(23) Ora del decesso

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<<Vieni Scott, è pronto!>>
Stiles era appena uscito dal vialetto con la sua jeep e Scott stava rientrando in casa:
<<Che odorino!>>
<<La pizza all'italiana fatta in casa fa sempre colpo!>>
Ridacchiai:
<<Quali gusti hai fatto?>>
<<Pomodoro, pomodoro e tonno, melanzane, prosciutto e patatine. Quella con le patatine è mia!>>
<<Prendo il pezzo con il prosciutto e quello con le melanzane!>>
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Ore 17:07:
Dopo aver pranzato e aver guardato "Mother's day" come due perfetti piccioncini, Lydia ruppe il silenzio aprendo la porta-finestra che dava sul giardino:
<<Interrompo?>>
Disse, richiudendosela dietro e appoggiando le chiavi sul ripiano della cucina:
<<No. Perchè non mi hai detto che uscivi con Jackson?>>
Mi alzai dal divano, incrociando le braccia. In quel momento il suo cellulare decise di squillare:
<<Oh, mi chiamano!>>
Disse, toccando l'icona verde e salendo le scale:
<<Questa storia non finisce cosi!>>
Le urlai dal salotto:
<<Questo è tutto da vedere!>>
Mi girai verso Scott:
<<La torturerò.>>
<<Klaudia, devi disdire con Isaac.>>
<<Scott, Isaac non mi permetterà mai e poi mai di disdire. Dobbiamo uscire da una settimana.>>
<<Klaudia...>>
<<A che ora c'è la luna perfettamente piena?>>
Controllò sul cellulare:
<<Alle 23:37.>>
<<Mi faccio accompagnare a casa tua da Isaac alle 23! Cosi, non disdico e non faccio danni.>>
<<No Klaudia...>>
<<Ce la farò. Fidati.>>
<<Ci saranno ripercussioni serie se...>>
<<Di che parlate?>>
Ci interruppe Lydia:
<<Di nulla.>>
<<Che guardavate?>>
Disse poi, cercando di sbirciare lo schermo semichiuso del mio portatile:
<<Nulla.>>
Dissi, chiudendolo del tutto:
<<Scott devo parlarti.>>
<<Io vado di sopra a cambiarmi. Alle 18:30 ho appuntamento con Isaac.>>
<<Sono le 17:15 muoviti!>>
Urlò poi Lydia:
<<Vado!!>>
Feci le scale di corsa e aprì la porta della nostra stanza: un profumo nuovo mi avvolse. Era buonissimo. Annusai tutta la stanza cercando di capire cosa fosse: la giacca di Lydia. Forse avevo capito! Aprì la finestra e misi la sua giacca nei panni sporchi, cercando di non badare ai pensieri che frullavano nella mia testa.
Aprì l'armadio e mi saltò addosso il dilemma: cosa metto?
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Ore: 18:04:
Provai a chiamare Isaac per l'ottava volta ma il cellulare continuava a squillare, e io continuavo a pensare al peggio. Avevo optato per dei pantaloncini neri che arrivavano a metà coscia e una camicetta bianca monospalla. Avevo messo un braccialetto di perle e un trucco molto leggero, solo un pò di correttore, mascara, e un pò di blush, per darmi un tenue colorito sulle guancie. Avevo lasciato i capelli mossi ricadermi irregolarmente sulla schiena e sulle spalle, e avevo messo delle scarpe alte fino alla caviglia, senza tacco, bianche. Avevo spruzzato anche un pò del nuovo profumo Dior di Lydia, appoggiato sulla mensola del bagno, accanto agli spazzolini. La boccettina dorata emanava un buonissimo profumo, quindi decisi di spruzzarne un pò sul collo e sui polsi. Continuavo a chiamare Isaac, e ai 16 messaggi non c'era risposta. Mi precipitai giù dalle scale, dopo l'ennesimo urlo di Lydia:
<<Farai tardi, sbrigati!>>
Scott era appoggiato al bancone della cucina e beveva ancora della limonata. Gli sfilai il bicchiere dalle mani, bevvi un gran sorso, e dopo averglielo ridato, infilai una gomma alla menta in bocca:
<<Vuoi uno strappo a casa?>>
<<Non ti viene a prendere Isaac?>>
<<Non mi risponde ne alle chiamate ne ai messaggi, quindi Lydia mi presti l'auto?>>
Sorrisi alla mia migliore amica, con fare convincente:
<<No.>>
Le sorrisi ancora di più:
<<Sta attenta!>>
Mi tirò le chiavi:
<<Grazie!>>
Le stampai un veloce bacio sulla guancia e uscì:
<<Scott, sbrigati è tardi!!>>
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Ore: 18:30:
Arrivammo di fronte casa di Isaac:
<<Scott sei sicuro...?>>
<<Da sola in questa situazione non ti mollo!>>
Scendemmo e bussammo al campanello più e più volte:
<<Spostati!>>
Scott forzò la maniglia esterna:
<<Come ci sei riuscito!?>>
Esclamai stupita:
<<Ci riuscirai anche tu. Uno dei vantaggi...>>
<<Okay!>>
Entrai per prima:
<<Isaac! Sono Klaudia! Isaac!>>
<<Kla...>>
Esclamò Scott dal salotto, mostrandomi il suo cellulare che lampeggiava:
<<Isaac non esce mai senza cellulare.>>
<<Controllo il piano di sopra, resta qui per favore!>>
<<Ti accompagno!>>
<<La testardaggine non la lasci proprio mai eh.>>
<<Eh no!>>
Guardai i miei piedi appoggiarsi rapidamente in successione sui gradini in legno. Un rumore sordo. Il buio.

υи αмσяє ѕσνяαииαтυяαℓє ↬ тєєи ωσℓfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora