Capitolo 18

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Curioso come, più si cerchi di rallentare il corso degli eventi, più la vita tenda a velocizzarlo, tentando il cedimento della mente con ogni stratagemma possibile.

Spesso ci chiediamo perché le situazioni di cui avevamo il pieno controllo fino a poco prima ci si rivoltino contro all'improvviso, aprendoci gli occhi su quanto, talvolta, ci comportiamo da completi sprovveduti, e la risposta è molto semplice; la natura umana ostacola la ragione per principio.

Non c'è mente che tenga, chiunque cede di fronte alla giusta tentazione e bastano solo pochi istanti per potersi perdere completamente in una nebulosa di sensazioni e sentimenti tempestosi. L'uomo è illuso dalla propria indole, eppure si ostina a sfoggiare il risultato di ciò che lui chiama goliardicamente "evoluzione", ovvero la consapevolezza di essere vivo e pensante.

Ma se l'improvvisa percezione dell'io è da considerarsi la causa portante della pazzia, tanto vale rimanere ignoranti e sereni.

L'essere umano è imperfetto, eppure si vanta di sovrastare ogni cosa.

Sa di avere in mano già tutto, eppure si lamenta ed è insoddisfatto di ciò che possiede.

Continua a cercare la ricetta della felicità, eppure sa di essere l'unica causa del proprio malessere.

Proprio per colpa della confusione stessa, nel caso di Jimin il confine tra buon senso e istinto era ormai sempre più sfumato e, arrivati a quel punto, sarebbe stato impossibile riuscire a distinguere le due cose senza rimanere inevitabilmente coinvolti dai propri dubbi logoranti.

Nonostante fosse quello che desiderava ancora in lui c'era tempesta, un mare agitato di paure e percezioni che gli impedivano di pensare a quella come una situazione giusta e coerente.

La relazione tra i due si sarebbe potuta definire come un misto decisamente poco omogeneo di confusione e desiderio.

La curiosità aveva spinto per prima Jimin a provare interesse, volendo inizialmente soltanto approfondire la figura misteriosa e contorta di Yoongi.

Era frustrato perché non riusciva ad etichettarlo come faceva praticamente con tutti, quasi fosse il più complicato da risolvere tra tutti i rompicapi che si era mai ritrovato davanti.

Pian piano, però, si era lasciato trascinare e aveva permesso che quella curiosità si trasformasse in interesse, e poi in uno strano senso di desiderio, che d'altra parte lui non avrebbe mai ammesso di provare.

Era successo tutto così in fretta che neanche la sensazione delle mani di Yoongi sui suoi polsi lo aveva messo allerta, permettendo al maggiore di condurlo al piano di sopra senza incontrare alcuna resistenza.

Dal canto suo, Yoongi non cedette neanche una volta giunto di fronte alla porta della camera, ancora totalmente accecato dal bagliore di desiderio che era comparso nei suoi occhi pochi istanti prima e che lo aveva portato ad agire come mai si sarebbe permesso.

Anche lui aveva un orgoglio da difendere dopotutto, e sapeva che agire d'impulso non avrebbe portato a nulla di buono.

Eppure era consapevole che la sua gelosia non fosse altro che un pretesto.

Per qualche motivo era sicuro che Jimin volesse solo e soltanto lui, e ciò gli donava la certezza che i suoi tocchi sarebbero stati senza dubbio ricambiati.

E, purtroppo per entrambi, così fu.

Yoongi si chiuse la porta alle spalle con un tonfo e lasciò la presa sui polsi già doloranti di Jimin, strattonandolo leggermente in avanti verso il centro della stanza. Quest'ultimo non oppose alcuna resistenza e, una volta libero, rimase semplicemente immobile, con uno sguardo vitreo e stralunato, puntato su di una zona ignota del pavimento. Non era assolutamente in sé ed era ovvio che fosse estremamente combattuto, nonché decisamente destabilizzato.

Truth Untold || YoonMinWhere stories live. Discover now