Autolesionismo

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Per un po' è stato così.

"Hei piacere, mi chiamo Autolesionismo.
Tu non mi conosci, ma non servono parole.
So come ti senti, non c'è bisogno che tu mi spieghi.
Conosco il tuo dolore, la causa delle tue lacrime ed il tuo desiderio di sparire.
So che non vorresti essere qui.
Qualunque sia la realtà dei fatti, so che ti odi.
Ma io ho la soluzione per te.
Vieni...te la mostrerò.
Vedi quella lametta? Lei ti aiuterà a distruggere quest'oscurità.
Lei ti aiuterà a far scorrere via tutti i problemi, l'ansia e le preoccupazioni.
Ti affezionerai a lei..prima un taglio, poi due, tre..dieci.
Saranno direttamente proporzionali al vuoto e al male che senti.
Lei ti spianerà la strada verso la felicità, verso la libertà che desideravi.
Lei pian piano ti condurrà via da questo mondo che non ti appartiene.
Vieni con me.
Questo non è il luogo adatto a te.
Ti renderò felice."

Di solito quando mi taglio sanguino poco. Dolore, un tampone, un po' di acqua ossigenata, un cerotto, un altro po' di dolore. Crosticina con cui giocare. Cicatrice. Fine del dolore.
Non si sa perché con il cuore non funzioni.
Con il cuore, quando mi feriscono, continuo a sanguinare per giorni, a volte per mesi. Hanno dimenticato le piastrine per i miei sentimenti. Stilettate di emozioni negative e inizio a sanguinare parole, lacrime, rabbia. I ricordi mi investono ad ondate e la ferita si riapre. E si riapre. E si riapre.
Basta un niente, una piccola botta di profumo, un poco grattarsi di ricordi, un leggero freddo di malinconia, un'immersione prolungata in un'acqua calda di musica.
E la crosta si riapre. E la cicatrice si arrossa.
E mi tampono con parole, lacrime, rabbia.

La forza di rialzarsi.Where stories live. Discover now