Capitolo 9

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Accadde tutto in un battito di ciglia e fu così dannatamente... confuso.

Una situazione surreale, irrazionale e sbagliata. Tremendamente sbagliata.

Jimin, in cuor suo, sapeva perfettamente chi fosse la persona dietro di lui, eppure non si mosse, anzi, stette fermo a maggior ragione.

Dei brividi percorsero la sua schiena ripetutamente ma nulla lo smosse effettivamente, lasciando che le sue mani si avvinghiassero al bordo del lavandino lucido in modo nervoso.

La sua mente era ormai ben lontana dalla razionalità e ciò gli impediva di ribellarsi e mentire su ciò che davvero voleva. Non aveva paura che di sé stesso e della sua incapacità di reagire in quella situazione, perché sapeva di non aver scampo contro le proprie volontà.

Si aggrappò al briciolo di ragione che ancora gli era rimasto e si sforzò di provare una qualsiasi forma di panico, ma senza successo.

Era come ipnotizzato, bloccato dalla sua stessa mancanza di volontà e terribilmente incapace di dire di no.

<<Che c'è Park, perché non scappi?>> sussurrò Yoongi, con un tono ancor più basso del solito, che risuonò tra le quattro pareti della stanza e fece sembrare quest'ultima incredibilmente più angusta di quanto già non fosse.

La sua voce aveva un timbro raschiato che gli conferiva un'aria decisamente molto sensuale e ciò non sfuggì all'orecchio dell'altro ragazzo, che socchiuse leggermente gli occhi, calandosi in un graduale stato di trance.

Yoongi attese una risposta che mai uscì dalle labbra di Jimin, troppo impegnate a sospirare, in parte per la sorpresa, in parte per l'impazienza. Qualsiasi cosa stesse succedendo, si era evoluta troppo in fretta ed era inutile cercare di darsi delle spiegazioni arrivati a quel punto.

Non importava cosa Yoongi stesse pensando in quel momento e perché avesse agito così tutto d'un tratto , l'unico fatto innegabile era che entrambi, per qualche ragione, desiderassero quel contatto tanto ravvicinato come se ne valesse della loro vita.

Non c'era tempo per parlare o per far domande, né quella era la situazione adatta per farsi venire dei dubbi.

L'atmosfera della stanza era cambiata repentinamente ed i due quasi si erano dimenticati di trovarsi effettivamente nel bagno della scuola, alla mercé di chiunque fosse entrato di lì a poco.

Jimin era ormai andato, completamente succube dei tocchi del maggiore e incapace di opporsi all'intenso desiderio che lo stava invadendo e che premeva poco sotto l'altezza della cintura. Probabilmente, una volta ripresa coscienza, si sarebbe pentito di aver mostrato tanta sottomissione, ma in quel momento nulla sembrava importargli davvero.

La lussuria aveva ormai preso il sopravvento su entrambi e nessun pensiero assennato avrebbe mai potuto tenerle testa.

Persa quella poca pazienza che ancora conservava, Yoongi mosse lentamente le mani dai fianchi di Jimin e lasciò che scivolassero decise lungo tutto il suo busto, esplorando a tratti la pelle nuda sotto la sua divisa e tastandone ogni lembo, alla ricerca dei punti più sensibili. Calibrava i suoi movimenti in base alle reazioni di Jimin che, man mano, si lasciava trasportare sempre più dal tocco esperto del maggiore e rilasciava sommessi gemiti di approvazione, appena udibili.

L'eccitazione crebbe e il fatto stesso che tutto ciò fosse tremendamente sbagliato e confuso rese le loro effusioni ancor più desiderate. Il battito cardiaco si fece sincopato ed il sangue confluì rapidamente alla testa, intorpidendo i pensieri e amplificando i sensi al massimo.

La consapevolezza di possedere ormai il pieno controllo della situazione risvegliò qualcosa di incontrollabile in Yoongi, portando i suoi occhi ad accendersi di una luce particolare, per non dire dannatamente assetata. Si passò la lingua sulle labbra sottili e studiò con desiderio i lembi di pelle che la camicia del minore lasciava scoperti.

Presto, infatti, i semplici tocchi non bastarono più e Yoongi decise di compensare tutta la lussuria che stava provando iniziando a marchiare con le labbra il collo ancora perfettamente immacolato di Jimin, provocando ancora più gemiti e sospiri da parte di quest'ultimo.

Era divenuto un circolo vizioso, un'assuefazione che portava i due a desiderare quel contatto ravvicinato e famelico sempre di più.

La più dolce e soddisfacente delle droghe, la dipendenza più difficile da curare e la smania più incontenibile che si potesse immaginare.

Yoongi continuò imperterrito il suo operato, tracciando con le labbra una scia invisibile che partiva dalla mascella di Jimin e terminava all'altezza delle clavicole. Una linea sempre meno immaginaria, man mano definita dal rossore che la pelle del collo stava acquisendo, sollecitata dai morsi famelici e bisognosi.

Jimin rabbrividì nel sentire il respiro caldo di Yoongi infrangersi a pochi centimetri dal suo orecchio e si lasciò improvvisamente sfuggire un gemito più acuto degli altri, mordendosi le labbra subito dopo per reprimerne un altro molto simile.

Era incredibile come la sua pelle risultasse sensibile a tutte quelle sollecitazioni e Yoongi non poté che godere dei leggeri ansimi che il ragazzo gli stava donando. Si domandò poi interiormente come Jimin avrebbe reagito se il contatto si fosse intensificato e, soltanto al pensiero, percepì una scarica di calore diffondersi nel basso ventre.

Quel ragazzino tanto irriverente sarebbe stato un vero spettacolo a letto.

Le mani di Yoongi, ormai completamente confidenti con il corpo di Jimin, scesero impercettibilmente verso il basso, in modo tanto abile che il minore neanche se ne accorse, inibito dai baci umidi che ancora imperversavano sul suo collo.

Le sue dita carezzarono i fianchi, scesero all'altezza dell'inguine e raggiunsero i passanti dei pantaloni, iniziando poi a slacciare la cintura.

Jimin, resosi infine conto delle intenzioni di Yoongi, aveva sospirato per l'ennesima volta ma, di nuovo, non aveva avuto il coraggio di tirarsi indietro, non volendo fuggire.

Poi, d'un tratto, accadde qualcosa.

Qualcosa che riuscì, in quella situazione tanto anomala, a risultare addirittura ancor più strano.

I tocchi di Yoongi, infatti, cessarono esattamente così come erano incominciati e lui si scostò velocemente dal corpo del minore, al quale era praticamente incollato fino a pochi attimi prima.

Non una parola, non una spiegazione.

Nulla.

La porta del bagno cigolò di nuovo e, in un battito di ciglia, Yoongi fu fuori, mentre Jimin ancora se ne stava avvinghiato al lavandino del bagno, incapace di ragionare.

Rimase immobile per un'altra manciata di secondi e poi, come svegliatosi improvvisamente da uno strano stato d'ipnosi, spalancò gli occhi portandosi una mano alla bocca con il cuore a mille.

Purtroppo per lui, ricordava perfettamente e aveva realizzato che non si fosse trattato di un sogno.

Non riusciva ancora a riordinare gli eventi caotici che si erano succeduti in quel breve lasso di tempo, eppure sapeva che, anche con il massimo sforzo, non sarebbe mai stato capace di dar loro un senso.

Inutile dire che si chiedesse essenzialmente cosa diavolo fosse accaduto.

Come ma soprattutto perché Yoongi, che fino a poche ore prima gli aveva dimostrato odio come al solito, fosse arrivato a comportarsi spontaneamente in quel modo.

Ma ciò che più lo turbava era il pensiero di non essere riuscito a dire di no, lasciando che l'altro vincesse, ancora una volta.

ANGOLO AUTRICI

Un assaggio di smut, così, tanto per partire con calma

Anyway, avete un orario che preferite per le pubblicazioni? In generale vi propongo tre opzioni, votate pure quella che preferite:

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-Marghe

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