(14) Un pomeriggio con un'amica

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<<Lo conosci Klaudia?>>
<<No, il cognome forse l'ho già sentito da qualche parte, ma no, non lo conosco!>>
Il mio cuore batteva, pulsava sotto la mia maglietta:
<<Mi stai mentendo?>>
<<Perchè dovrei?>>
<<Perchè il tuo cuore batte cosi velocemente che perdo il conto dei battiti al secondo.>>
<<Senti il mio cuore?>>
Com'era possibile? Non faceva cosi tanto rumore!
La macchina di Lydia entrò nel vialetto e il motore smise di girare. Lei scese e con un tocco al telecomando, richiuse l'auto e ci raggiuse:
<<Hei. Tutto bene? Ciao Scott!>>
<<Tutto bene. Scusate ragazze, devo proprio andare, studio con Allison.>>
<<Scott aspetta!>> lo afferrai per un braccio:
<<Klaudia devo andare, Allison mi sta aspettando!>>
Risalì sulla sua bici e si allontanò pedalando irregolarmente. Non finiva cosi. Nono! Com'era possibile? L'orecchio umano non riusciva a sentire il battito di un cuore! Ne ero certa! Allora come era possibile? Avrà intuito? Ma non si intuisce un'esclamazione detta con tanta convinzione! Lydia spezzò il rumore assordante dei miei pensieri:
<<Scusa se ti ho fatto aspettare, ma pretendo delle spiegazioni.>>
Disse poi, mentre girava la chiave nella toppa:
<<Non c'è niente da spiegare.>>
Mi lasciò entrare e con un tonfo lasciò la porta chiudersi. Poi mi lanciò un mazzo di chiavi:
<<Sono andata dopo scuola a copiarle. La verde è del cancelletto, la gialla del garage interno, la blu della cantina, la viola della mansarda. E ovviamente quella rossa è della porta di ingresso. Non perderle e non farti beccare con ragazzi in casa da mia madre.>>
Concluse, salendo rapida le scale. Rimasi un po stordita da tutte quelle informazioni tutte insieme, ma adesso non ero costretta ad aspettare Lydia per tornare a casa. Risalì in camera e mi cambiai: infilai una canotta blu e dei pantaloncini della tuta della nike. Legai i capelli in alto con uno chignon disordinato e proposi a Lydia un film:
<<Prima...>>
Fece lei, agitando la sua coda di cavallo ben pettinata e la maglietta bianca che aveva indossato lanciando quella che aveva addosso nei panni da lavare, facendomi segno di sedermi sulla sedia accanto alla sua alla scrivania:
<<Raccontami cosa è successo con Stiles!>>
<<Niente Lydia, niente!>>
<<Ti piace?>>
<<Ma figurati!!>>
Esclamai, distogliendo lo sguardo:
<<Ti piace!>>
Esclamò poi lei:
<<Lydia. La domanda è... a te piace?>>
<<No Klaudia, a me piace il capitano della squadra di lacrosse. Jackson Witthemore.>>
<<A proposito. Il coach mi ha convocata per fare i provini per la squadra A.>>
<<Oddio Klaudia, ma è fantastico!!>>
Esclamò, alzandosi e abbracciandomi:
<<Quando?>>
<<Tra tre venerdì.>>
<<Klaudia, sono contenta!! Ma tu giochi a lacrosse?>>
<<Da tantissimo tempo. Io e il mio migliore amico giocavamo sempre nel suo giardino, prima che si trasferisse, vincendo una borsa di studio a Orlando per il lacrosse.>>
<<Come si chiama?>>
<<Isaac. È americano, come me. Siamo entrambi naturalizzati italiani. Mio padre biologico è, o era non lo so, di queste parti.>>
<<Wow.>>
Sorrisi:
<<Mi manca tantissimo. Avevamo un bellissimo rapporto. Poi ho cambiato cellulare e ho perso il suo numero. Sono 5 anni che non lo vedo e lo sento più. Non è più tornato, dopo la morte dei genitori. Siamo sulla stessa barca io e lui. Il padre lo maltrattava in una maniera veramente barbara. Infatti moltissime volte veniva a dormire da me, per paura.>>
<<Puoi ritrovarlo sai?>>
<<Non so se si ricorda ancora di me. Non voglio rischiare.>>
<<Che film vogliamo vedere?>>
Disse lei, cambiando argomento:
<<Colpa delle stelle?>>
<<No ti prego, piango.>>
<<Okay ho capito, mettiamo su la saga di Pirati dei Caraibi?>>
<<Andata!!>>
Preparammo le patatine, i cuscini, il computer ovviamente, le bevande e passammo l'intero pomeriggio a ridere e a guardare film. Ne avevo un immenso bisogno: sentire cosi vicina una persona. Alla sera, finita la saga alle 23, dopo aver buttato le carte delle patatine e le bottiglie vuote, salimmo di sopra e ci preparammo per il martedì di scuola. Avevo 6 chiamate perse da Stiles e 4 da Manu, ma puntai la sveglia e cancellai le notifiche. Non era il momento. Avevo il sorriso, grazie alla mia splendida nuova amica, e non mi andava per niente di perderlo.

υи αмσяє ѕσνяαииαтυяαℓє ↬ тєєи ωσℓfWhere stories live. Discover now