Capitolo 5

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La sera successiva non si fece attendere molto e, prima che se ne potesse accorgere, Yoongi si ritrovò di fronte allo specchio della sua camera temporanea, indeciso su che cosa indossare. Passò in rassegna tutto il guardaroba e scelse infine un semplice paio di jeans non troppo strappati, abbinati ad una maglia bianca con le maniche abbastanza lunghe da coprire parte delle mani.

Non riusciva davvero a contenere l'entusiasmo, esaltato dall'idea che Jimin fosse ignaro della sua partecipazione e intrigato al pensiero che avrebbe avuto il totale controllo sul padrone di casa e sulle sorti dell'intera serata.

Poco dopo sentì qualcuno bussare alla porta con vigore, un tocco inconfondibile che presagiva l'inizio del divertimento.

<<Min, apri>> disse Jimin semplicemente, con un tono rigido che non ammetteva repliche.

Probabilmente si sarebbe inventato qualche scusa riguardo alla festicciola che aveva organizzato, con tutta l'intenzione di lasciare Yoongi in disparte. Non fece in tempo però ad aprire la porta che il campanello iniziò a suonare incessantemente, segno che probabilmente Hoseok era arrivato. Soltanto lui faceva sempre tutto quel casino prima di entrare in casa, tanto per il gusto di attivare quello che, a parer suo, era uno dei campanelli più rumorosi della storia.

Jimin sbuffò sonoramente e si scostò dalla porta, per poi raggiungere in fretta l'entrata ed accogliere Hoseok, seguito a ruota da Jane, Namjoon e Jungkook.

<<Ma possibile che ogni volta che entro qui mi sembra sempre più enorme?>> esclamò Hoseok raggiungendo il salotto.

<<Giuro che non vedevo l'ora di arrivare, non ne potevo più di stare in macchina. Da quando Nam ha preso la patente viaggiare è un incubo>> sussurrò Jungkook in direzione di Jimin, evidentemente abbastanza forte da essere udito dal diretto interessato, che non perse tempo per difendersi;

<<Hey, attento a come parli, potresti non avere più un passaggio da ora in poi. E comunque non guido così male>>

<<Oh andiamo, ma se scambi i segnali di stop per cartelloni pubblicitari! Ormai quando sono in macchina con te mi sembra di stare sulle montagne russe>> lo contraddisse Jane, scatenando una grossa risata che si propagò per tutte le stanze. Fu quello il segnale di Yoongi per poter entrare in azione.

<<Hey, ciao ragazzi>> disse tranquillamente spuntando da dietro lo stipite della porta, con il solito passo lento e molleggiato.

Jimin si sentì gelare e, subito dopo, avvampò, accecato da una rabbia improvvisa.

Aveva davvero superato il limite. Che cavolo aveva in mente?

<<Oh, Yoongi, eri già qua? Cavolo, sei stato più veloce di noi e neanche conoscevi la strada>> si sorprese Hoseok.

Jimin era sempre più confuso e adirato, decisamente molto adirato. Non riuscì quasi a camuffare il suo nervosismo, tendendo ogni muscolo e assottigliando lo sguardo.

Quello stronzo si era per caso messo d'accordo con i suoi amici a sua insaputa?

<<Ma no, è solo che Jimin mi ha invitato a casa un po' prima per passare del tempo insieme>> sorrise Yoongi di rimando, lanciando un'occhiata divertita e maliziosa in direzione di Jimin, che fece appello ad ogni più piccola briciola di autocontrollo pur di non sferrargli un pugno dritto in faccia seduta stante. Sapeva a che gioco Yoongi aveva intenzione di giocare e decise di tenergli testa, dando il via ad un confronto che, una volta per tutte, avrebbe decretato chi tra i due meritava di mantenere la supremazia.

<<Già, mi annoiavo un po' e sapevo che voi eravate occupati, per cui ho chiamato Yoongi. La pizza che ho ordinato dovrebbe arrivare a momenti, intanto scegliete che film volete vedere, io vado a controllare se è rimasto qualche pacchetto di patatine>> disse Jimin dirigendosi verso la cucina, non prima di aver indicato distrattamente lo scaffale in legno chiaro adiacente alla televisione, contenente decine e decide di dvd, anche molto recenti.

<<Yoongi, puoi venire a darmi una mano?>> chiese poi dall'altra stanza, facendogli intuire che dovessero parlare lontano da occhi ed orecchi indiscreti.

Il ragazzo colse rapidamente le vere intenzioni di Jimin e sogghignò con sguardo soddisfatto, consapevole che di lì a poco sarebbe scoppiata una lite furibonda. Non esitò a spostarsi in cucina e chiuse con nonchalance la porta dietro di sé, guardando Jimin che lo stava squadrando a sua volta, rosso di rabbia, i pugni chiusi e le nocche bianche dal troppo sforzo.

Proprio come era successo nel corridoio un giorno addietro, il ragazzo si fiondò di getto su Yoongi, premendolo contro il freddo muro piastrellato della cucina e afferrando saldamente il colletto della sua maglietta.

Yoongi era incapace di trattenere un sorriso soddisfatto; gli occhi lucidi di Jimin iniettati di odio e la sua fronte corrugata erano davvero una vista impagabile e non lo intimorivano affatto come avrebbero dovuto. Facevano anzi sembrare il ragazzo ancor più debole, dipingendolo come colui che, sopraffatto dalla rabbia, non era assolutamente in grado di reprimerla o ignorarla.

<<Senti, visto che ti diverti tanto a prendermi per il culo, te lo dirò una sola volta, mh?>> sussurrò Jimin digrignando i denti e tentando in tutti i modi di aggrapparsi al suo orgoglio per risultare minaccioso almeno un poco.

<<Un passo falso e sei fuori, Min. E con fuori intendo che tu e tua madre potrete tornare pure in mezzo alla strada, i miei non vi ospiteranno né avranno pietà di voi. Mi sono stufato dei tuoi giochetti e non so che cosa hai in mente, ma non ti permetterò di intrometterti nella mia vita>> marcò l'ultima frase con cattiveria, quasi a sottolineare come lui avesse il coltello dalla parte del manico in quella situazione. L'asprezza nelle sue parole rese soltanto più interessante il confronto tra lui e Yoongi agli occhi di quest'ultimo; doveva ammettere che non sperimentatava da anni quella particolare euforia ed era certo che l'assuefazione a tale sentimento non avrebbe portato a nulla di buono.

Stuzzicare Park Jimin si sarebbe rivelato a lungo andare molto pericoloso, in primo luogo per il sottile piacere che Yoongi ne ricavava. Non si sarebbe di certo lasciato trasportare così facilmente, ma aveva paura di non riuscire ad evitare tutti i guai che il suo comportamento gli avrebbe portato. D'altronde l'influenza di quel ragazzo avrebbe giocato a suo sfavore ed i suoi amici in primis sarebbero venuti a conoscenza sulla verità sulla loro convivenza, in un modo o nell'altro.

<<Cazzo, rispondimi quando ti parlo!>> Jimin era furioso, lo si leggeva nel suo tono instabile e nei suoi occhi vitrei.

<<Cosa succederebbe se i tuoi amici sapessero come tratti il tuo ospite, Park? Sei sicuro che Jane ti vorrebbe ancora parlare?>> Yoongi aveva deciso di andarci giù pesante fin da subito, troppo impaziente per poter attendere oltre. Ai suoi occhi era tutto un gioco, una vendetta tanto attesa che prendeva sempre più il gusto di un passatempo estremamente divertente. Jane era di certo il punto debole di Jimin che più di tutti esponeva la sua autostima agli attacchi verbali altrui e ciò era provato dal fatto che, solo all'udire di quel nome, il ragazzo aveva spalancato gli occhi ed aveva perso parte della frustrazione che gli scorreva visibilmente in corpo.

<<Brutto stronzo, cosa stai cercando di dire?!>> quello che sarebbe dovuto essere un urlo si ridusse ad un sussurro strozzato, dato che Jimin si ricordò fortunatamente in tempo della presenza dei suoi amici dall'altra parte della porta.

<<Sto solo dicendo che non si metterà mai con te, non hai possibilità>>

<<E tu cosa ne sai? Parli come se fossi migliore di me ma non hai per niente la faccia di uno che fa tante conquiste. Io la posso ottenere quando voglio, al contrario tuo>> disse Jimin con una punta di orgoglio nella voce.

D'un tratto Yoongi ebbe un'idea.

Una malsana illuminazione che non avrebbe portato di certo a nulla di buono e che, proprio per questo, si preannunciava incredibilmente allettante. Una scintilla di malizia percorse le iridi scure di Yoongi, che si preparò ad illustrare la sua idea al ragazzo di fronte a lui.

In condizioni normali, lui stesso l'avrebbe ritenuta una follia; credeva che certe trovate fossero oltremodo futili eppure, in quel momento, l'ebbrezza di poter finalmente sfidare Jimin ad armi pari gli impediva di ragionare razionalmente.

<<Ma non dire cavolate, ci stai palesemente provando e ci stai mettendo un'eternità. Sono convinto che io riuscirei a baciarla prima di te se solo mi impegnassi. Che ne dici, scommettiamo? >>

Truth Untold || YoonMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora