21- On The Front Page

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Ero corsa in camera, in preda al panico, ed ero rimasta seduta al centro del letto con la testa fra le mani, ferma a fissare il buio.

Se soltanto mi fossi messa a riflette su ciò che avevo fatto, probabilmente mi sarei auto diagnosticata una malattia mentale.

Perciò presi una saggia decisione, cioè quella di restare immobile, senza pensare a niente.

E questo funzionò alla perfezione, fin quando però Zayn non sembrò riprendersi e camminò fino alla mia camera.

Spalancò la porta ed accese la luce, facendomi scattare a guardarlo. Ed era lì, fermo sull'arco della porta, con lo sguardo mortificato e con una mano sulla maniglia, mentre il suo respiro ormai regolare muoveva lentamente il suo petto nudo, ancora scoperto a causa di quella camicia che avevo slacciato.

Non avevo idea di cosa dire, perciò abbassai il capo. Pensavo soltanto al fatto che tutto sembrava essere esageratamente imbarazzante.

'Farei sesso con te, Luveny, davvero...' lo sentii parlare, nella maniera più pacata ed onesta possibile, ma mi affrettai ad interromperlo con un categorico 'no'.
Lo guardai negli occhi, scuotendo il capo: 'non devi darmi spiegazioni'.

Zayn aggrottò la fronte, spalancando le sue braccia: 'sì, invece', sibilò, 'ci siamo lasciati trasportare dalla situazione e...' - 'io ho sbagliato, Zayn', lo fermai, puntando le mie iridi nelle sue, decisamente disperse: 'in realtà non so nemmeno come ho fatto a...a...' feci una risatina nevrotica, 'insomma, non rispondevo di me stessa, probabilmente, non so come mi sia venuto in mente di...'

'Lo volevi davvero, forse'. Zayn pose fine al mio balbettare, alzando le spalle e portando i suoi occhi castani al pavimento, lì dove non doveva fare i conti con una realtà troppo confusa: 'sento le tue emozioni, Luveny, eri eccitata, probabilmente hai bisogno del sesso per calmarti ed hai pensato di...'

'No'. Lo fermai di nuovo, bruscamente.

Lo potei notare mentre alzava il suo capo, con un'espressione contrariata e caotica in volto: 'sai che posso sentirlo...' cercò di ricordarmi.

'No, Zayn', insistei.

Ed in fine lo vidi inarcare con irritazione le labbra, mentre si impegnava a spostare i suoi occhi dai miei, con orgoglio: 'come vuoi', mi accontentò, facendo spallucce.

E così se ne andò, lasciandomi sola su quel letto e dirigendosi silenziosamente verso l'uscita.

Non disse nient'altro che potesse risolvere quella questione. Se ne andò soltanto, forse come meglio sapeva fare, trascinando dietro di se la collera e l'orgoglio che, come sempre, dominava il suo carattere.

-

Il sole caldo coperto dalla nebbia fitta del mattino e le automobili che già transitavano ininterrottamente, svegliando la città.

Era mattina, ero già in piedi e pronta da qualche ora ed ero ferma a fissare il panorama esterno, dalla finestra della mia camera, aspettando che si facessero le sette, per andare a lavorare.

Non sapevo cosa mi sarebbe aspettato, quel giorno. Come minimo mi avrebbero assunta come donna delle pulizie, piuttosto che come capo redattrice.

L'unica cosa di cui ero certa però, era che quello sarebbe stato un grande e faticoso giorno, pieno di nuove cose.

E in cima alla lista delle cose positive che sarebbero capitate, vi era il ritorno di Lise. E poi potevo letteralmente concludere lì, la lista, per passare a quella degli aspetti negativi.

Avrei rivisto Zayn, il quale non riuscivo più a guardare in faccia e lo stesso che, per qualche assurdo motivo, suscitava confuse emozioni ed impulsi alla sottoscritta.

Sightings - ZAYNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora