Capitolo25:"EGLE"-Capitolo Extra-

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L’Africa è mistica, è selvaggia, è un inferno soffocante, è il paradiso del fotografo, il Valhalla del cacciatore, l’Utopia dell avventuriero.

È quello che vuoi tu, e si presta a tutte le interpretazioni. È l’ultimo vestigio di un mondo morto o la culla di uno nuovo e lucente.

Per moltissima gente, come per me, è semplicemente casa mia.
(Beryl Markham)

Svegliarsi e ritrovarsi all'interno di una prigione, ogni giorno sembrava sempre  più soffocarmi, ogni giorno la mia immagine era delineata dal riflesso di uno specchio, più mi specchiavo più ero consapevole che non sarei mai diventata come lui, volgevo la mente e lo sguardo fuori dalla finestra consapevole che bisognasse fuggire da quelle sbarre d'avorio che mi tenevano prigioniera.


Quell'uomo che sin da bambina avevo chiamato papà, in realtà non mi aveva mai amata, aveva sempre desiderato un primogenito maschio, un principe ed un futuro re che avrebbe fatto risplendere il nostro regno e la nostra dinastia, la dinastia dei  Soter, un re che avrebbe soggiogato tutte le città dell'immenso Kenya per ottenere il potere assoluto e dominare in eterno. Lui avrebbe distrutto tutto.

Immaginavo la distruzione come un inverno che essiccava ogni lucente spiraglio di vita vegetale, lasciando dietro a quelle notti gelide, solo un arido deserto.

Immaginavo il frastuono assordante delle cascate, che si gettavano nel vuoto spegnersi debolmente,lasciando posto ad un tetro silenzio di morte.

Ogni albero sarebbe stato abbattuto, ogni soffio di vita smorzato dal sibilo di un'arma da fuoco puntata contro quei povera gente.

Poco prima che la regina spirasse, dopo esser stata ferita da un morso di cobra velenoso,le promisi di rendere libera la  nostra terra, la natura doveva tornare a sorridere sotto i raggi scottanti del sole.

Infondo mio padre aveva sempre desiderato che sposassi il suo luogotenente Sherlock,l'unico uomo che aveva amato come un vero figlio, colui che avrebbe garantito il potere, un uomo burbero e gelido come la neve d'inverno.

Non avevo mai approvato la decisione di mio padre, ma ormai mancavano solo pochi anni e avrei raggiunto la maggiore età dovendomi sottomettere alle sue imposizioni.

Fu proprio in quella notte che mi ritrovai fuori dal castello, sotto il riflesso della luna piena a vagare per le piantagioni di grano, in cui mio padre teneva prigionieri milioni di schiavi, proprio lì mi imbattei in quegli occhi verdi e in quel sorriso affievolito di un bambino ormai stanco. 

Accarezzai quella ruvida pelle e sorrisi scrutando nei suoi occhi un velo di speranza, lo presi per mano e lo aiutai a fuggire da lì.

Ogni sera riuscivo a liberare una famiglia di prigionieri che affidavo nelle mani della natura e della dea Oshun.

Furono proprio quei gelidi occhi verdi a condurmi verso il giardino segreto in cui stavano custoditi in condizioni disumane gli elefanti da guerra, fu solo lì che rividi per l'ultima volta il colore dei suoi occhi verdi che scomparve tra le sabbia delle nostre terre.

Fu lì che per la prima volta mi imbattei nella piccola proboscide di Enshimer.

Angolo autrice

Eccomi spero che il mio ritorno possa farvi gioire, e che questo capitolo possa farvi emozionare così come tutti gli altri.
In questo extra ho illustrato un pò il rapporto e la storia di Egle.
Di chi saranno quegli occhi verdi?
Riuscirà a sconfiggere il padre mantenendo la promessa fatta alla madre?
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate qualche commento o stellina.
La vostra Roby🐘

Sunset 🐘Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz