Capitolo 36: Armarsi consapevoli di vincere

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Tutti i moventi per l'omicidio sono riassunti esaurientemente in queste quattro parole: amore, lussuria, denaro e odio. Ti verranno a raccontare che la più pericolosa è l'odio. Non crederci. La più pericolosa è l'amore.


Sunset

Era stato come viaggiare nel vuoto, un vuoto privo di ogni minima realtà oggettiva, viaggiare indietro tra le proprie emozioni, essere avvolti dal passato, consapevoli che davanti ai nostri occhi si proietta in futuro da guerrieri.

Tra i miei ricordi solo sangue animale e umano e gli sguardi delle donne che mi avevano amato come se fossi stata la parte migliore della loro vita, mia madre e mia zia.

E poi il vuoto, ogni ricordo era svanito nel nulla, l'unica cosa di cui ero consapevole erano le parole della dea Oshun, mancava solo un membro tra di noi per adempiere alla profezia, una donna avrebbe reso il nostro potere indistruttibile.

Quella valle avvolse il mio sguardo, che subito fu catturato dalla bellezza unica delle cascate che si posavano sul fiume argentato, il sole lasciava spazio alla lune astrale da cui l'acqua scendeva velocemente accompagnata dal suono lieve di un flauto, e poi l'odore acre di sangue, la terra macchiata di un rosso così intenso e vivo, le armature accatastate le une con le altre e i corpi ormai privi di energia vitale, non eravamo giunti qui per morire, né per uccidere, il nostro compito era solo portare a termine la missione affidata dal cielo.

Quella valle avvolse il mio sguardo, che subito fu catturato dalla bellezza unica delle cascate che si posavano sul fiume argentato, il sole lasciava spazio alla lune astrale da cui l'acqua scendeva velocemente accompagnata dal suono lieve di un f...

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Fu come rivedete quegli occhi, gli unici che mi mancavano così tanto, gli unici che mi erano sempre stati fedeli, gli occhi di mia nonna.

Una ragazza con dei lunghi capelli ramati spiccò il volo verso la casata del regno per annunciare l'arrivo dei nuovi guerrieri, nei suoi occhi lo sguardo di una guerriera.
Non mi fidavo di lei e le strinsi il braccio, ma qualcosa mi destabilizzó, sul suo braccio degli occhi di elefante, quelli erano gli occhi del mio Anshar, non era possibile.
Chi era e come era entrata in contatto con la valle degli elefanti?
Ero così scossa, ma non avrei posto nessun ostacolo dinanzi ai miei obiettivi, dovevo dimostrare a me stessa di riuscire nella mia impresa.

Yari Era come se un vortice di pensieri avesse spazzato via ogni ricordo, come se il nero di un'oscurità avesse preso il posto della ragione, solo il vuoto e la luce della luna astrale che si posava su di noi e sull'intera casata

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Yari
Era come se un vortice di pensieri avesse spazzato via ogni ricordo, come se il nero di un'oscurità avesse preso il posto della ragione, solo il vuoto e la luce della luna astrale che si posava su di noi e sull'intera casata.

Althea aveva raggiunto la casata ed era tornata con le nostre armature, armature invisibili alla luce della luna astrale e visibili nel buio della notte tetra.

La mia emanava un intenso colore blu, come un mare in tempesta silenzioso  che subito dopo conduce ad una lunga quiete, quell'intenso colore portava alla luce le mie inclinazioni pacate, il mio modo di trovare un equilibrio interiore nei momenti più caotici e riequilibrare una guerra che ben presto sarebbe potuta scoppiare.

Quell'armatura fu posata sul mio corpo e mi elevai nel buio tetro della notte, tra le stelle, fu come se il mio corpo si fosse smaterializzato mischiandosi alla lucentezza del cielo notturno, come se il mio corpo fosse svanito lasciando posto all'anima, un'anima che brillava di luce propria, ma adesso avrei dovuto lavorare sui miei punti deboli rendendoli velati al mio nemico e rafforzando lo spirito della mia anima, avrei dovuto evitare che la tempesta prendesse il sopravvento dentro di me.

Ismael Quelle strane sensazioni si erano impossessate di me, del mio vivere quotidiano, avevo davanti gli occhi il verde dei prati, il giallo del grano dei campi estivi e la mietitura e poi la morte, la voglia di smettere di vivere e lasciarsi and...

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Ismael
Quelle strane sensazioni si erano impossessate di me, del mio vivere quotidiano, avevo davanti gli occhi il verde dei prati, il giallo del grano dei campi estivi e la mietitura e poi la morte, la voglia di smettere di vivere e lasciarsi andare in un silenzio privo di ogni dolore, come se ogni cosa smettesse di fare male, invece mi ero ritrovato tra quelle lande selvagge, tra il sangue degli elefanti, al buio di una cella e avevo perso lei che aveva reso ogni mio inverno simile ad una primavera.

Lei mi aveva salvato da quella morte imminente e adesso avrei dovuto proteggerla, un'armatura scintillante fu deposta ai miei piedi, e delle grandi ali comparvero lungo la mia schiena, intagliate su di me.

Una luce verde irradió l'intera valle dei soldati, il colore di una speranza che mi era stata fedele complice, avrei dovuto combattere per lei, la donna che mi amava, avrei dominato il suo regno sconfiggendo ogni nemico.

Mi levai su nel cielo sprigionando il mio dominio sulla valle e volai fino a toccare la stella più alta tra tutte, sarei stato il leader dei soldati.

Mi levai su nel cielo sprigionando il mio dominio sulla valle e volai fino a toccare la stella più alta tra tutte, sarei stato il leader dei soldati

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Poi quel buio prima di una rinascita...

Angolo autrice
Eccomi qui dopo troppo tempo, davvero tanto, solo dio sa quanto mi sia mancato scrivere e poter condividere le mie idee con le lettrici e i lettori.
Ho voluto dare a tale racconto un'ombra mitologica/ fantasy ma il luogo descritto non è del tutto fantastico ha un collegamento importante con il Kenya.
Per realizzare tale capitolo ho concepito l'idea delle armature sotto forme angeliche e ho studiato la macroterapia perché ritengo che ogni personaggio debba aver un carattere ben distinto.
Inoltre spero che il personaggio di Althea vi incuriosisca.
Spero che tale capitolo vi piaccia e che sia accattivante come tutti gli altri, aspetto i vostri commenti.
Baci la vostra R 🐘

Sunset 🐘Where stories live. Discover now