Come una stella cadente

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Capitolo XLVI

* Harry's Pov *


- Lou? Louis! Insomma potresti rispondermi, perchè sinceramente io sto entrando nel panico e non so cosa fare! - borbottai, sentendo l'ansia salire per lo stomaco e fermarsi in gola. Volevo rimettere, così che gettassi via anche ogni emozione negativa che mi stava percorrendo i muscoli. Avevo davvero superato l'inferno. Mio padre, la violenza e tutti i casini che mi si erano gettati addosso uno dopo l'altro. Se qualcuno mi avesse visto avrebbe pensato a un ragazzino ancora non maggiorenne che vive la sua vita, ma non sapevano che dietro questo ragazzino, c'era un uomo cresciuto talmente in fretta da essere stato violentato e minacciato. Non sapevo cosa fosse per me, l'unità familiare. Non sapevo cosa si provasse ad avere un padre che ti insegna a come fare conquiste. Io potevo dirti che l'amore uccide. Perchè l'amore che mio padre provava per mia madre, l'ha reso cieco e violento. Perchè secondo me, quello non era vero amore. Forse ero nato da uno sbaglio. Ero stato concepito nel momento sbagliato e senza volerlo. E quello stalker, molto probabilmente, avrebbe semplicemente voluto rispedirmi nel luogo dal quale ero arrivato. L'unica cosa che non sapevo fare, era specificare quel luogo. Inferno o paradiso? Era stato Dio a mandarmi sulla terra o ci aveva pensato Lucifero? Ero nel dubbio. Nella confusione totale. 

Da piccolo sognavo di poter amare una donna, come papà amava mamma. Crescendo, ho scoperto di non poter amare una donna e non ho più invidiato l'amore tra i miei genitori. Perchè mamma scappava... scappava dalla cecità di papà. E lui la rincorreva, portandola a un disastroso incidente e una morta senza uscite. Perchè mia madre non ha avuto la possibilità del coma. Non era mai stata su un filo tra la vita e la morte. Mia mamma aveva già superato la soglia. Ed ero grato a Dio per aver spalancato le porte del suo regno e per averla tenuta lontana da Lucifero. Non mi servivano prove per capire che mia madre era un angelo.

- Ho bisogno di Zayn! Ho bisogno anche di Liam e di Niall. Ho bisogno di tutti, qui, adesso - ordinò Louis, alzandosi dal letto e andando a prendere il telefono. Lo guardai confuso, cercando di capire come avesse potuto cambiare così repentinamente il suo umore. 

- Cosa devi fare con loro? Qui c'è in gioco la mia vita, non la vostra. Tienili lontani da tutto questo - 

- Shh. Pronto, Niall? Avrei bisogno del tuo aiuto e di quello degli altri ragazzi... potresti aiutarmi? Cosa? La febbre? No, non ho ancora letto i messaggi che ci hai inviato. Certo, tranquillo, ci vediamo presto. Ciao - staccò la chiamata e trafficò un poco col cellulare, ignorando la mia presenza. Dopo cinque minuti, decise finalmente di considerarmi.

- Niall sta fingendo di avere la febbre. Mi ha detto che è una storia lunga. Vai a chiamare Zayn, ho bisogno di lui ma non lo metterò in pericolo, va bene? - annuii distrattamente, uscendo e dirigendomi nuovamente nella camera di Zayn. Li trovai avvinghiati, mentre si scambiavano un bacio fin troppo lungo e passionale. Mi dispiaceva interromperli, ma era necessario -secondo Louis -.

Bussai due volte, giusto per non dover urlare, e attirai la loro attenzione.

- Che succede? - mi chiese Liam, probabilmente accorgendosi della mia espressione ancora sconvolta e confusa per la lettera.

- Louis ha bisogno di voi. Non so nemmeno per cosa. Non sa che Liam è qui, quindi... bho, fate voi - borbottai, uscendo dalla stanza e ritornando a quella di Louis. Mi sdraiai sul letto, immergendomi sotto le coperte. Sentivo qualcosa di pesante posarsi sul mio petto. Non avrei mai e ripeto mai, potuto immaginare di essere stato minacciato in quel modo. Mi avevano rapito e portato in punta di morte, ma addirittura dirmi chiaramente che un piano comprendeva la mia morte, era qualcosa che mi aveva fatto gelare il sangue nelle vene. Se Rich e John erano in carcere, chi aveva deciso di separarci e minacciarci? Mio padre era agli arresti e non conoscevo nessun altro che avrebbe voluto vedermi sotterrato. Sbuffai lievemente, nascondendo il viso tra le dita aperte e vedendo Louis gironzolare per la stanza e metterla in disordine, come se stesse cercando qualcosa. Proprio qualche secondo prima che potessi chiedergli cosa gli stesse passando per la testa, la porta si aprì e vi sbucarono due teste. Liam e Zayn.

Il grido della libertàWhere stories live. Discover now