35- Do You Trust Me?

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Quella notte andai diretta a farmi una doccia.

Se perché avevo avevo bisogno di tempo per riflettere o se perché sentivo di aver dato il mio corpo a qualcuno che non lo aveva rispettato.

Avevo lasciato la mia camera per andare in bagno e Zayn era rimasto nella mia stanza, in silenzio, a scrutare sottocchio ogni mia mossa.

Pensavo che se ne sarebbe andato subito dopo avermi vista lasciare la stanza, visto il modo in cui si era conclusa quella pessima serata.

Perciò avevo messo addosso un'accappatoio e mi ero asciugata con calma, rivestendomi poi con una sottile vestaglia color cipria.

Erano ormai le due quando avevo concluso di fissare la mia figura allo specchio, silenziosamente, ed avevo deciso di concludere lì i miei pensieri per andarmene tranquillamente a dormire.

Mi ero diretta in camera e diversamente da come avevo previsto, sul bordo del letto, con il capo chino e i gomiti appoggiati alle sue ginocchia, vi era Zayn.

Zayn che aveva aspettato per moltissime ore, senza dire una parola, e inaspettatamente era ancora seduto su quel letto, senza alcuna arroganza o superiorità.

'Sei ancora qui', commentai con sufficienza non appena varcai la soglia.

Lui, impreparato al mio arrivo, alzò di scatto il capo e puntò gli occhi sui miei, forse minimamente spaventato dall'idea di dover affrontare nuovamente una conversazione.

'I-io voglio solo...' il suo sguardo si abbassò alle sue mani, strette attorno ad un piccolo barattolo colmo di un liquido rosso, semplicemente riconoscibile come sangue.

Lo guardò, deglutì e con un sospiro tornò a guardarmi: 'questo è il sangue per Maggie', mi informò.

'Fantastico', ammiccai, indicando il comodino al suo fianco: 'posalo lì e torna pure alle tue serate da quella simpatica oca di cui ti fidi tanto', lo freddai.

E pensavo fosse ovvio che mi stessi riferendo a Cece.

Camminai con diligenza nella stanza e mi fermai poi davanti al comò, sul quale vi erano i miei trucchi e tutte le varie creme che solitamente mettevo in faccia.

Presi quella per la notte e la spremetti sul palmo della mia mano, sentendo contemporaneamente un sospiro da parte del moro.

'Mi dispiace di aver dubitato di te', lo sentii dire ad un certo punto.

Era calmo. Tanto calmo quanto sincero, forse.

Ma mi limitai a spalmare la crema sul mio volto, distratta, senza prestare alcuna attenzione alla sua figura alle mie spalle. 'Anche a me dispiace di esserti saltata addosso, stasera', ammiccai.

Ed era la verità, dannazione. Mi dispiaceva di aver dato così poca importanza a me stessa e di essermi abbassata al livello di qualcuno che dubitava di me e considerava il sesso come qualcosa di banale tanto quanto il mangiare una pizza con gli amici.

A quel punto sentii i suoi movimenti, forse dovuti dal fatto che si alzò dal letto, seccato.

'Mi rendo conto che sei arrabbiata', sbottò, 'non posso biasimarti, lo sarei anche io al tuo posto. Ma davvero, Luv, te ne sarei grato se almeno per una volta  potessimo concludere una conversazione senza sbatterci la porta in faccia'.

Mi voltai così, con le mani ancora unte di crema. Lo guardai, fermo al centro della stanza, con la mascella tesa.

'Ho mentito alla polizia per te', boccheggiai indicandolo, incredula di doverglielo ricordare. 'Ero pronta a licenziarmi, ho badato ai tuoi deliri da ubriaco e ho anche apprezzato che avessi fatto qualcosa di carino, andando a prendere mia figlia all'asilo...' Elencai, facendo in fine una risatina di frustrazione: 'credevo fossimo andati già oltre ai dubbi!'

Sightings - ZAYNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora