Promettilo e lo farò anche io

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Capitolo XII

Promettilo e lo farò anche io.


- Ti senti meglio? - mi chiese Louis per l'ennesima volta.

- Si, Louis, ti ripeto che sto bene - sospirai, finalmente senza fatica. Il respiro si era regolarizzato subito dopo che Louis mi aveva aiutato a stendermi sul mio letto. Eravamo rimasti tutta la notte svegli, infatti non eravamo andati a scuola, dato che il mio fratellastro aveva soltanto un pochino di febbre e io non ne avevo propria voglia dopo che avevo appena visto la morte con gli occhi. 

- Fanno male? - chiese, indicando i tagli. Me li aveva disinfettati tutti, compreso quello sul palmo. Da una parte mi sentivo tranquillo sapendo che non dovevo nascondere le braccia con lui, ma avevo paura che si fosse presto schifato di me.

Speravo con tutte le mie forze che non sarebbe successo mai.

- No, non tanto - tracciai il bordino della benda al polso col dito. Pensavo a ogni taglio, a ogni lacrima gettata via per il dolore e io ammettevo, come se niente fosse, che non facevano male. Forse solo perchè non volevo farlo preoccupare.

- Prima non mi hai risposto... perchè lo fai? - decisi di mentire, come avevo sempre fatto e come avrei continuato a fare -

- Per tutto quello che è successo con mio padre. Non... sapevo.. Emh, non sapevo come meglio affrontare le cose, mi si è parata questa opportunità d'avanti e allora l'ho afferrata al volo... - da una parte era una bugia, ma dall'altra era una verità.

- Facendo.. come dire... facendo questo gesto... soffri di meno? - domandò curioso e un po' sorpreso.

- All'incirca... diciamo che dimentichi per un po' quello che succede -

- E se ti dicessi che vorrei provare? - concluse tranquillo, io a quella domanda mi spaventai per lui e alzai un po' il tono di voce.

- NON SE NE PARLA NEMMENO! -

- Perchè scusa? Tu lo fai... potrei provare anche io -

- Non è come provare a fumare o a bere, Louis. Qui si parla di potersi fare fin troppo male e restarci secchi. Non voglio che lo faccia pure tu. Non voglio che ti faccia male -

- Ora capisci perchè nemmeno io voglio che tu lo faccia? - domandò spiazzandomi. Mi aveva fregato lui quella volta. Aveva usato una specie di psicologia inversa per farmi capire il male che mi facevo e che non avrei dovuto farmi. Anche io avrei lottato affinchè lui smettesse di farlo... ma non era quella la situazione. Trovarsi al centro della situazione non era come combattere da esterno. Era diverso. Più doloroso e ogni decisione ti sembrava giusta, anche la più sbagliata.

-Io lo so che lo fai per me... ma voglio essere io a decidere - provai ad arrampicarmi in uno specchio, ma era troppo scivoloso.

- Non voglio costringerti a decidere. Voglio farti capire che ti fai del male, ma che non annulli i tuoi problemi -

- E io voglio farti capire che so regolarmi - mi arrampicai su un altro specchio. Più scivoloso del precedente.

- Non credo... proprio ora che la situazione si va risolvendo tu decidi di tagliarti? Non mentirmi più Harry... non farlo con me... non farlo un'altra volta - mormorò alzandosi dal letto e gironzolando per la stanza.

- Mi... mi sono innamorato di un ragazzo che non mi ama. Lo faccio anche per quello. Lo faccio perchè mi sta crollando tutto addosso. Perchè il mio corpo fa schifo. Perchè la gente mi odia. Perchè mi odio pure io. Perchè dove passo io porto solo disgrazie e dispiaceri. Lo faccio perchè non merito di essere felice. Lo faccio perchè trovo un pizzico di felicità nel dolore. Lo faccio perchè è l'unico modo per sentirmi accettato. Lo faccio e basta Louis. Per mio padre, per tutti, per la gente che mi tratta male... ti ho dato abbastanza motivi? - buttai fuori, dopo aver sospirato un paio di volte. Non avrei detto che mi ero innamorato di lui, ma non volevo che pensasse che lo facessi senza nemmeno un valido motivo.

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