Capitolo 15: Si comincia da una scelta

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É nel momento delle decisioni che si plasma il tuo destino.

Edward
La mia piccola era scomparsa, i rimorsi sembravano uccidermi,forse fin dal primo momento avrei dovuto dirle tutta la verità,ma come si fa a spiegare ad una bambina di soli undici anni che suo padre uccide per vivere?

Non avevo mai avuto il coraggio di dirle che tutto era iniziato per proteggerla. Non avevo mai avuto il coraggio di dirle che quella notte sua madre era morta a causa mia.Non avevo mai avuto il coraggio di dirle che mi ero innamorato di un'altra donna che non fosse sua madre.

Ma Sunset aveva capito tutto fin da sempre, nonostante la sua età era molto perspicace e curiosa.
Era curiosa di scoprire cosa si celasse al di là delle apparenze...

Forse era troppo tardi per cercarla, forse aveva già abbandonato il paese.
Non potevo perdere mia figlia.
Nello stesso istante nella mia mente sembrò materializzarsi la figura di Gleidis accovacciata tra le coperte con un grande pancione. Come avrei abbandonato la mia nuova sposa in quelle condizioni?E se avesse subito un parto senza il suo uomo vicino?

Da quando Gleidis era entrata in quella casa tutto sembrava essere cambiato, come se quella ventata d'aria fresca invernale fosse arrivata in tempo per non essere divorati dalla calura estiva.

Era una donna un po' timida, ma affascinante, quella piccola frangetta le incorniciava il viso rendendola ancora più bella, ma ciò che mi aveva fatto innamorare era il suo modo di affrontare la vita.

Sembrava quasi consapevole che la vita fosse piena di ostacoli,ma era sicura che li avrebbe superati tutti.
Non avevo tempo, non riuscivo a prendere una decisione...

Non riesco a considerare nessuna necessità nell'infanzia tanto forte come la necessità di protezione del padre.

-Amore verso una figlia

Ricordavo tutte le volte che si era addormentata tra le mie braccia, il suo respiro lieve che solleticava la mia pelle, le sue lacrime per i primi dentini e i suoi primi passi verso la realtà oscura.

Perché l'uomo dimenticava ad amare e diventava egoista? Perché l'uomo desiderava essere felice,non considerando la felicità altrui?

Era proprio questo che aveva fatto Edward nel momento in cui aveva privato Sunset della sua famiglia, nel momento in cui aveva riposto quella zanna nel baule, nel momento in cui aveva nascosto ogni segreto che appartenesse a sua madre, tranne quella piccola fotografia.

Non sapeva più amare sua figlia,aveva dimenticato cosa significasse accarezzarle la nuca e sentirsi dire:
"Ti voglio bene babbo."

Nonostante Sunset non lo desse a vedere, per lei era sempre stata una sofferenza la lontananza di suo padre, avrebbe desiderato intrecciare la loro mani e attraversare tutto il villaggio alla scoperta delle false illusioni, delle apparenze.

Ma suo padre parve non capirlo mai e solo quando senti quella stretta morsa al cuore corse per l'intero villaggio sperando che non fosse andata via per sempre...

Aveva preso la sua decisione, Gleidis avrebbe capito, non poteva compiere un errore dietro l'altro, anzi doveva rimediare ritrovando la sua pupetta, questo era il nomignolo che Edward aveva dato alla sua Sunset.

La donna del telaio

L'unica donna che mi avrebbe potuto aiutare senza ombra di dubbio era la donna del telaio

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L'unica donna che mi avrebbe potuto aiutare senza ombra di dubbio era la donna del telaio.
Da qualche anno si era trasferita nel nostro villaggio, proveniva dall'Europa, ma da quando le avevano annunciato che sua figlia era morta durante una spedizione in Africa, aveva deciso di passare i suoi ultimi anni qui in Kenia, imparando una nuova arte.

Le sue mani sembravano posarsi lievemente su quel telaio,da cui come per magia ne uscivano delle bellissime shuka, con richiami floreali e paesaggistici.

La donna sapeva tutto di ognuno, era molto civettuola e amava chiacchierare con chiunque passasse dalla sua bancarella.

Era stata come una nonna per Sunset, da quando aveva visto la mia piccolina se ne era innamorata, non aveva mai avuto una nipote e quindi decise di prendersi cura di lei.

Spesso Sunset passava lunghe giornate nella stanza dei telai perdendosi tra i batuffoli di lana grezza, gli spartiti e tra quella polvere di gessetti colorati di cui era ricoperta ogni parete.

Proprio grazie alla donna Sunset era cresciuta, le aveva insegnato a leggere,a scrivere e a suonare quello strano strumento chiamato pianoforte,era l'unica che ne possedesse uno nel nostro villaggio.

Corsi verso di lei sperando che Sunset le avesse detto qualcosa prima di sparire nel nulla.

Bussai alla sua porta e dopo pochi minuti apparve una piccola donna un po' curva, indossava uno scialle rosso e una shuka di un blu molto intenso e con la sua voce esile disse:
"So perché si trova qui, vuole sapere dove è diretta la sua piccola. Mi ha detto solamente che voleva raggiungere la Valle degli elefanti".

Era la fine doveva essersi inoltrata nel bosco durante la notte, non l'avrei mai più ritrovata...

Ero stato un padre senza anima, senza sentimenti e adesso avevo perso l'unica persona che amavo Sunset.

Angolo autrice
Cari lettori spero che questo capitolo vi piaccia e che possiate dare una chiave di lettura maggiore sul padre, ciò che scrivo identifica spesso me stessa.
Anche la figura della donna del telaio è particolare in quanto è l'unica persona di cui Sunset si fidava ciecamente a parte sua madre Teares.
Cosa succederà ad Edward? Si arrenderà? Qual'è la vera identità della donna del telaio? Dove si sarà cacciata Gleidis?
Tutto nei prossimi capitoli😘

Sunset 🐘Where stories live. Discover now