48- Gorgeous

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Lo guardai mentre si slacciava la cintura in cuoio, per dopo far cadere lungo le sue gambe pallide i pantaloni.

Fece una risatina.

Mise la cintura nero corvino sul mobiletto lì a fianco.

Il suo corpo si stese sul mio, sentii un calore avvolgersi attorno al mio corpo, ma al tempo stesso un brivido lungo la schiena.

Il mio respiro si fece irregolare.
E il mio battito aumentava di velocità.

Con un movimento mi tolse i pantaloni, dove sopra si presentò una chiazza di sangue del combattimento di un'ora fa.

Sfilai la mia maglietta con un gesto provocatorio verso il rosso.

Finalmente in intimo.

La scena si capovolse, presi Jerome per le spalle per poi metterlo contro il letto.

Un ghigno si presentò sul suo volto.

Gli tolsi la maglia, svestendolo, ammirandolo nei suoi boxer grigi cenere.

Passai la mia mano lungo la fila di graffette sul suo volto roseo.

Lui ridacchiò.

"Non sono più bello come una volta, eh?"

Misi due dita sulle sue labbra.

"Shhh, sei sempre bellissimo." lo rassicurai sorridendo dolcemente.

Dopo lo baciai, appassionatamente.

I baci umidi finirono fino al suo collo, dove si presentò la sua piccola cicatrice.

La cicatrice di una piccola lama, quella di Montgomeri.

La leccai più volte, come una bambina che lecca il suo dolcetto.

Lo sentii fremere.

La sua erezione pulsava contro la mia intimità.

Ghignai osservandolo soddisfatta, per dopo lasciare il mio capolavoro.

Una macchia violacea che spicca sul suo candido collo.

Lo carezzai ovunque, lo stuzzicai con la lingua dietro l'orecchio, mentre con la mano andavo più giù, vicino al suo membro.

Gli sfilai i boxer per dopo gettarli ai piedi del letto.

Allungò la mano verso la sua destra, e diede qualche colpo al cassetto lì di fianco.

Dopodiché lo aprì, leccandosi il labbro superiore, facendo uno dei suoi soliti sorrisi isterici.

"Schifoso, ti eri già preparato!" esclamai ridendo.

"Probabile... " sogghignò lui passando il pacchetto di plastica fra le sue labbra, per poi strappare una piccola parte coi denti.

Lasciai un verso ambiguo.
Era un verso di eccitazione.
Lui notandolo, sogghignò.

Guardai la fessura del cassetto, ed intravidi un qualche cosa.
"Cos'è quello?" chiesi sporgendo lo sguardo al comò di legno.

Lui lo chiuse velocemente, con aria preoccupata.
"Niente."

"Non devi mai aprirlo, intesi?"

Per una volta, ascoltai il rosso.
Poi ghignai.

"OK, capo."

Con dei movimenti del corpo, specialmente quelli del bacino, feci scontrare il mio corpo contro il suo, suscitando in lui, una scossa irrefrenabile, facendo così, mettendosi a cavalcioni di me.

I MANIAX Where stories live. Discover now