17- Little Secret Meetings

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Non appena l'automobile si fermò, un enorme palazzo apparve davanti ai nostri occhi ed altre numerose macchine ci circondarono in quel parcheggio immenso, mentre Zayn cercava un posto dove mettersi.

'Vuoi uccidermi?' Domandai in preda al panico, guardandomi intorno ed alternando lo sguardo tra lui e quel posto.

'Vorrei farlo pur di non sentirti parlare', sbuffò lui, infilando contemporaneamente la sua macchina in mezzo ad altre due, in un parcheggio stretto.

E quando scendemmo, non potei far altro che seguire le sue azioni e pedinarlo fino all'ultimo passo. Raggiungemmo l'ingresso di quell'enorme edificio che sembrava essere un palazzo suddiviso in diversi appartamenti e si fermò per qualche secondo sull'angolo di quell'entrata, dove vi erano diverse cassette postali.

Mikaelson. Cercò tra le cassette di tutti i condomini e sfilò una chiave dalla sua tasca quando arrivò a quel cognome.

Non appena quest'ultima si aprì, il moro si limitò a prendere un'altra chiave nascosta al suo interno e a rinchiudere quella cassetta con un colpo, facendomi  poi segno di seguirlo. 

Salimmo così tutte le scale, fino ad arrivare al quinto piano, e lì ci trovammo difronte a diverse porte.

22, Moore - 23, Edison - 24, Goldsmith
e 25, Mikaelson.

Quando arrivò difronte a quella porta di legno con su attaccata la targhetta che denominava il proprietario, non riuscii a trattenere il mio nervosismo: 'cosa...cosa facciamo qui?' Domandai.

Contemporaneamente Zayn infilò la chiave nella serratura e si fermò per qualche secondo, voltandosi a guardarmi: 'promettimi che resterà un segreto', asserì, ignorando completamente le mie domande.

Alzai un sopracciglio, 'oh, se mi ridurrai a brandelli rimarrà sicuramente un segreto', ironizzai, fingendo una risatina piuttosto ironica.

'Davvero credi che voglio ancora ucciderti?' Mi domandò lui, accigliato, stranamente innervosito dalla mia battuta: 'ti ho evitato la morte, l'altro giorno, quando ero ad un passo dal dissanguarti completamente, ho fatto una scenata davanti a mezza città stasera, pur di evitare di attaccarmi al tuo collo, ho rischiato che tutti mi riconoscessero e che mi sbattessero dietro le sbarre e litigherò con Nik, non appena ne avrò l'occasione, per...' ed avrei davvero voluto sentire tutto quel lungo elenco di favori che mi aveva fatto, se soltanto non mi avesse già annoiata: 'okay, vuoi qualcosa in cambio?' tagliai corto, portando le mani ai fianchi.

Il moro spalancò gli occhi inferocito, quando mi sentì porre quella domanda: 'stai scherzando!?' sbraitò.

'Sto andando contro ogni fottutissima regola da quando hai deciso di farti pubblicamente i fatti miei e nonostante ti abbia lasciata in vita continui a...a detestarmi e...' Sembrava in preda ad una crisi di nervi, così tanto da non trovare nemmeno le parole per descrivermi.
Perciò gli semplificai il lavoro: 'detesto chiunque provi a far del male a mia figlia', decretai, 'non puoi davvero pretendere che io ti adori semplicemente perché la risparmi e perché hai deciso di lasciarmi in vita', risi.

'Non hai capito un cazzo!' Gridò lui, interrompendomi con un pugno contro la porta che stava precedentemente tentando di aprire: 'non mi fido di te, Luveny, per questo ho preso Lise!'

Sussultai, notando le vene gonfiarglisi lungo il collo: 'se non lo avessi fatto ti avrei già dovuta uccidere, è così che funziona, è così che seguiamo le nostre regole!'

'Potevi soltanto chiedermi di interrompere le indagini, senza fare questo casino', risposi pacatamente, facendo spallucce.

'L'ho fatto!' Mi seguì lui, mantenendo il suo tono alto abbastanza da svegliare qualche condomino, 'sei tu che hai continuato Luveny, lo sai benissimo!'

Sightings - ZAYNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora