Capitolo 13

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<<Vieni con me>>

Jimin doveva ammettere che, al di là dello spavento iniziale, era maledettamente curioso di sapere cosa Yoongi stesse tramando e, al tempo stesso, sapeva che seguirlo avrebbe significato infilarsi volontariamente in un immenso, sconfinato mare di guai.

Odiava questo suo lato così influenzabile perché era totalmente consapevole di non riuscire a resistere alla tentazione di spingersi oltre.

Inizialmente si mostrò titubante ma infine cedette, seguendo a ruota Yoongi che, intanto, era sgattaiolato silenziosamente verso camera sua. Quest'ultimo aprì dunque la porta della stanza e, una volta certo che Jimin l'avesse seguito, la richiuse alle proprie spalle con cautela.

Il buio tutt'intorno non differiva di molto da quello presente in corridoio, motivo per cui, quando Yoongi accese la piccola lampada sopra la scrivania, entrambi i ragazzi dovettero assottigliare lo sguardo per poter abituare gli occhi alla nuova illuminazione.

Ma poco importava quanta luce ci fosse nella stanza, c'erano problemi ben più gravi che frullavano nella mente di Jimin.

Primo tra tutti era il pensiero che, in quel preciso instante, lui e Yoongi fossero completamente soli. Il fatto che temesse il confronto con il maggiore già l'aveva appurato, ma mai avrebbe immaginato di provare una tale ansia in sua presenza, una stretta al petto tanto forte da risultare a tratti dolorosa e insostenibile.

Sapeva che avrebbe dovuto affrontarlo prima o poi, ma quello non gli pareva né il momento né il modo giusto.

Yoongi si sedette sul letto con fare stanco, la testa leggermente china e le mani congiunte, continuamente alla ricerca di un frenetico contatto tra di loro.

Pareva turbato e a tratti sembrava gli mancasse quasi il respiro.

Cosa avrebbe dovuto dire Jimin in una situazione del genere? Come poteva confortare qualcun'altro quando lui per primo necessitava di risposte?

La testa gli faceva ancora male ed era stufo della situazione snervante che si era andata a creare in quella manciata di minuti. Dopo qualche istante ancora, capendo che Yoongi non avrebbe aperto bocca, raccolse tutte le forze che ancora aveva in corpo e spezzò finalmente il silenzio, certo che altrimenti sarebbe impazzito di lì a poco.

<<Allora? Che ci facevi in piedi alle 3 di notte?>> chiese tentando di rimanere impassibile.

<<Potrei farti la stessa domanda>> rispose schietto Yoongi, sfoggiando un malinconico sorrisetto e mantenendo lo sguardo puntato a terra.

Jimin non ebbe il tempo di ribattere che Yoongi prese di nuovo la parola. Probabilmente fu un bene, poiché il minore non avrebbe comunque saputo cosa dire a sua discolpa in quella situazione.

<<Sai, ti odio più di quanto pensassi, Park. Magari è scontato dirlo, ma ci stavo pensando>> continuò Yoongi, con tono sempre più sarcastico.

<<Wow, che novità, dimmi qualcosa che non so>> Jimin tentò di sciogliersi e rispondere a tono, cercando disperatamente di mozzare quell'atmosfera tanto pesante.

Yoongi, stranamente, non dette peso all'affermazione del minore e parve per un attimo quasi perso nei suoi stessi pensieri. Da quel poco che la scarsa illuminazione poteva mostrare, il suo viso era contratto in una lieve smorfia pensierosa e sembrava quasi totalmente un'altra persona rispetto al solito.

<<Dio, mi sento uno schifo, ho un mal di testa assurdo... ma sì, tanto cos'ho da perdere ormai?>> mormorò quasi unicamente a sé stesso in modo confuso, portando le mani a sorreggere la propria testa.

Truth Untold || YoonMinWhere stories live. Discover now