Capitolo 8

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Jimin per tutto il giorno seguente, non riuscì a togliersi dalla testa la conversazione avuta con il maggiore.

Era rimasto letteralmente sconvolto dalla sua velata affermazione, soprattutto perché non aveva mai neanche lontanamente pensato che a Yoongi potessero piacere... i ragazzi.

Non capiva comunque perché ciò lo destabilizzasse tanto, d'altronde anche lui era sempre stato molto indeciso, se così lo si poteva definire. Ma era comunque confuso perché sapeva ci fosse dell'altro.

Trovava difficile spiegare cosa gli passasse per la testa, eppure conosceva perfettamente quel sentimento. Non sapeva come né perché ma era certo di essere sollevato all'idea che Yoongi potesse non interessarsi a Jane o a qualsiasi altra ragazza.

Tutto stava nel capire quale fosse la ragione effettiva di tale sollievo e Jimin aveva davvero paura di conoscere la risposta.

*******

La sveglia suonò puntualissima come al solito e Jimin, tutt'altro che puntualissimo, si rigirò nuovamente nel groviglio di coperte che lo avvolgeva, mugugnando parole indecifrabili. Si prese qualche minuto prima di spegnere con un tonfo l'aggeggio infernale che lo aveva svegliato; fortunatamente aveva smesso di utilizzare il cellulare per quella funzione, consapevole che a lungo andare avrebbe sicuramente finito per romperlo, e aveva optato per delle più economiche sveglie analogiche.

Scese con calma stropicciandosi ripetutamente gli occhi e percorse ogni scalino soffrendo teatralmente. Quando raggiunse la cucina, però, si stupì di non vedere Yoongi già seduto a fare colazione.

La loro differenza caratteriale si rifletteva persino nelle abitudini mattiniere; per Yoongi, puntuale e silenziosissimo, un espresso senza zucchero, per Jimin, ritardatario e chiassoso, latte macchiato e zuccherato fino al limite del possibile.

Solitamente entrambi squadravano le reciproche bevande con disgusto e proseguivano il pasto in silenzio senza degnarsi di uno sguardo, ma non quel giorno. Inizialmente Jimin non diede troppo peso al ritardo di Yoongi, pensando che non fossero fatti suoi e che anzi, non averlo tra i piedi avrebbe solo migliorato la sua giornata. Pian piano, però, con il passare del tempo, iniziò a riflettere sul fatto che, se non l'avesse svegliato, sarebbe finito nei guai e i suoi genitori gli avrebbero addossato ogni colpa. Inoltre era proprio Yoongi che avrebbe dovuto accompagnarlo a scuola e senza di lui non sarebbe andato molto lontano. Perciò, finito di mangiare, si alzò controvoglia e tornò al piano di sopra, pronto a buttare giù dal letto Yoongi, qualsiasi cosa stesse facendo.

Arrivato di fronte alla porta di quest'ultimo bussò, ma non ricevette risposta.

"Al solito" pensò e, proprio quando stava per spelancare la porta con prepotenza, Yoongi si fece vivo e, dall'altro lato, bloccò la maniglia con una mano.

<<Hey ma che cazz- aprimi, sono io! E piuttosto, sbrigati a prepararti, è tardissimo, se non ti muovi farai fare tardi anche a me>>

<<I-io arrivo subito, non preoccuparti, aspettami pure in macchina>> rispose Yoongi con un filo di voce.

Jimin rimase interdetto dal tono di voce del maggiore; nonostante avessero parlato poco e litigato per lo più, giurò di non aver mai sentito Yoongi ridotto in quello stato, a metà tra l'afflitto e il rammaricato. Si stava sforzando di fingere che non gli importasse affatto ma, allo stesso tempo, voleva davvero sapere cosa fosse successo.

<<Ma che ti prende? Mi dici perché non posso entrare?>>

<<Jimin... vattene per l'amor di Dio, lasciami in pace>> rispose Yoongi con un lamento, sottolineando alla fine della frase che non fosse molto propenso a dare spiegazioni.

Truth Untold || YoonMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora