Capitolo 19

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Al suo risveglio, Jimin non poté far altro che desiderare di sprofondare.

Purtroppo per lui, nonostante non fosse del tutto lucido, ricordava perfettamente ogni cosa, dalla visita di Jungkook fino all'arrivo di Yoongi, per non parlare di ciò che era successo dopo.

Affondò per l'ennesima volta la faccia nel cuscino, tentando in tutti i modi di soffocare tutte le sensazioni e i pensieri malsani della sera precedente, cosciente di non essere più spinto, ormai, dalla sola confusione.

Non osava addentrarsi nei dettagli di quello che aveva fatto con Yoongi, ancora non aveva metabolizzato l'accaduto.

Purtroppo, ciò che lo turbava era proprio la realizzazione di quella verità che tanto aveva bramato. Sarebbe stato da stupidi serbare ancora dubbi, soprattutto sui propri sentimenti.

Jimin, ormai, era perfettamente consapevole di cosa gli fosse preso, doveva soltanto ammetterlo a sé stesso.

Le parole di Yoongi continuavano a tornargli in mente e, per una volta, forse l'unica, lo ringraziò davvero per aver fermato entrambi appena in tempo.

Jimin perdeva spesso il controllo, gli era sempre accaduto; si scaldava facilmente per mostrarsi forte ed era testardo e impossibile da smuovere sulle proprie comunque volubili volontà, cieco di fronte a consigli ed esortazioni.

Ma con Yoongi era diverso.

Per la prima volta aveva infatti cercato di darsi un freno ma aveva fallito, ed era quello ciò che faceva più male.

Si sentiva debole, in balia delle sensazioni e spaventato da come si sarebbe potuto evolvere il tempestoso rapporto tra lui e Yoongi. Cadde però ancor più nell'imbarazzo quando ripensò al comportamento del ragazzo in questione, sempre così maledettamente contraddittorio.

Ma che diavolo, un secondo prima faceva il possessivo in modo del tutto ingiustificato e, subito dopo, era lui a mettere in dubbio tutte quelle azioni, chiedendo di essere fermato.

Che lui in realtà non provasse lo stesso?

Jimin iniziò a chiedersi se davvero il suo stato d'animo fosse ricambiato e se anche Yoongi fosse confuso almeno la metà di quanto lo era lui. Inutile dire che, in quel momento più di prima, voleva evitare a tutti i costi di incrociarlo per casa, ancora incerto su come si sarebbe potuta sviluppare una qualsiasi, sicuramente imbarazzante conversazione tra di loro.

Con un dolore sempre più lancinante all'altezza delle tempie, si preparò svogliatamente e scese al piano di sotto, sorprendendo i suoi genitori per l'insolita puntualità. Si guardò poi intorno e tirò un lungo sospiro di sollievo.

Yoongi non era ancora sceso.

Evitò gli sguardi dei suoi più che poté e mangiò in fretta e furia, cosciente che, più tempo passava in quella casa, più c'era la possibilità di incontrare Yoongi. Era terrorizzato, non aveva la più pallida idea di come comportarsi e sapeva di aver bisogno di tempo per riflettere e ordinare i suoi pensieri, preferendo scappare piuttosto che affrontarlo, da bravo codardo quale era.

Chissà, magari entrambi si sarebbero dimenticati di ciò che era successo la sera precedente e tutto si sarebbe sistemato senza sforzi.

D'altronde, si era trattato soltanto di uno stupido errore, nulla che importasse più di tanto.

*******

<<Hey Chim, cos'è quel muso lungo?>> chiese Hoseok mentre si avvicinava, appoggiandosi di peso su uno degli armadietti accanto a quello di Jimin, che intanto stava riponendo alcuni libri per sostituirli con quelli dell'ora successiva.

Truth Untold || YoonMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora