(34) Messico

129 13 9
                                    

<<Io non ci sto credendo.>>
Esclamai, affannando per stare al passo con Lydia:
<<Zitta, la situazione è già un disastro.>>
Mi intimò Stiles. Non riuscirà mai a perdonarmi per essermene andata. Mai:
<<Questo piano fa schifo.>>
Esclamò la rossa, stroncando il nostro litigio sul nascere:
<<Questo è l'unico che abbiamo Lydia, perciò, per favore, attieniti e parla poco.>>
Stiles era più nervoso del solito quel giorno. L'aria messicana odorava di erba e patate, e le facce degli abitanti non erano per niente rassicuranti: motociclisti tatuati e muscolosi, con lunghe barbe e baffi ben pettinati, ci osservavano camminare rapidamente diretti al grande portone. Due guardie erano all'entrata, e quando Stiles mostrò la carta, indicarono una telecamera in alto. Stiles la mostrò anche a lei e la porta si aprì. Entrando, la musica ti invadeva le orecchie, e lasciai andare solo i due ragazzi. Mi feci largo in quella che sembrava una festa, con gente ubriaca ed esaltata. A gomitate, raggiunsi Malia, che dimenava i fianchi con Kira:
<<Potevi anche non venire.>>
Disse, urlando scocciata da sopra le parole di un cantante spagnolo, guardandomi con sufficienza. La rabbia mi invase dentro, e il petto bruciava, ma decisi di tenermi gli insulti ancora per un pò:
<<Ti piacerebbe.>>
<<Ce la siamo sempre cavata.>>
<<Zitta, che sei solo una povera novellina in questo branco.>>
<<Attenta a quello che dici.>>
Colorò gli occhi di un azzurro brillante, minacciandomi:
<<Scordi che abbiamo le stesse capacità.>>
La guardai, senza avere bisogno di cambiare colore alle iridi. Eravamo entrambe coyote, ma nel branco non c'era posto per tutte e due:
<<Okay ragazze, perchè non ci sediamo e ci beviamo qualcosa...con tanto ghiaccio.>>
Chiese Kira, per raffreddare gli animi:
Scott mi stava con lo sguardo addosso da quando ero entrata, e decisi di raggiungerlo vicino ad un divanetto bianco:
<<Che cosa c'è?>>
<<Non puoi tornare qui e farti spazio a gomitate.>>
<<Scusami?>>
Esclamai, stupita, incrociando le braccia al petto e alzando le sopracciglia:
<<Il branco non può allargarsi a dismisura okay? Se vuoi il tuo posto...>>
<<Nel tuo cazzo di branco, quella di troppo è lei.>>
La indicai con prepotenza:
<<Klaudia...>>
Ringhiò:
<<Pessima tattica.>>
Sbuffai, agitando le mani in aria con un gesto teatrale:
<<Riprenditi il tuo posto. Fino ad allora...>>
<<Sono qui per Derek. Non per te.>>
<<No, sei qui per Stiles. Perchè non ti fidi di nessuno di noi. Perchè vuoi proteggerlo. Perchè ti si legge negli occhi. Ti fa male vederlo con Malia. Un male devastante.>>
Mi fissò, perforandomi con uno sguardo persuasivo:
<<Non è vero.>>
<<Invece si. Ammettilo.>>
<<Stiles è il mio passato. È innamorato di Lydia, ma non te ne sei accorto? Io e Malia siamo delle distrazioni!>>
<<Parli sempre cosi di una tua consanguinea?>>
<<Cosa?>>
<<Malia, proprio come te, è stata adottata. Abbiamo indagato, il suo cognome vero è Hale. In effetti ce l'ha il carisma...>>
<<Scott non dire stronzate! Malia non può...>>
<<Sssh, abbassa la voce, lei non lo sa.>>
D'un tratto distolse lo sguardo da me, e indicò col mento un uomo con un manganello:
<<Guai.>>
<<Fantastico!>>
Dico, scroccando il collo con violenza, cacciando gli artigli e girandomi di scatto.
Non ci volle molto a stendere un solo uomo, ma una puttanella con il teaser mi mise ko.

υи αмσяє ѕσνяαииαтυяαℓє ↬ тєєи ωσℓfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora