(28) Basta.

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Dopo la parlantina di Lydia nelle orecchie per un'ora, persino mentre facevamo colazione, andammo a scuola. Una nuova estenuante settimana di scuola iniziava. Ma quel lunedi volò. Io ero immersa nei pensieri. Ero davvero devastata da quello che era successo quella notte. Non sapevo che cosa fare. Volevo solo scappare da Beacon Hills e non tornarci mai più.
I giorni passavano, e con loro le settimane, i mesi...dopo mesi di problemi, perdite e sofferenze, dopo averci pensato intensamente per giorni ogni secondo della mia vita, chiamai tutti a casa mia.
C'erano stati dei nuovi problemi a Beacon Hills, con due mie compagni di scuola trasformati da Derek e uccisi successivamente da un branco di alpha. Tutti insieme avevamo sconfitto Jackson, che era stato morso ed era diventato il kanima, un mostro del bestiario. A proprosito di bestiario, era comparso un nuovo Argent dopo la morte di Kate, per mano di Peter, l'alpha. Peter non si sentiva da mesi. La situazione era confusa come non mai, sopratutto dopo l'instabilità emotiva di Derek dopo il ritorno della sorella. Erano successe tante cose. Tantissime. Spiegarle tutte sarebbe troppo difficile. Ognuno di noi aveva un vuoto. Eravamo tutti devastati da un mostro che ci logorava dentro. Fui la prima a voler dire basta. Stiles continuava ad amarmi, nonostante tutto quello che avevamo affrontato. Nonostante la bestia in cui mi ero trasformata. In quei mesi capimmo che ero diversa da un lupo. Ma non sapevamo ancora bene quale creatura mi fosse toccata. Quel pomeriggio di giugno non chiamai Stiles. La scuola era finita da un paio di giorni e approfittai per partire. Derek, Scott, Lydia, Allison e Isaac erano tutti seduti sul divano di casa Martin:
<<Vi chiedo perfavore di non avere reazioni, è una decisione già presa e non c'è modo di farmi cambiare idea. Stiles ancora non lo sa. Quindi vi chiedo anche di non parlarne con lui.>>
<<Kla, ci stai facendo preoccupare.>>
Esclamò Lydia:
<<Ognuno di noi ha un vuoto. Lydia, da quando Jackson ha vinto la borsa di studio per Londra tu non hai più lo stesso sorriso. Derek, dopo il ritorno di Cora, la tua vita è stata completamente devastata. L'hai mandata in Sud America per proteggerla. Allison, da quando tua madre è morta sei vuota. E subito dopo la perdita di tua zia Kate. Sei arrabbiata al punto di volere il sangue di qualcuno. Isaac, hai visto morire Erica davanti i tuoi occhi. Hai visto morire la tua ragazza, e Boyd, il tuo più caro amico oltre noi. Scott, da quando Melissa ha scoperto il nostro mondo sei fuori di te. La tratti come se fosse di vetro. Ragazzi, io sono stanca. Ho visto morire troppa gente. Ho visto volar via troppe anime in quest'anno. Torno a casa. A fare i conti con i miei demoni.>>
<<Cosa?!>>
Urlò Scott alzandosi dal divano:
<<Klaudia, ma...>>
Iniziò Derek:
<<Ragazzi. Vado via. E non torno mai più. Mi dispiace abbandonarvi ma io sono stanca di sopravvivere. Voglio vivere la mia vita da 16enne e godermela. Ciao ragazzi, è stato un piacere avervi conosciuto.>>
<<No Klaudia non esiste!>>
Sbraitò Scott:
<<La decisione è già presa.>>
Abbracciai Allison e scoppiai a piangere:
<<Klaudia...>>
Ormai erano tutti in piedi e non riuscivano a parlare:
<<Ciao Derek...>>
Non riuscivo a parlare:
<<...Scott.>>
Piansi, abbracciandolo:
<<Torna a trovarci okay!?>>
<<Okay.>>
Sorrisi tra le lacrime:
<<Ciao Isaac.>>
<<Ciao tesoro!>>
Mi strinse forte a se. Poi guardai Lydia:
<<Lyd, promettimi che andrai avanti e ti dimenticherai di Jackson.>>
<<Kla.>>
Singhiozzò:
<<Promettimelo!>>
<<Te lo prometto.>>
Sussurrò:
<<Ragazzi promettetemi di essere felici. Promettetemelo tutti!!>>
<<Te lo promettiamo.>>
Risposero in coro, tra le lacrime. Afferrai la mia valigia e uscì dalla casa. Ma prima lanciai le chiavi della moto a Scott:
<<Trattamela bene.>>
Sorrisi, provai a smettere di piangere, invano. Salì sul mio taxi e andai a casa di Stiles:
<<Aspetti qui!>>
Intimai all'autista. Sospirai, indecisa sul dafarsi, ma poi andai a premere il campanello:
<<Amore!>>
Stiles mi accolse con il suo sorriso più bello:
<<Devo dirti una cosa. Posso entrare?>>
<<Certo.>>
Il suo viso cambiò espressione:
<<Siediti!>>
<<No. Ho l'aereo tra mezz'ora.>>
<<Scusa, che significa l'aereo?>>
<<Stiles. Forse è meglio se io e te ci prendiamo una pausa.>>
<<Aspetta, mi stai lasciando!? Perchè, cosa ho sbagliato?>>
<<Assolutamente nulla, sei perfetto! È Beacon Hills che non lo è.>>
<<Sei impazzita?>>
Mi guardò, sull'orlo delle lacrime:
<<Mi verrai a trovare in Italia?>>
<<Klaudia, mi stai prendendo in giro?!>>
<<Ti prego Stiles, cerca di capire. Ho 16 anni!>>
<<KLAUDIA ANCHE IO HO 16 ANNI MA NON TI LASCEREI MAI! Mai.>>
<<Stiles ti prego...>>
Le lacrime mi rigavano le guance e il mio cuore era in mille pezzi:
<<Io vorrei poterti portare via con me, te lo giuro. Ti amo da impazzire!>>
Mi baciò intensamente, per poi guardarmi negli occhi:
<<Torna. Ti prego.>>
<<Ci penserò okay?>>
<<Ti amo.>>
Disse, mentre uscivo dalla porta:
<<Non dimenticarmi.>>
Chiusi la porta e lo sentì sbraitare e piangere dall'altra parte. Avevo il fiato corto, non riuscivo a parlare, non potevo lasciarlo cosi:
<<Stiles, apri la porta!>>
Urlai dall'esterno:
<<Torno. Vado via solo per l'estate.>>
Lo abbracciai:
<<Come farò tre mesi senza di te?!>>
<<Sorridi. Ci sentiremo okay?>>
Strofinai il mio naso contro il suo e lo baciai a fior di labbra:
<<Ciao.>>
Salì sul taxi, e lui guardò la macchina gialla allontanarsi, un pò più leggero.
All'areoporto prendere l'aereo fu la cosa più difficile del mondo. Ma una volta atterrata, ero finalmente a casa.

υи αмσяє ѕσνяαииαтυяαℓє ↬ тєєи ωσℓfWhere stories live. Discover now