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La chiesa brulica di gente, ed tutta addobbata di fucsia e albicocca, con degli enormi fiocchi d'organza lilla. Cameron è già nei presi dell'altare, non fa che allentarsi di continuo la cravatta come se gli mancasse l'aria, se non fosse fosse agitato e bianco riderei per quanto è brutto il gilet fucsia con cravatta in concomitanza. 

Io e Jason percorriamo il tratto fino ai nostri posti e tutta una serie di occhi di occhi mi scrutano. Guardo bene le loro facce non li conosco, ma capisco che sono la famiglia di Clair dalla presenza di sua sorella che alimenta le chiacchiere, non abbasso la testo continuo a camminare a camminare ma i mormori che si propagano non mi sono indifferenti, mi sento umiliata, ne sento solo alcuni dei loro insulti ma mi bastano. Per loro non sono altro che una poco di buono sfascia-coppie.

"Non dargli retta, è solo invidia e voglia di parlare a vanvera e per fortuna che siamo in una chiesa, vecchie megere" dice disgustato Jason accarezzandomi la mano con il pollice. Non vuole fare scenate, come anche me del resto quindi si limita a lanciare qualche occhiataccia senza però rispondere.

Raggiungiamo i nostri posti, terzo banco dalla parte dello sposo ovviamente accanto a mio padre. Davanti a noi ci sono amici e parenti vari, noto che Hayden non è accanto a Loren ma non faccio domande. Ho già il mio a cui pensare.

"Come state? Il viaggio tutto bene?"

"Si ci siamo divertiti molto" dico ma la voce esce un pò mal ferma.

"Non ascoltare, la smetteranno." dice capendo subito il perchè del mio stato d'animo.

"E' solo che sono così tanti, e così cattivi"

"Lo so tesoro, se servisse a qualcosa gli avrei già urlato contro ma è quello che vogliono."

"Lo so, sta tranquillo" gli sorrido dolcemente, a ragione non voglio altro che io mi alzi in piedi e inizi ad urlare così da avere l'argomento per spettegolare per tutta la settimana, e ovviamente la famiglia di Clair si sente potente ad avere tutta questa gente dalla loro parte, peccato che non le conoscono, sono delle banderuole e alla prima folata di vento cambieranno opinione. Se solo non li avessi nelle orecchie mentre continuano a deridermi.

"Che ci fa al matrimonio di mia figlia quella sgualdrina, è venuta a tentar di sfasciare qualche altra coppia o a rovinare il giorno della mia bambina?" Squittisce stizzita parandosi davanti hai banchi dove vi sono Diana e Patick che diventano rossi dall'imbarazzo visto che il tono alto in cui sono state pronunciate le parole, in una chiesa e sopratutto attirando l'attenzione delle pettegole che subito hanno drizzato l'antenne per rincarare la dose con i loro mormorii. Vedo Jason scattare pronto con la sua lingua tagliente ad ammutolirla e a stento riesco a fermarlo. Tenendolo per un polso. 

"Finitela di fare questa sceneggiata indegna, o magari ricordiamo anche perchè il primo matrimonio non si è più fatto? Così almeno la gente avrà un quadro più completo." risponde Patrick a denti stretti con un tono notevolmente più basso. La donna torna al posto e io ormai stufa decido di andare a prendere una boccata d'aria fresca fuori. Jason si offre di accompagnarmi ma preferisco andare sola. Quando raggiungo l'esterno mi riempio i polmoni d'aria e cerco di imprimermi la mia solita faccia d bronzo, non mi sono mai lasciata abbattere dalle critiche e non ho intenzione di farlo adesso.

Mi trovo a pochi passi una ragazza, indossa un vestito nero semplice che le accarezza la figurata, ha qualche tatuaggio sulla pelle candida. E' chiaramente a disagio in quel vestito e si vede dal modo in cui reagisce alle occhiate lanciate da qualche ragazzo. Ha degli occhi grigi e grandi contornati da molto nero e un rossetto abbastanza scuro. I capelli rasati su un lato e ricci e neri dall'altro che ricadono sulle spalle.

Porta alcuni orecchini sulla parte alta dell'orecchio e alcuni braccialetti e per finire a entrambi i lati delle guance in corrispondenza delle fossette sue piercing. E' una ragazza molto bella. E dal modo in cui punta i suoi occhi verso l'altare capisco che è Eveline.

Look Past the End 3Onde histórias criam vida. Descubra agora