06- Try Not To Get Killed

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Quella mattina mi ero svegliata decisamente col piede sbagliato.
A dire il vero credevo di essermi direttamente addormentata dalla parte sbagliata e con un'insolito nervosismo; ma comunque non mi soffermai a pensare ed andai rapidamente a lavarmi, cercando di sorvolare lo squillante e continuo suono della sveglia.
Mi ero vestita rapidamente con dei jeans a vita alta ed un maglioncino nero, avevo legato i miei capelli ancora bagnati in una lunga coda ed in fine avevo svegliato Lise alle sette e mezza del mattino, per costringerla a vestirsi e a venire con me a lavoro.

Sapevo che fosse piuttosto strano per lei e per i miei colleghi, ma se c'era qualcosa che non volevo fare quella mattina, era decisamente lasciarla da sola.

Sentivo come se quella casa non fosse sicura, come se dovessi passere più tempo possibile fuori da essa e come se chi vi abitasse all'interno non fosse più nel posto giusto, lontano dai pericoli esterni e da chi voleva accedervi senza alcun impegno.

Entrai così in ufficio tenendo la mano di Lise e guidandola accanto a me, dopo aver preso la metro ed aver raggiunto il palazzo in cui lavoravo. Entrai con un sacchetto pieno di colori e disegnini confusi da una mano, che Lise avrebbe utilizzato per passare il tempo, e con una pila di documenti stretta sotto al mio braccio.
Entrai dalle porte automatiche ed attirai immediatamente l'attenzione di tutti i miei colleghi che, con entusiasmo, salutarono Lise in coro e smisero per un attimo di fissare i loro computer.

Mi sentii parecchio osservata dagli occhi dei colleghi con i quali avevo un rapporto meno stretto, ma a farmi sentire a mio agio fu subito Denise che mi accorse incontro e richiamò l'attenzione di Lise, che con confidenza si staccò dalla mia presa e le saltò letteralmente addosso.

'Ehi, piccola peste!' La salutò, chinandosi per abbracciarla e stampare un sonoro bacio sulla sua nuca, 'come siamo cresciute!' Disse un'attimo dopo, prendendola per le spalle ed allontanandola da lei, così da poterla osservare completamente.

Mi persi ad osservare quella scena, ma nonostante tutto sembrasse abbastanza leggero e divertente, arrivò subito Chris da dietro l'angolo che smise immediatamente di farmi sorridere e mi venne incontro, facendo mutare la mia espressione allega in qualcosa di chiaramente più serio: 'l'ho portata con me soltanto perché suo padre era occupato, se non è un problema può stare...' feci subito per giustificarmi, ma lui mi interruppe, infilando le mani nelle tasche dei suoi pantaloni eleganti: 'no, non mi interessa', tagliò corto, 'piuttosto, come procede con il caso del ragazzo scomparso?' Domandò.

'Male', risposi velocemente, sentendo già da subito i miei nervi tendersi al solo pensare a quella vicenda: 'non riesco a parlare con la sua famiglia, non trovo notizie interessanti...' blaterai.

'Beh, ci sono pur sempre i testimoni, no?' Chiese lui, passando oltre a ciò che stavo dicendo con tanta preoccupazione: 'ho letto parecchi racconti di chi dice di averlo visto in prima persona e di aver interagito con lui', osservò, 'puoi sempre parlare con loro e scrivere le loro testimonianze da qualche parte, non credi?'

Chris restò a guardarmi con complicità. Sembrava credere di aver appena detto una delle cose più geniali ed impensabili al mondo.

Ed avrei voluto accontentarlo subito, fingendomi sorpresa e sbrigandomi a seguire i suoi consigli; se soltanto non avessi già pensato a ciò che mi stava proponendo e se soltanto quel ragazzo non si fosse presentato in camera mia, in piena notte, per minacciarmi di tagliarmi letteralmente il collo.

Per questo sospirai e distolsi lo sguardo dal suo, per portarlo nuovamente a Lise che da qualche secondo stava scherzando con Denise. La osservai mentre sorrideva e parlava con spensieratezza, ignara di ciò che in realtà stava capitando.

Sightings - ZAYNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora