Ci vuole coraggio

8.1K 379 470
                                    

Capitolo XXIV

* Harry's Pov *


- ZAYN - urlai correndo verso di lui. L'autista si era subito fermato e si era precipitato verso il corpo del mio ragazzo. Avevo la paura nelle vene. Non potevo perderlo. La mia vita avrebbe perso ogni valore importante. 

Mi accorsi di aver già gettato un bel po' di lacrime per il semplice fatto che quando mi buttai a terra, vicino Zayn, esse si scontrarono con il cemento. Nero come la pece... Nero come la mia anima in quel momento. 

- Zayn ti prego svegliati - biascicai, smuovendo il suo corpo che non voleva saperne di reagire. Aveva un braccio sullo stomaco e uno sul cemento, del sangue sulla fronte ed era girato sul fianco destro. 

- Mi dispiace, io non lo avevo proprio visto - disse l'autista, uscendo il telefono dalla tasca per chiamare l'ambulanza. Nel frattempo la gente fuoriusciva dalle case e poco dopo aveva formato un grande cerchio attorno ai nostri 3 corpi. L'ambulanza aveva annunciato che sarebbe arrivata a breve, io ogni attimo avevo sempre più paura. 

Era stato un incidente piuttosto brusco. Avevo visto Zayn volare per qualche metro e tutto questo mi aveva fatto salire più angoscia del solito. Inutile dire che ho perso qualche battito cardiaco dato che come minimo avevo perso direttamente il cuore. 

- Fatemi passare! Fatemi passare! - aveva urlato una voce maschile. Ero tanto preso della paura che mi accorsi di una persona alla mia destra solo quando mi girai a guardarlo.

Louis.

Aveva proprio la faccia tosta di presentarsi dopo chissà quanto tempo e dopo aver fatto chissà cosa. In realtà io sapevo cosa. Quando ero andato in bagno in realtà ero entrato per sbaglio in una camera da letto e vi avevo trovato Louis con la stessa ragazza bionda che l'aveva salutato all'entrata. Erano avvinghiati... nudi... sudati... stavano facendo sesso e la cosa mi disgustava parecchio. Poi uscito da quella stanza avevo trovato Zayn e avevo capito che lui ci sarebbe sempre stato, ecco perchè gli avevo detto che volevo provarci, ecco perchè ci stavo provando. Ma tutte quelle persone, tutti quegli insulti, avevano scatenato una gran confusione in lui e io ne sapevo qualcosa. Io sapevo quanto fosse brutto essere preso in giro e di certo non volevo che lui passasse la stessa mia situazione.

- Finalmente ti sei fatto vivo - dissi, con le lacrime ormai asciutte sulle guance.

- Ma cosa è successo? Come è successo? -

- Ne parliamo dopo! Ma dove diavolo è finita quell'ambulanza? - chiesi con il nervosismo arrivato alle stelle. L'espressione di Louis non mi aiutava affatto dato che stava inginocchiato a terra e non faceva altro che blaterare parole incomprese. L'autista urlò alla gente di spostarsi o ci avrebbero tolto ogni atomo di ossigeno che potessimo respirare.

- Secondo te morirà? - mi chiese Louis, uscendo dal suo stato di trance e facendomi notare che stesse piangendo.

- No. Lui è forte Louis, non morirà. Non può morire. Non deve morire. - in effetti era così che la pensavo, ma stava perdendo parecchio sangue anche dal braccio e dalla gamba sinistra e se l'ambulanza non si fosse sbrigata non avrei più saputo dare la stessa risposta. Non sarei stato più sicuro.

- Ecco l'ambulanza, ecco l'ambulanza - urlò un ragazzo, inoltrandosi nella folla ancora presente. Nonostante gli occhi annebbiati da altre lacrime che stavano sgorgando via, riuscii a vedere delle luci blu farsi spazio tra la miriade di gente che ci aveva stretti in un cerchio, anche se l'autista aveva cercato di farli andare via.

- Com'è stato l'urto con la macchina? - chiese un medico che si trovava dentro l'ambulanza.

- Fin troppo violento. Ha fatto un volo di circa tre metri. Ho sentito un grande botta, ma non mi ero accorto dell'uscita improvvisa del ragazzo. Si è messo a correre per strada - dichiarò l'autista, passandosi le mani sul volto, coperto da qualche ruga sugli occhi. Avrà avuto circa cinquant'anni. 

Il grido della libertàWhere stories live. Discover now