17- Il circo

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"Andiamo!" Disse J indicandoci la porta mentre si chinava per passarci al suo interno, così tutti facemmo.
"Come ci arriviamo?" Chiese Rob sbuffando con voce strozzata per via della magliettina stretta che comprimeva il torace
"In TAXI!" Esclamò lui sorridendo con gli zigomi tirato fino alla coda dell'occhio
"TAXI??" Sbottò Robert
"Tu credi veramente che il tassista non ci riconosca?" Ridacchiò "Insomma, siamo soltanto: un cannibale, uno stupratore, un matricida, una ragazzina che ci sgozzerebbe tutti quanti e un pluromicida a sangue freddo!" Ironizzò verso il ginger.

Jerome rise.

"Pensi veramente che io non ci abbia pensato? Perché sennò pensi male! Perché io penso più di un pensatoio pensante venduto da un pensatore che pensa molto!"

Rob rimase qualche minuto a ripetere ed a riflettere sulle parole che famo appena uscite dalla bocca del rosso, mentre J ridacchiando disse ghignando "Prova a dirlo 5 volte più veloce..."
"Sta zitto...E piuttosto...Prendiamo il taxi che sta arrivando..." dissi indicando il veicolo giallo senape  che veniva verso di noi con un suono cigolante.
"Venite plebei!" Esclamò J monta di sul bolide affianco al tassista mettendosi seduto mentre tutto noi eravamo posizionati nei posto dietro, cercando di nascondere i nostri volti al tassista, mentre Valeska disse all'uomo
"Buon uomo, la prego ci porti al «Suicide Circus!»"
L'uomo sogghignò
"Quella catapecchia?"
"Catapecchia dice lei?" Ripetè io rosso con un pizzico di nervoso nella sua voce
"Non vale niente." Concluse l'uomo afferrando il volante e premendo sull'acceleratore iniziando a guidare, mentre per tutto il tragitto Jerome continuava a lanciare occhiatacce al vecchio uomo, mentre io ero schiacciata tra la portiera ed Helzinger che mi sorrideva ogni tanto che lo guardavo.

Arrivammo al circo.

Scesi frettolosamente dall'auto per prendere un bel respiro stiracchiandomi, così fecero tutti.

"In tutto fanno 14.70 $"
Guardai Jerome, che sorrise, poi mi guardò.

Sbuffò.

Passando la somma di denaro all'uomo.

Si riavvicina a me e disse "È un miracolo che io non l'abbia ucciso."

Lo abbracciai.

Lui ricambio sorpreso.

"Sono fiera di te." Sorrisi, mentre lui mi stringeva ancora strofinando la sua mano sulla mia schiena accarezzando il maglione blu.

Ci staccammo.

"Beh...ECCOCI!" Disse indicandoci il tendone.
"Casa dolce casa.
"CIRCO FOLLE CIRCO!" Rise leggermente, mentre un uomo col cappello a cilindro che intravide, che sorrise chiedendo
"Valeska?" Chiese
"JACK LO SPUTA FUOCO!" Esclamò lui buttandosi nelle braccia dell'omone saltandogli in braccio.
"JK!"
"Amico, cosa ci fai qui?!" Disse sorridendo riposizionandolo per terra per mettersi le mani sui fianchi larghi
"Oh, vecchione, questa è casa mia!" Esclamò sorridendo, Jack mi guardò
"Chi sono loro?" Chiese
"OH!" Disse J schioccando le dita
"JK, loro sono dei miei amici!"
"Anche la ragazzina?"
"Ragazzina a chi?!" Sbottai io
"Ho ben 17 anni!" Lo rimbeccai io
Jack ridacchiò assieme a Jerome, gli guardai mentre Jack sussurrava qualcosa all'orecchio del ginger, dandoli diverse spallate
"È tua, ragazzone..."
Jerome rise.
"Ehh, lo so.."
"COMUNQUE! VENITE! VENITE!" Disse l'uomo spingendoci all'interno del tendone, dove si potevano notare un sacco di professionisti che si adoperavano nelle loro esibizioni, poi si sentì una voce stridula.

"Jeremia!! JEREMIA!!" Saltellò lei saltandogli addosso, mentre J ripeteva con voce strozzata
"Betty...Betty ti prego..." cerco di scansarsela di dosso mentre mi guardava con degli occhi da cerbiatto mentre io osservavo la ragazzina che portava calze fino alle ginocchia, con una gonna corta e un bustino interamente di colori vivaci, mentre il trucco era pesante.

I MANIAX Where stories live. Discover now