Capitolo 7

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Contrariamente a come si sarebbe potuto pensare, Yoongi non parlò e, anzi, si diresse con disinvoltura verso la sua stanza, superando Jimin senza neanche degnarlo di uno sguardo. Nonostante avesse raggiunto il suo scopo e fosse pienamente soddisfatto di aver prevalso sul ragazzo, non riusciva a vantarsene apertamente in sua presenza.

Tutto ciò si rivelava estremamente contraddittorio al fronte del turbine di emozioni vendicative che lo aveva invaso quando aveva deciso di lanciare la scommessa, eppure c'era un sentimento fastidioso che lo bloccava, una percezione che lasciava un velo di amaro in bocca e gli impediva di andar fiero del suo operato.

Ma Jimin, che interpretò il silenzio come un'ulteriore beffa, non lo lasciò proseguire oltre. In una scena che ormai era diventata consuetudine, bloccò il suo polso e lo costrinse ad indietreggiare si scatto con uno strattone.

Il tremore nelle articolazioni della sua mano lasciava presagire che fosse furioso e, per un attimo, Yoongi ebbe paura al pensiero che potesse dare di matto. Ringraziava il cielo che fossero soli, altrimenti avrebbero dovuto giustificare ai genitori i loro dissapori e quello proprio non sarebbe stato il caso.

Rilasciò un lungo sospiro e si voltò per incrociare gli occhi scuri di Jimin, intrisi di odio.

<<Che c'è Park, geloso?>> non resistette dal punzecchiare Jimin, ma subito si pentì di tale provocazione sconsiderata. Stava affogando i sensi di colpa nel crudo sarcasmo e ciò non avrebbe di certo aiutato né lui né il suo rapporto con il padrone di casa. Era un comportamento che soltanto i deboli si sarebbero potuti prermettere e Yoongi aveva una certa etica da difendere.

La risposta di Jimin arrivò inevitabilmente con la forza. Prima di poter pensare lucidamente ad un qualcosa da dire, infatti, le sue mani si erano già avvinghiate al colletto della maglia di Yoongi, senza alcuna intenzione di allentare la presa. Il ragazzo venne sbattuto contro la fredda parete dell'ingresso e fu capace solo di trattenere un lamento sommesso.

<<Adesso mi hai stancato. Prova di nuovo anche solo a toccarla e ti spacco la faccia, intesi stronzo?>> ruggì Jimin al limite della sopportazione, nel pieno del più alto picco di rabbia che avesse mai dimostrato.

Yoongi era leggermente intimorito ma non lasciò che il suo sguardo vacillasse, mantenendolo fisso su quello di Jimin, a mo di sfida esplicita.

<<Wow, non pensavo che perdessi così tanto la testa per una ragazzina>> nonostante le parole di Yoongi potessero essere interpretate positivamente in un contesto diverso, il tono con cui lui le pronunciò fece sì che apparissero canzonatorie all'ennesima potenza.

<<Primo; non sono cazzi tuoi chi mi interessa o cosa succede nella mia vita privata. Secondo; Jane non mi piace, Dio, siamo solo amici>>

<<E dimmi, perché ti sei scaldato così tanto? Che c'è, vuoi ancora usare la scusa della "buona amicizia"? Sappi che con me le stronzate non attaccano, non sono stupido>> disse Yoongi con fare infastidito.

<<E poi... anche se fosse, perché diavolo ti interessa? Aspetta... non mi dirai mica che ti sei preso una sbandata anche tu?>> la domanda di Jimin apparí molto più frustrata piuttosto che sconvolta. Era una battaglia in campo aperto la loro e ormai non si trattava più della semplice questione di Jane.

Fu in quel momento che Yoongi riacquistó di colpo la razionalità perduta e poggió di nuovo i piedi a terra, riflettendo.

Che diavolo stava combinando?

Non era da lui fomentare una lite del genere, né tantomeno rimanerne emotivamente coinvolto. Fu così che, inevitabilmente, Yoongi si ritrovò a riflettere sulle parole di Jimin.

Cosa lo infastidiva di quella situazione a tal punto da spingerlo ad agire così spudoratamente?

Che si fosse davvero invaghito di quella ragazza?

O forse c'era... dell'altro?

Era una sensazione strana, mai sperimentata prima, difficile da interpretare e impossibile da controllare. Non capiva cosa gli fosse preso, ma era certo di provare il massimo fastidio nella conferma che a Jimin piacesse Jane ed era altrettanto sicuro di non provare alcuna attrazione per la ragazza. Sicuro o quasi, d'altronde nulla è dato per scontato in situazioni del genere. I suoi pensieri lo distolsero dalla conversazione che aveva imperversato nella stanza fino a poco prima e Jimin non perse tempo per prendere parola, non prima di aver allentato la presa sul colletto di Yoongi, certo di averlo ormai in pugno;

<<Okay, come vuoi, te lo dico chiaro e tondo; mi hai rotto il cazzo. Devi levarti di torno, lei è mia>>

<<Credi che se ti sentisse parlare così vorrebbe mettersi con te? Ma fammi il piacere, chi tratta la persona che ama come un oggetto non merita di essere ricambiato>> rispose Yoongi indignato ed improvvisamente serio, certo che quell'argomento lo toccasse molto più da vicino di tanti altri.

<<Come se tu fossi esperto in queste cose>> rise canzonatorio Jimin, allontanandosi leggermente e incrociando le braccia al petto. Sospirò e, di colpo, addolcì la sua espressione.

<<Sai mi sono abbastanza stufato di discutere. Ti odio talmente tanto che penso sia inutile continuare a litigare. Cerca solo di farti i cazzi tuoi se non vuoi finire male>> Yoongi rimase abbastanza interdetto dal repentino cambio d'umore di Jimin e ringraziò il cielo che si fosse calmato, non ne poteva più del suo comportamento arrogante e di quella discussione che non andava a parare da nessuna parte. Doveva innanzitutto fare chiarezza su ciò che pensava e aveva bisogno di stare lontano da quel ragazzo il più possibile per riorganizzare le idee. Non capiva poi perché Jimin fosse così lunatico; era impossibile prevederlo ed altrettanto impossibile comprendere il suo comportamento.

<<Bene, lo penso anch'io, non ne posso più di sentire la tua vocina stridula che mi urla contro>>

<<Che hai detto scusa?! Come cazzo di premet->>

<<Shh, rilassati. Sai... sei proprio buffo quando ti arrabbi, sembri così tenero e carino>> Yoongi rise alla sua stessa osservazione, fino a quando non si rese conto di quanto ambigua potesse sembrare. Immediatamente, cogliendo anche un filo di imbarazzo nella sguardo di Jimin, si voltò e sorpassò il ragazzo per dirigersi verso le scale, sperando che anche lui facesse finta di niente e non desse peso alla sua affermazione impulsiva.

Si chiedeva perché cavolo l'avesse detto. Un attimo prima stavano litigando animatamente e subito dopo lui era finito per paragonarlo a qualcosa di... carino. La stanchezza giocava brutti scherzi e Yoongi pensò che gli servisse decisamente un po' di riposo.

<<Beh, buona notte Park, spero che domani Jane ti rivolga almeno la parola>> concluse Yoongi, ormai di spalle.

<<Min, sei simpatico quanto un dito in culo, fattelo dire>>

<<Che ne sai, magari ti piace~>> Yoongi si fermò e rise in un sussurro, ad un volume abbastanza alto da essere udito da Jimin, che decise di reggere senza problemi la provocazione apparentemente ironica: <<Perché, a te no?>>

<<Beh, potrebbe darsi>> sussurrò di nuovo Yoongi, prima di sparire definitivamente al piano di sopra, lasciando Jimin in piedi di fronte all'ingresso con uno sguardo completamente sconvolto.

Perché quello che era partito come un semplice scherzo si era rivelato essere esattamente il contrario e, con quella conversazione, veniva sancito definitivamente l'inizio degli innumerevoli problemi che sarebbero seguiti per i due.

Truth Untold || YoonMinWhere stories live. Discover now