Capitolo 17

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Tutta quella questione gli era decisamente sfuggita di mano.

Ormai la vita di Jimin assomigliava sempre più ad una telenovelas, con l'unica differenza che le persone attorno a lui sapevano recitare dannatamente bene, sempre ammesso che stessero fingendo. Era successo tutto troppo in fretta perché lui potesse affrontare le novità a mente lucida e, in quel momento, si ritrovava nella peggior situazione possibile, spalle al muro di fronte alla sua stessa coscienza che chiedeva pietà.

Non avrebbe mai dovuto rivolgere la parola a Yoongi in primo luogo e continuare a battibeccare con lui era stato l'ennesimo sbaglio. Aveva permesso a quel ragazzo di influenzarlo in pochissimo tempo e si trovava ormai vittima di emozioni che aveva disperatamente cercato di evitare fin dal principio, con scarso successo.

Si sentiva davvero inutile in momenti come quello, rendendosi conto di non essere davvero la persona di cui si ostinava a vestire i panni. Era un controsenso vivente, incapace di ribellarsi e tirare fuori gli artigli quando davvero era necessario, eppure così convinto di star agendo nel modo giusto sempre e comunque.

Valutato quel punto di vista, c'era davvero qualcosa che ancora amava di sé stesso?

C'era ancora qualcosa che valeva la pena di essere amato?

Probabilmente si sarebbe risposto un giorno, ma decise di serbare tali quesiti per il futuro, data l'incombente problematica di nome Min Yoongi.

Egli infatti era rimasto lì senza batter ciglio, stringendo sempre più la presa sulla maniglia della porta, salva solo perché di un materiale abbastanza resistente. L'espressione sul suo viso era indecifrabile ma Jimin poté tracciare a logica parte dei suoi pensieri.

Che strano.

Tra i due non correvano costrizioni di nessun tipo ed ognuno di loro era totalmente libero di vivere la propria vita come meglio credeva. Nonostante si trattasse solo di un grosso malinteso, Yoongi sarebbe dovuto in teoria rimanere indifferente nel venire a conoscenza di una relazione tra Jimin e un'altra persona, consapevole che il fatto non lo riguardasse.

Eppure entrambi sapevano che in quella stanza si respirasse tutt'altro che indifferenza.

Nonostante non parlassero, entrambi sapevano perfettamente cosa stesse succedendo ed un solo scambio di sguardi comunicò molte più cose di quanto una frase non potesse fare.

Poi Yoongi di colpo indietreggiò e fece per uscire, sul suo volto ancora quell'inconfondibile espressione di gelo che faceva intendere ci fosse qualcosa che non andava.

Non che ci volesse molto per capirlo, in realtà.

Jimin non aveva la più pallida idea di cosa dire ed era nel panico più totale, ma la stretta al cuore che gli opprimeva il petto parlò al posto suo;

<<A-aspetta, non è come pensi... io->>

Yoongi a quel punto si voltò, ma non del tutto, mostrando soltanto parte del suo profilo in direzione del ragazzo che aveva appena parlato. Il suo viso pareva essere diviso a metà; la bocca era piegata in un sorriso compiaciuto, mentre gli occhi erano rabbiosi, assottigliati, trasudanti furia e rancore.

<<E cosa dovrei pensare, sentiamo. Non me ne frega un cazzo se decidi di fartela con il tuo migliore amico, sono cose che non mi riguardano>> disse con un tono trasudante ironia, senza puntare mai direttamente lo sguardo su quello Jimin e mantenendo gli arti irrigiditi.

Era palese che stesse mentendo ma Jimin ancora cercava di capire perché fosse arrabbiato, anche se una mezza idea forse ce l'aveva.

E non gli piaceva neanche un po'.

Truth Untold || YoonMinWhere stories live. Discover now