12- Your Flavor

2.1K 255 44
                                    

Ero ancora sotto shock, reggevo il mio polso con l'altra mano e fissavo l'uomo sul fondo della stanza, fermo sull'uscio, con un bicchiere di vino rosso tra le mani e con una spalla appoggiata allo stipite della porta, svogliatamente.

Conoscevo la sua faccia, avevo già visto i suoi occhi azzurri e i suoi capelli biondo cenere: qualcosa in lui mi ricordava qualcuno con il quale avevo già avuto a che fare e in quel momento, seppur mi sforzassi a rammentare, non avevo la più pallida idea di chi fosse e di dove avevo già visto quella faccia.

'Non sono più il tuo babysitter, Zayn, ma probabilmente dovrei ricominciare ad esserlo', lo freddò pacatamente, facendo un sorso dal bicchiere che reggeva tra le mani, con eleganza: 'dopotutto ti sta dando di volta il cervello, a quanto vedo', insinuò, non appena finì di deglutire un lungo sorso.

Dette quelle parole, l'uomo si voltò a guardarmi e mi osservò per qualche secondo di traverso, con i suoi occhi di ghiaccio, facendomi bloccare il respiro.

Nel frattempo, il moro, quasi con noncuranza ed irritazione, si era diretto verso il suo armadio ed aveva tirato fuori un'ennesima camicia bianca, senza prestare la minima attenzione a ciò che stava dicendo.
'Spero che sia qui per rivedere un'ultima volta sua figlia prima che tu la uccida', decretò il biondo, indicandomi, mentre l'altro procedeva nello sfilarsi la t-shirt dalla testa, con nevrosi.

A quelle parole, probabilmente nel peggior stato di panico e terrore della mia vita, balzai in piedi dal letto e restai immobile ed ansimante sul lato di esso, 'non...non hai detto che non vuoi farmi del male?' Farfugliai, rivolgendomi a Zayn, che con molta tranquillità stava già allacciando i bottoni della camicia che si era infilato.

'Io-io credevo che non volessi uccidermi, credevo che dovessi fare ciò che mi avevi detto e...' e volevo far qualunque cosa pur di aggrapparmi a quell'ultima speranza che si rifugiava in quel ragazzo; il colui che, sin dall'inizio, mi aveva dato una possibilità di sopravvivere. Ma prima che potessi finire di parlare, lo vidi scattare nella mia direzione, con ancora l'intera camicia slacciata e per la prima volta, forse, con delusione e rabbia; 'ti avevo detto di non fare stronzate, Luveny, e hai tentato di farmi arrestare!' Sbottò.

I suoi occhi erano colmi di furia, scuri come pozzi senza fine e confusi fino al limite del normale; così come i suoi muscoli, tesi e vicini ad un crollo fisico, ad un passo dallo scagliarsi addosso a me e porre fine alla mia vita.

Era spaventoso, forse per la prima volta in maniera quasi imparagonabile a quelle precedenti.

Il suo respiro era accelerato, il suo petto nudo si alzava ed abbassava rapidamente e, con scarsi risultati, cercava di regolarizzassi di volta in volta: 'sono morto per la gente la fuori, sono morto da sei-fottuti-anni', scandì perfettamente, puntando i suoi occhi nei miei: 'non mi farò rovinare tutto da un bel culo e da un'egocentrica ventenne che crede di poter controllare qualunque essere su questa terra!'

Le vene lungo il suo collo, come se volessero esplodere, si gonfiavano in maniera quasi rabbrividente.

'Non volevo farti arrestare...' mentii soltanto, a bassa voce, deglutendo rapidamente la saliva che avevo in bocca. 

Sentiva che stavo dicendo una bugia, lo sapeva perfettamente, ma nonostante questo mi ritrovavo a fissarlo con timore e a dire stronzate pur di sentirmi minimamente meno stupida.

'Sì che volevi, Luveny, sento il tuo cuore battere!' Mi indicò irritato, sbarrando gli occhi: 'non ha senso mentirmi, posso sentirlo Luveny, posso percepire ogni tua cazzo di emozione!'

Sightings - ZAYNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora