(7) Incubi... o forse no...

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Ore: 5:24:
Mi giravo e rigiravo sotto le coperte, indecisa se scendere o riprovare a dormire. Alla fine scesi e decisi di uscire un pò in giardino, cosi da respirare e rinfrescarmi le idee, già fin troppo chiare. Il mio pantalone del pigiama, rosa chiaro, ondeggiava seguendo il vento, e il mio giacchetto di H&M era abbottonato fino in gola. I capelli, raccolti in una coda disordinata, le mani, serrate in tasca, cosi da impedire al freddo della mattina di toccarle. Un'alba meravigliosa si iniziava a vedere all'orizzonte. D'un tratto un ragazzo entrò nel vialetto della casa, con le mani in tasca. Mi avvicinai al cancello e sotto la luce del porticato lo vidi li, davanti a me:
<<Scott, che ci fai qui? Sono le 5 di mattina!>>
<<Dovevo vederti. Devo parlarti. Klaudia...>>
Iniziò, dondolandosi sui talloni, imbarazzato:
<<Klaudia...>>
<<Che c'è, che succede?>>
<<Klaudia...>>
Continuava a ripeterlo, allontanandosi:
<<Scott!!>>
Cercai di aprire il cancello, invano:
<<Scott, Scott aspetta!>>
...
<<KLAUDIA!>>
Lydia mi scuoteva:
<<Klaudia stavi sognando! Urlavi come una matta, urlavi a qualcuno di aspettare!>>
I miei occhi iniziarono ad aprirsi, il rumore della sveglia iniziò a diffondersi, a riempirmi le orecchie. Era stato un sogno! Sembrava cosi...reale...:
<<Sbrigati a prepararti. Sono le 6:50 e dobbiamo essere in macchina tra 40 minuti>>
Concluse chiudendosi in bagno. Scesi ancora un pò assonnata, strofinandomi gli occhi. Aprì la valigia, tirai fuori il mio pantaloncino di jeans bianco, la mia camicia rosa chiaro a fiori e le mie scarpe bianche di raso, ed entrai in bagno:
<<Toc toc!>>
Lydia era sotto la doccia:
<<Lydia, devo prepararmi!>>
<<Sisi tranquilla nessun problema!>>
Una volta spazzolati i denti e i capelli, aver infilato i vestiti dopo aver spruzzato deodorante ovunque, e aver salutato la signora Martin, scendemmo di casa, andando in garage a prendere la mustang blu elettrico di Lydia. Lei si mise al volante, e io saltai sul sedile del passeggero, lanciando sui sedili di dietro, lo zaino.
Mise in moto, lasciò la sua borsa anche lei dietro, fece pressione sull'acceleratore e partì. Io mi appoggiai al finestrino e iniziai a guardarmi nello specchietto. Stesi un pò di correttore e un filo di mascara, dopodichè infilai tutto nella tasca anteriore dello zaino e il silenzio che cadde in quell'auto mi opprimeva, dava spazio ai miei pensieri, che mi frullavano in testa come un centrifugato. Continuavo a pensare a quel sogno. Ci pensavo, ripensavo, ripensavo ancora.
Non era stato un sogno. Era stato troppo reale per esserlo...

υи αмσяє ѕσνяαииαтυяαℓє ↬ тєєи ωσℓfWhere stories live. Discover now