio così, abbiamo un mucchio di cose da fare da domani, con la casa, il matrimonio, tuo padre a cena da noi che mi mette ansia come poche cose al mondo, senza dimenticare il lavoro, devo cominciare a scrivere qualcosa ormai ho finito gli articoli già pronti, e tu hai delle scadenze da rispettare"
"Mio padre ti adora, è solo una formalità."
"Sarà ma deve essere tutto perfetto comunque, mi incute soggezione, quasi quanto te"
"Ti metto in soggezione?" chiede ridacchiando.
"Bhe adesso non più, ma quanto ci siamo conosciuti, si è anche tanta, avete questo sguardo che mi fa sentire una formica pronta ad essere schiacciata, siete dominanti." non dice nulla ma ride solamente e io mi perdo in quella risata incantata.

Arriviamo a casa mia e subito ci si para davanti una scena alquanto esilarante: appena Sole avvista la macchina inizia a correre per giardino scappando dalle grinfie di Magdalia che cerca di riacciuffarla per evitare che finisca sotto imprecando in bulgaro, la sua lingua madre.

"Fa attenzione a non mettermi sotto il cane, e anche Magdalia" dico mentre scuoto la testa divertita.

"Ci provo ma non ti assicuro niente" ribatte accennando un sorriso ironico dei suoi.

Riusciamo a parcheggiare alla fine senza uccidere nessuno, ma appena metto piede fuori dall'auto mi ritrovo a terra con Sole che mi lecca la faccia e mi saltella addosso mentre io chiedo aiuto, adoro il mio cane ma mi sta slinguazzando un pò troppo. Mio padre richiama sole che dopo un lamento si accuccia al mio fianco, mi tiro su e gli faccio qualche coccola per consolarla, quando era ancora un cucciolo era decisamente più facile tenerla a bada , adesso pesa quasi quando me, ed è complicato. Dopo aver finito con me, si avvicina timidamente a Jason, sembra indecisa sul da farsi ma poi gli salta addosso facendolo dondolare un pò e lui ricambia con qualche carezza che la rende contenta e buona almeno per un pò.

"Quel cane profuma di talco, non di cane"
"Si lo so, sono le sue salviettine per il pelo" portiamo le nostre cose in casa, e mio padre ha già pensato a far preparare la mia camera, e anche la cena.

"Ma papà potevi mangiare ti avevo avvertito che avremmo fatto tardi"

"Sciocchezze, una volta tanto che posso cenare con mia figlia" borbotta, era tempo che non passavo una cena tranquilla con mio padre, senza avere intorno altre diecimila persone per cui non nutro simpatia. presento Jason a Magdalia e finalmente ci accomodiamo in tavola dove la donna serve tutte le mie pietanze preferite.

Noto con piacere che anche mio padre e Jason entrano in confidenza e chiacchierano tranquilli e a ruota libera di tutto, lavoro, vita è la cosa non può che rendermi felice. Finita la cena ci ritiriamo subito in camera, domani si prospetta una giornata intensa fin dalle prime luci dell'alba e devo svegliarmi presto se voglio adempiere a tutti i compiti sulla mia agenda.

Quindi dopo essermi cambiata, e aver aspettato che anche Jason si infilasse a letto , lo raggiungo e mi metto tra le sue braccia.

"quindi questa è la tua camera, non sembra la camera di una bambina"
"L'ho riarredata quando ho compiuto diciotto anni, non era un camera era la casa di barbie, c'era una parete tutta piena di bambole di porcellana inquietanti come poche cose al mondo e i mobili erano stile antico, e tutto era pieno di cose rosa, tappeti muri, coperte. A quindici anni, ho disegnato un enorme dinosauro che staccava la testa alle barbie grande quanto tutta la parete, in quel modo sembrava più la mia camera"

"Però eri bella da piccola, lo sei sempre stata" dice indicando la parete con tutte una serie di foto, non mi ricordavo neanche più di quelle foto, ma al suo occhio da volpe non sfugge nulla.

"Anche tu eri molto molto bello da piccolo, tua sorella mi ha riempito di foto, sei davvero strano senza tatuaggi"
"Mi preferisci con o senza"
"assolutamente con, non saresti il mio Jason altrimenti e lo stesso vale per la barba, io adoro la tua barba e anche te, ti rendono così dannatamente sexy"

"Non ti lascerò comunque farmi i grattini sotto il mento quindi scordatelo." mi ammonisce sapendo quanto mi piace farlo.
"Sei cattivo" piagnucolo.

"Non immagini quanto palla di pelo"

Look Past the End 3Where stories live. Discover now