Capitolo 11:-Oltrepassare i limiti🗻🌋

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Chi era quel bambino e perché le donne del villaggio gli avevano rivelato il mio nome, sapevo che dietro tutta questa storia doveva esserci Lilith, lasciai lì i miei nuovi amici, non avevo neanche chiesto il nome di quel bambino,ma corsi perché nella mia mente c'era un unico pensiero Anshar, chissà dove si era cacciato;speravo che non si fosse mosso da lì o qualcuno lo avrebbe scoperto.

Il sole stava tramontando e arrampicatami ad un baobab potei notare la mia prossima meta il monte Kenya e volgendo lo sguardo verso ovest vidi Anshar accoccolato vicino ad un baobab staccare con i suoi grossi denti le foglie per poi cibarsene, ma la mia vista era molto acuta, notai un bambino che si stava avvicinando a lui, osservai meglio quel ragazzino così invadente aveva osato seguirmi e addirittura spiarmi per superarmi, come gli avrei spiegato che Anshar era in pericolo e nessuno doveva sapere della sua esistenza.

Mi lanciai nel vuoto e lo raggiunsi e a gran voce urlai :
"Vai via da qui, non ti avvicinare potrebbe farti del male".

Non sembrò per niente intimorito dalle mie parole, anzi con quello sguardo insolente rispose:

-Non me ne andrò mai piccolina, il mio nome è Yari. Perché poco fa sei fuggita in quel modo senza neanche salutare?."

Ero davvero imbarazzata non sapevo cosa dire, ma l' unica soluzione che mi parve ovvia fu raccontargli la verità, ero sicura che avrebbe mantenuto il mio segreto e che magari mi avrebbe dato qualche dritta per superare il primo ostacolo del mio viaggio.

Mi avvicinai a lui e gli strinsi la mano come segno di amicizia, mi sedetti e feci cenno di venire a sedersi tra l'erba vicino a me e con voce pacata dissi:

"Promettimi che manterrai il mio segreto dopo che te lo avrò svelato".

Annui facendo un segno con il capo e io cominciai a raccontare.

"Sai io sono fuggita dalla mia famiglia, nessuno sa che mi trovo qui nel vostro villaggio tranne il io piccolo cucciolo Anshar" indicai il piccolo cucciolo di elefante.

Yari scoppiò in una fragorosa risata e disse:
"E tu chiameresti Anshar un piccolo cucciolo!! Con un colpo di zanna potrebbe persino ucciderti."

Il mio viso si fece cupo e triste pensando a mia madre, ma non mi sentivo ancora pronta a dirgli completamente tutta la verità, sembrò quasi accorgersene, ma non disse nulla, si alzò di scatto e disse:

"Rimarrai qui per sempre? Ho sentito da Lilith che dovrai intraprendere una missione di cosa si tratta?".


Mi alzai, lo raggiunsi e indicai il monte Kenya e subito esclamò:

"Non starai mica scherzando, non potete andare lì solo voi due, verrò lì con voi."

Ribattei:

"Non ci pensare proprio, tu non verrai, devi tornare dalla tua famiglia".

Il suo viso sembrò cambiare espressione così come il sole che viene ricoperto dalle nuvole, un lampo sfiorò un piccolo cespuglio, l'acqua scese velocemente e subito cercammo il riparo più vicino, Yari mi strinse la mano e mi trascinò via dalla tempesta, Anshar ci seguì, presto ci ritrovammo all'interno di una piccola caverna accogliente, della legna era disposta per accendere un fuoco, e un piccolo zaino era poggiato tra le rocce e subito mi pentii delle parole dette prima, ma non dissi nulla.


"Questa è la mia casa da quando i miei genitori mi hanno abbandonato, ormai conosco ogni donna del nostro villaggio".

Ci addormentammo coperti da una shuka ,con le piccole gocce di acqua che si infrangevano sul terreno, consapevoli di essere legati dallo stesso filo chiamato destino.

KIIMA KYA NYAA AND THE LEGEND OF THE OSTRICH

La mattina mi svegliai Yari non era più lì ;chissà dove si era cacciato, tra qualche ora saremmo dovuti partire, Anshar mi solleticava con la sua proboscide, uscii dalla grotta; l'alba si posava sui monti così scuri e un'immensa scalata ci attendeva, sentivo fischettare, Yari era tornato e con se aveva portato infinite provviste, si sedette e insieme decidemmo il sentiero che avremmo dovuto seguire.

"Sappi cara Sunset che molte leggende circolano sul monte Kiima Kya Nyaa, ovvero la montagna dello Struzzo, chiamata così per la somiglianza tra le macchie nere e bianche delle penne del bipede e la colorazione assunta dalle rocce a causa della particolare distribuzione della neve su di esse, si narra che un antico Struzzo gigante fosse il padrone del grande monte e uccidesse tutti coloro che osavano catturarlo per poter staccare le sue penne magiche, quelle penne avevano uno strano potere, coloro che si sarebbero marchiati tagliandosi con una di esse avrebbero ottenuto l'immortalità, ma qualora non avessero superato l'intera scalata il potere sarebbe svanito portando direttamente verso la morte, in quanto il bipede li avrebbe divorati."

Il villaggio di Nanyuki si trovava vicino agli itinerari Sirimon e Burguret, punti di partenza verso il monte Kenya, prendemmo i piccoli zainetti in spalla e ci dirigemmo verso Burguret cominciando la nostra scalata,la radura era pervasa da alberi altissimi come canfori africani, rauwolfie, macaranghe, olivi africani, ginepri, podocarpi e haghenie.

Raccogliemmo della piccole foglie di rauwolfie in quanto era un ottimo antidoto qualora durante la notte qualche serpente avrebbe tentato di ucciderci.

Le vette più alte che avremmo dovuto scalare in quei giorni erano:
Batian (5199m), Nelion (5188m), Lenana (4985m), avremmo dovuto raggiungere la più alta per poi riscendere, più salivano più la temperatura sembrava aumentare, il monte era uno stratovulcano,ovvero nato dall'accumularsi della lava,ma ormai spento da parecchi anni;era costeggiato da ben dodici ghiacciai, nonostante ci trovassimo nella zona equatoriale il gelo sembrava scorrere dentro la nostre vene, ma non mi sarei arresa dovevo raggiungere quella valle e adesso non ero più sola; con me avevo la mia nuova famiglia Anshar e Yari.

Nei giorni successivi risalimmo le pendici della montagna, seguendo prima la valle del fiume Nanyuki, poi un suo affluente, camminammo interi giorni senza alcuna sosta arrivando a circa 4.200 m di quota, intorno a noi la vegetazione sembrava essere scomparsa, sembrava che ci trovassimo in un deserto in quota, pochi erano ancora i metri e saremmo giunti alla vetta Lenana.

200 m di quota, intorno a noi la vegetazione sembrava essere scomparsa, sembrava che ci trovassimo in un deserto in quota, pochi erano ancora i metri e saremmo giunti alla vetta Lenana

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Angolo autrice
Spero che questo capitolo possa incuriosirvi, è stato il più complesso da scrivere.
Spero che il personaggio di Yari vi piaccia.
Alcune descrizioni sono tratte dal libro fuga sul Kenya di Felice Benuzzi.
I nostri personaggi riusciranno a scalare il monte Kenya? Giungeranno alle valle degli elefanti?
Scoprirete tutto nei prossimi capitoli.
A presto🌸🌋

Sunset 🐘Où les histoires vivent. Découvrez maintenant