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Mi stringe a lui con le sue braccia forti e io mi sento di nuovo a casa, al sicuro e tutti i dubbi che fino a poco fa mi sovrastavano la testa sembrano sparire, ci eravamo allontanati è stato questo il problema più grande che ha dato vita a paranoie assurde.

Il lavoro, lo stress dei preparativi, il fatto di avere sempre meno tempo per noi, hanno finito per lacerarci ma ce ne siamo accorti in tempo. Adesso possiamo non sbagliare più. Ormai a Boston avevamo la nostra routine, il nostro sabato tutto per noi e poi le due settimane di vacanze sono stare magiche, sempre attaccati. Venire qui ci ha scombussolato non abbiamo più avuto un momento solo per noi, e mi manca. Mi manca stare con lui su quel tetto sporco a mangiare un panino al freddo, perchè lì il tempo si fermava ed eravamo solo Naomi e Jason.

"Vuoi ancora sposarmi?" chiede lui.

"Tu lo vuoi?"

"Non sarei qui altrimenti, ma devi dirmi se lo vuoi anche tu Mocciosa"

"Si, voglio sposarti"

"Bene questo rende le cose più facili, sarebbe stato davvero complicato rapirti e infilarti in un abito da sposa e farti dire si" dichiara serio mentre mi sbaciucchia il collo.

"Era questo il tuo piano?"

"Assolutamente mocciosa, non sottovalutarmi. Quanto mi sei mancata, non andare più via" dice come se fossi appena tornata da un lungo viaggio.

"Ma sono sempre stata qui Jason"

"Era comunque troppo lontano, palla di pelo, assolutamente troppo" dice tornando a baciarmi con dolcezza ma anche con tanta voglia di stare insieme.

Ed è in questo preciso momento che mi rendo conto quanto tutto di lui, mi sia mancato. Il suo tipico odore di menta che riconoscerei anche tra un milione di anni e che mi riporta alla mente, la prima volta che l'ho sentito, al nostro primo bacio su quel minuscolo letto che ha dato inizio a tutto.

oppure il suo modo di avvolgermi, non è un semplice abbraccio lui mi tiene il più stretta possibile, mi sento così al sicuro qui.

O il modo in cui mi fa sentire nascondere la testa nell'incavo del suo collo, o sentire la sua barba contro la mia pelle, o semplicemente il freddo del metallo dei suoi anelli sulla mia pelle, mi è mancata ogni singola piccola cosa di lui, di noi.

"Quanto avete litigato? Per cinque minuti, siete smielati" brontola Blake che compare dal nulla insieme a Fred che gli da un sonoro calcio prima che potessi farlo io.

"Quello che voleva dire il baccalà sotto sale e che siamo contenti di vedervi di nuovo attaccati come Koala, eravamo venuti a vedere se era tutto ok, torniamo dentro." risponde Fred prima di afferrare l'altro per un braccio per trascinarlo dentro borbottandogli qualcosa che non capiamo.

"Non litighiamo più così, non è divertente" mi dice lui abbassando lo sguardo visibilmente provato.
"No non lo è, torniamo a casa adesso"

"Non vuoi salutare?"

"No" annuisce solamente mentre intreccia la sua mano alla mia e andiamo verso la macchina.

Quando arriviamo a casa non è molto tardi, ma mio padre è comunque già a letto, tutto ciò che voglio adesso e sentirlo di nuovo mio, sentire di nuovo i nostri corpi unirsi per formarne uno solo, senza fretta, senza giochi, solo io e lui.

Arriviamo in camera, e ci prepariamo per la notte, mi piace la sensibilità che dimostra nel non avventarsi sul mio corpo ora che abbiamo fato pace, ma del resto non è mai stato opprimente, mi ha sempre rispettato. Ci mettiamo al letto e un sorriso gli si apre sul volto quando mi avvicino a lui al posto di mettermi sul bordo. Gli prendo il computer che ha poggiato sulle gambe e lo chiudo posandolo sul comodino e al suo posto mi ci metto io.

"Mi manchi Jason"

"Anche tu mocciosa, sei diventata più leggera"

"Un pò" ammetto. Accenna un sorriso e allunga la mano verso i miei capelli, toglie via la pinza e essi mi ricadono sulle spalle, li sistema un pò e quando è soddisfatto dell'opera preme le mie guance con entrambe le mani e mi lascia un tenero bacio sulle labbra. Afferro le sue mani e le porto sulla mia schiena tornando poi a baciarlo, sempre in modo dolce, e casto.

"Fai l'amore con me" sussurro tra le sue labbra tra un bacio e l'altro. l'intensità aumenta e le sue mani iniziano a vagare sul mio corpo.

"Piano, non abbiamo fretta, abbiamo tutta la notte" dico e lui mi ascolta come soggiogato. Prende ad accarezzarmi lentamente il tuo tocco mi quasi scoppiare il cuore, mi tocca e mi trasmette così tanto cose, non credevo neanche fosse possibile. In questo momento mi sembra di stare su una nuvola d'amore rosa.

Ci baciamo, ci tocchiamo come a voler conoscere ogni centimetro di pelle dell'altro, come se non volessimo altro per un tempo davvero lungo, poi senza fretta fa scivolare sulla mia spalla la spallina della canottiera in raso e al suo posto lascia teneri baci, fa lo stesso con l'altra e infine fa scivolare via il tessuto scoprendo il mio petto che struscia contro il suo caldo. Mi prende in braccio e dolcemente mi fa scivolare sotto di lui per poi baciare ogni palmo di pelle che mi ricopre.

"Ti amo così tanto" sussurra tra un bacio e l'altro sfilando anche i pantaloncini, prima i miei poi i suoi a dividerci ora ci c'è solo in tessuto del nostro intimo una volta fatto sparire anche quello mi fa finalmente sua, lentamente sembra quasi timoroso, e io sono così ansiosa, come se non avessimo mai fatto niente prima e forse è vero non abbiamo mai fatto niente del genere. Ci prendiamo tutto il tempo del mondo è molto più del piacere e dell'amore.

Quando entrambi giungiamo al culmine sono sopraffatta dalle emozioni, e come se un ciclone si fosse abbattuto su di me, continuiamo a baciarci per un pò e poi mi addormento abbracciata a lui, sul suo petto mentre con le dita seguo la linea della ali che ha tatuato sul petto.

Quando il sole è ormai alto mi tiro giù dal letto, e mi preparo in gran fretta, per andare in piscina con Jason. Durante la colazione mio padre mi osserva attentamente mentre mangio la mia colazione e scruta attentamente il mio volto come se stesse cercando qualche traccia di non so nemmeno io cosa.

"Hai una luce particolare stamattina, e stai mangiando."

"Te l'ho detto, era solo ansia, stress insomma."

"E deduco che Jason abbiamo trovato il modo di alleggerire la tensione" Quasi soffoco con pezzo di muffin nel sentire le parola allusive di mio padre. Vorrei infilare la testa in un sacco di juta, è mio padre non può fare allusioni del genere.

"Mi dispiace, ma ti si legge in faccia" ironizza, quasi divertito.

"Bene allora fa finta di essere analfabeta, grazie al cielo sono ritardo, dovresti lavorare sui discorsi da fare a colazione dico sul serio" dico sgattaiolando via dalla cucina, non potrei mai parlare di sesso con mio padre come se fosse una cosa normale, è la prima volta che mi sento così in imbarazzo ma lui la prende sul ridere. Beato lui.

Esco in giardino e li trovo Jason che mi attende in macchina perchè aveva bisogno di mettere l'acqua nel radiatore o una cosa simile, non ho mai fatto niente del genere in vita mia, forse è per questo che avevo problemi di continuo con l'auto? Conoscendomi è possibile.

Look Past the End 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora