Capitolo 17

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Mi svegliai presto.. Non avevo molto sonno, sono circa quasi le 3.00 e qui nel mio piano è tutto buio.
Non mi sono mai piaciuti gli ospedali.. Mi danno angoscia di giorno, poi starci di notte, è un inferno.

Cercai di dormire ma nulla, zero sonno.

Andai a farmi un giro per il piano dell'ospedale, corridoi lunghissimi, pieni di stanze con dentro i pazienti che rimangono la notte o anche più.

Ad un certo punto, camminando per i corridoi, vidi un paziente affacciarsi dalla sua porta e facendomi cenno di entrare.

Dubbioso, entrai, e mi fece accomodare un una sedia.

- allora che ci fai qui?

- Ho avuto un brutto incidente stradale che mi è costato la vita, ho un braccio rotto da come vedi, e ho perso la memoria. E te?

- azz mi dispiace.. Io Meglio che non te lo dico.. Non capiresti..

- dai dimmi, tranquillo ti ascolto.

- okay, allora, io sono perseguitato da uno spirito, e a volte questo spirito entra dentro di me, e mi fa fare cose che io non volevo, ho ucciso mia figlia di tre anni, e la mia compagna, mi hanno messo in carcere per un anno, mi hanno fatto uscire presto perché credono che io soffro di epilessia e minchiate varie, ed ora eccomi qui, io sano come un pesce, rinchiuso in questa merda di ospedale, loro credono solo alla scienza, io sto bene, ma ho uno spirito che mi perseguita, io provavo a spiegare tutta questa situazione, e mi credono pazzo.

Ad un certo punto, mi venne come un flashback.
"Erano le 3 di notte, uscii di casa con molta calma, almeno non le avrei svegliate..
Misi in moto la macchina e sfrecciai tra le strade deserte (per via dell'ora) della Louisiana e misi il mio cd preferito, i pooh, cazzo quanto gli adoro.

Nel frattempo accesi il TomTom e misi tutte le indicazioni per trovare la casa di Mario.

Ad un certo punto, qualcosa, o qualcuno mi fece fare una brusca frenata.
C'era una bambina davanti al cofano della macchina.
Ma non era una delle solite bambine carine e coccolose.. Era parecchio strana, carnagione molto chiara, sembrava veramente un fantasma, capelli lunghi e con un abito bianco.
Scelsi di uscire dalla macchina per vedere se stava bene.

- ciao piccola tutto bene?

- si.

- puoi dirmi il tuo nome e dove abiti almeno ti riporto a casa? I tuoi saranno preoccupati.

- i miei genitori sono morti.

- Mi dispiace.. È con chi abiti?

- con voi :)

- dai non fare scherzi piccola.. Come ti chiami?

- Mi chiamo GIULIA. E sono qui per dirti che se tratti male ancora Sara, la porto via da te e da tua moglie.

- ascolta, allora sei tu che gli hai detto di dare quelle cose?

- certamente sono proprio io.

- smettila di frequentare mia figlia.

- tu non mi conosci, ma ben presto capirai chi sono e cosa voglio. "

...

Pensai.. Pensai e ripensai a quel flashback che mi venne in mente...
Ero sconvolto, parlare con questo paziente, mi sveva tirato su un pezzo della mia vita, che io non ricordavo più.

- ci sei?? Perché non rispondi?..

- io ti credo. Mi hai fatto ricordare una cosa molto ma molto importante, te ne sono grato.

- oh, figurati, sono contento per te, c'è la farai a ricordare la memoria, ne sono sicuro!

- grazie mille..

Ad un certo punto..

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