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Spiegare come stanno le cose hai miei genitori è stato decisamente peggio, non si sono minimamente accontentati delle mie scarne spiegazioni riguardo l'annullamento del matrimonio.

Mio padre probabilmente pensa che io sia pazza e Travis mi guardava come se fossi un cucciolo abbandonato sul ciglio della strada che sta per schiacciato da un grosso camion, la più comprensiva per assurdo è stata mia madre.

Forse perchè le avevo accennato un pò i miei sospetti e quindi immagina il motivo della nostra rottura, ma non mi ha detto nulla, mi ha solo abbracciato credo per rassicurarmi per dirmi che posso contare su di lei, e mi sono sentita un attimo sollevata.

Sei giorni che non vedo i suoi occhi, che non sento la sua voce e solo a pensare che d'ora in poi sarà sempre così mi fa venire voglia di dormire, si è questo che vorrei fare adesso, dormire e non svegliarmi fin quando tutto non starà di nuovo al suo posto.

Quando finalmente resto da sola in casa, mi faccio coraggio ed entro nella mia camera, non faccio in tempo a varcare la soglia che noto subito la sua assenza. non c'è più il suo computer sulla scrivania, il suo profumo non aleggia nell'aria e non c'è traccia nemmeno di qualche piega sul copriletto che creava quando si ci buttava sopra senza riguardo. Non dovrebbe mancarmi eppure brucia nelle vene la sua assenza. Guardo la cabina armadio, le stampelle vuote, le mensole deserte non ha lasciato nemmeno un segno del suo passaggio, come se non fosse mai stato qui.

La finisco con i miei pensieri malsani, ho deciso di andare avanti e così farò. Per passare il tempo decido di andare a prendere un libro a caso nello studio di mio padre, magari non uno romantico, ne ho abbastanza di romanticismi e affini.

Mentre percorro il corridoio, vengo attratta dalla porta della stanza che una volta era la mia preferita, quella dove si trova il piano forte della nonna. Non ho più suonato dalla dipartita del nonno, in realtà avevo smesso molto prima quando la nonna è venuta a mancare per l'esattezza. Lei essendo un insegnante di musica mi ha insegnato a suonare e quando è morta ne avevo perso ogni voglia ma mio nonno, mi chiedeva di ogni volta che veniva a trovarmi di suonare la canzone che piaceva tanto a nonna, diceva che lo faceva sentire più vicino a lei e io lo accontentavo sempre ma quando anche lui se n'è andato ed è accaduto fin troppo presto ho smesso. E' morto in realtà pochi mesi dopo la nonna, il dolore lo aveva consumato gli mancava l'amore della sua vita. L'ultima volta che ho suonato è stato proprio il giorno del suo funerale.

Tutto ciò che so sull'amore l'ho imparato da loro, ma essi si amavano troppo per impartirmi la lezione principale della amore: che fa male se riposto nelle persone sbagliate.

Senza nemmeno accorgermi delle azioni appena compiute mi ritrovo in quella camera dinanzi all'enorme pianoforte nero lucido, sento le lacrime arrivare ma come sempre si bloccano. Avrei davvero bisogno che uscissero però.

Forse la chiave sta proprio in questo, suonare una volta mi rendeva leggera forse potrebbe aiutare. Mi siedo sullo sgabello, all'interno vi sono ancora alcuni spartiti, gli ultimi che ho suonato, ne scelgo uno che in realtà è la basa ad una canzone che è stata la colonna sonora della mia vita per troppo tempo Try not to love you è un pezzo abbastanza semplice.

Controllo che lo strumento sia accordato e con le mani che tremano passo le dita sopra i tasti quasi timorosa. Prima di riuscire a suonare davvero qualcosa devo provare un paio di volte, ma una volta che inizio sembra di non aver mai smesso. Inizio ad intonare anche le parole di quella canzone che mi appartiene più che mai in questo momento.

Ci butto dentro tutto il mio dolore, e le lacrime corrono sul mio viso, quando il pezzo è finito io mi sento stremata, il cervello segna tilt e ogni pensiero sembra morire. Come se fosse in sovraccarico.

Il rumore della porta che cigola mi fa sobbalzare e istintivamente asciugo con il dorso della mano le lacrime.

"Scusa non volevo spaventarti ne interromperti" dice quasi in un sussurro Cameron ad occhi bassi.

"N-no tranquillo non hai interrotto nulla" dico alzandomi da lì e andando verso la porta come se nulla fosse, come se non avessi gli occhi gonfi e le guance segnate dal pianto. "Come mai qui? Problemi con la rossa?"

"Anche ma volevo vedere come stavi, Loren mi ha detto che sei un pò... distratta ultimamente"

"Ogni tanto la mente si fa i suoi viaggi, il solito, non devi preoccuparti per me." accenno un sorriso lascivo mentre a grandi passi mi dirigo verso la mia camera.

"Sei ancora molto brava è passato tanto tempo dall'ultima volta che ti ho ascoltato"

"Già, non lo facevo da parecchio e adesso ricordo anche il perchè" borbotto, suonare mi ha fatto sentire la mancanza di mia nonna in modo più profondo è una cosa che non ho mai superato fino in fondo, e suonare senza di lei mi fa rivivere la mia perdita, anche se mi sento più leggera dopo aver pianto un pò.

"Che ne pensi di uscire un pò, andare a comprare un telefono magari"

"Non lo voglio il telefono e sopratutto non ho voglia di uscire e vedere gente, metti che poi incontriamo qualcuno che ci conosce e ci devo parlare? No grazie."

"Sushi a casa?"

"ottimo tentativo ma no"

"Palestra?"

"Mi sembra una faticaccia arrivare in camera mia figurati altrove, non ho voglia di fare niente per oggi, domani andrò a comprare qualche nuovo paio di scarpe e tutto sembrerà più bello" dico svogliata mentre mi butto sul letto e finalmente si arrende.

"Non riesco a vederti così, spero davvero che le cose si risolvano in un qualche modo"

"Come Cameron? Bisogna solo accettare la realtà, è stato l'anno più felice della mia vita, e non lo dimenticherò mai, come non dimenticherò mai lui, adesso non è certo la persona che apprezzo di più al mondo, ma mi aiutato tanto e questo non può cambiare. Con lui mi sentivo forte adesso sono di nuovo sola devo riabituarmici"

"Sei forte anche senza di lui"

"No, non sono forte, e non voglio neanche esserlo, è crollato il muro di Berlino non vedo perchè non posso farlo io. Sto cercando di non chiudermi nel mio mondo, è questo che fanno le persone normali giusto? Vanno avanti ci provo anch'io per una volta, vediamo come va. Cerco di non fare le solite cavolate potenzialmente autodistruttive, e di usare ciò che contiene questa palla che ho in mezzo le orecchie una volta tanto."

"Quando hai voglia di fare una delle tue bravate, chiamami che ci penso io a tenerti buona, è anche per questo che dovresti avere un telefono"

"Ce la farò anche da sola. Devo." dico in un sospiro, ho promesso a me stessa che se anche stavolta sarei ricaduta nelle mie cattive abitudini mi sarei fatta internare, perchè solo un malato di mente farebbe sempre gli stessi errori.

Look Past the End 3Where stories live. Discover now