Processo e nuove paure

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Capitolo V

Processo e nuove paure.



- Cosa ci facevi in bagno? -

Pensa Harry, pensa...

- Cosa potrei fare in bagno se non usarlo? -

- Hai ragione, scusa. E' solo che stavi piangendo e mi dispiace che sia per colpa delle parole di Eleanor. - vidi un velo di tristezza nei suoi occhi e non mi sembrava giusto che patisse lui al posto della sua ragazza.

- Non preoccupati Louis. Ci sono abituato, è stato solo che mi ha colto di sorpresa, tutto qua - abbassai più possibile le maniche della maglietta e infilai le mani in tasca, fingendo che sia tutto apposto.

- Quindi è vero che sei... emh come dire... emh... - sembrava in difficoltà e così decisi di parlare al posto suo.

- Gay? Si, è proprio così. Adesso capisco se non vuoi parlarmi, lo fanno tutti -

- Scherzi? Non m'importa se sei gay... ormai sei uno di famiglia... fare tutti cosa? -

- Abbandonarmi, non appena sanno questo mio segreto -

- Non sarò tra quelli, Harry -

- Grazie - per la prima volta dopo tanto tempo lasciai sfuggire un sorriso vero dalla mia maschera di ferro. Louis prontamente lo ricambiò e mi fece cenno di sedermi sul letto.

- Posso farti una domanda? - chiese, sedendosi accanto a me e cominciando a torturarsi le mani. Io le estrassi dalle tasche e le nascosi sotto le coperte.

- Certo -

- Come hai capito di essere gay? - quella domanda un po' mi spiazzò, anche perchè sinceramente ci avevo sempre riflettuto molto, ma nessuno mi aveva mai chiesto il motivo. Ci pensai parecchio prima di trovare una risposta che non entrasse troppo nei particolari.

- Quando baciavo una ragazza non provavo niente. Era come se baciassi la mia immagine allo specchio. Lo facevo solo perchè sembrava una cosa normale. Un giorno mi baciò un ragazzo e allora provai sensazioni nuove e col passare dei giorni capii di essermi innamorato di lui -

- E poi quel ragazzo cosa ha fatto? Ha ricambiato? -

- Non esattamente. Non voleva farlo sapere in giro, tutto qui - abbassai lo sguardo sulle coperte. Mi faceva male sapere che quel ragazzo aveva prima distrutto la mia vita e poi non aveva accennato neanche a provarci con me. Si vede che facevo schifo anche allora o che non meritavo niente. 

- I-in quel vicolo tuo padre stava abusando di te? - chiese un po' impacciato. A quella domanda non riuscii a rispondere. Mi si formò un groppo in gola ricordando tutto quello che mio padre mi aveva fatto. Anni di violenze sia fisiche che mentali. Ero davvero stanco e avevo fatto bene a dire tutto. Ero libero, anche se quei rapitori mi avevano fatto cadere in un oblio più spaventoso della mia vita oscura.

- Okay, se non vuoi parlarne capisco. Volevo solo essere sicuro che i miei occhi avessero visto bene -

- Si... - risposi, ignorando la sua attuale affermazione. Incurvò le sopracciglia, così decisi di chiarire il suo dubbio che avevo capito.

- Si... mio p-padre stava abusando di me - la voce tremò ancora alla parola del mostro che mi aveva sempre trattato male.

- Lo ha fatto altre volte? - "ecco, ora cosa rispondo. Si o no? La verità viene sempre a galla giusto? Quindi perchè mentire?" pensai.

- T-tutte le sere... -balbettai un po'. I ricordi si precipitarono davanti ai miei occhi, facendomi rivedere tutte le scene in cui stavo male, per colpa di mio padre.

Il grido della libertàWhere stories live. Discover now