28- Souls Plunge Into A River Of Boiling Blood

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Tempo prima avevo fatto qualche ricerca sui vampiri, per quanto Google o qualche film potesse aiutarmi a comprendere quelle creature.
Mi sentivo abbastanza ridicola nel farlo ma, contando che mi ero ritrovata a vivere quella situazione in prima persona, di certo non mi sarei scandalizzata per un'articolo di Wikipedia.

Non avevano un'anima. Loro morivano e basta, senza alcuna illusione su un futuro immaginario. Vivevano eternamente nel loro corpo infinito ed aspettavano la fine drastica che un giorno sarebbe arrivata, gettandoli nell'oblio.

E la cosa mi aveva angosciata parecchio.

C'erano cose assurde, scritte in giro per il web.
Chi ancora parlava di aglio e chi ancora parlava di sole che bruciava il loro cervello, così come insegnano nelle serie tv.

Eppure Zayn aveva quei canini, aveva le iridi rosse come sangue bollente e camminava alla luce del sole senza alcuna conseguenza.

Aveva anche la pelle calda, il colorito olivastro. Non era bianco e freddo come di natura dovrebbero essere secondo alcune fonti.

E mi ritrovai a pensare a questo nel momento in cui era seduto accanto a me, in auto, ed aveva posato la sua mano sulla mia, ferma immobile sul volante, forse con il solo scopo di compiere un gesto docile.

Mi aveva toccato e in quel momento, come mai prima di allora, era freddo come il marmo.

Avevo percepito le sue mani addosso tantissime volte, in diverse occasioni o circostanze.
Ma mai come quella volta la sua mano sembrava congelare la mia pelle, tanto da farmi scattare quando delicatamente mi sfiorò.

Zayn ritrasse immediatamente il suo braccio ed io mi limitai a rimanere in silenzio, con le mani sul volante.

'Non volevo distrarti', si giustificò poco dopo, fissando la strada scura davanti a se.

Di tutta risposta annuii soltanto, osservandolo con la coda dell'occhio, mentre lasciava correre l'asfalto sotto ai suoi occhi castani, in silenzio.

'Ti va se accendo la radio?' Domandai cauta.

Non sapevo cosa dire o fare per scaldare quella situazione ambigua e tesa. Lo sentivo distante, forse a causa di ciò che era appena accaduto, e volevo soltanto assicurarmi di non averlo mortificato.

'No', rispose secco lui, inaspettatamente.

Cominciai quasi a considerarlo poco carino da parte sua ma, prima che lo facessi, intervenne con maggior calma: 'voglio dire, non mi piace ascoltare la radio ma se vuoi accenderla...'

'Non preoccuparti', annuii.

'Ho acceso la radio una volta e ho sentito mia madre', spiegò lui, facendomi scattare.
Non mi aspettavo che volesse dare una spiegazione al suo modo sfrontato, perciò fui grata e sorpresa di poterlo ascoltare: 'parlava di come fossi un figlio educato, intelligente...'

Lo sentii ridere amaramente e notai il suo profilo abbassarsi, verso dove niente occupava il suo sguardo: 'credeva mi avessero fatto del male, che mi avessero gettato morto chissà dove o che mi tenessero rinchiuso, torturato da chissà quale pazzo'.

Mi voltai così a guardarlo, cercando di mantenere comunque gli occhi sulla strada.

'Il punto è che ha sofferto tanto a causa mia, Luveny', disse di colpo. Alzò il capo e mi guardò negli occhi, alzando le spalle senza alcun orgoglio: 'e io non ho mai pensato di voler tornare umano, nonostante tutto'.

Qualcosa dentro di me si smosse, a quelle parole. Serrai i denti e portai lo sguardo alla strada, accelerando leggermente.

Mi schiarii la voce. In quel momento non sapevo davvero cosa dire o fare, per non sembrare fuori luogo. 'Quindi vuoi essere ciò che sei?' Chiesi.

Sightings - ZAYNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora