Capitolo 22

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Jimin boccheggiò per qualche attimo e subito si ricompose, ricordandosi che doveva darsi un contegno almeno di fronte ai suoi amici se non voleva mandare in fumo tutta la fatica fatta per rimanere discreto, fino a quel momento.

Odiava il fatto che, a causa di Yoongi, ormai divenuto il suo pensiero fisso, persino le cose più facili si rivelassero estremamente ardue. Si sentiva prigioniero del proprio impeto e combatteva in bilico tra rabbia e impotenza, cosciente di non avere alcun potere di risolvere quella dannata situazione che, ormai, era ben lontana dall'essere gestibile da parte sua.

Ma sì, alla fine perché non far buon viso a cattivo gioco?

Non poteva di certo tirarsi indietro senza un'apparente motivo, per cui raccolse quanta più calma aveva in corpo e si mostrò subito più deciso, marcando con un'espressione sprezzante le proprie parole, nel tentativo di donar loro maggiore credibilità;

<<Certo che ci ho giocato, per chi mi hai preso?>>

"Proprio perché so di cosa si tratta sono preoccupato"

<<Siiii! Bella idea Jane>> Hoseok, come al solito, era il più entusiasta e quasi Jimin invidiò la sua spensieratezza.

<<Possiamo pensare dopo a queste cose? Avrei bisogno di qualcuno che mi aiuti a scaricare le valigie, se non vi dispiace>> li riprese Namjoon seccato, interpretando la parte che più gli si addiceva, ovvero quella del ragazzo maturo e autoritario che si assume fin troppe responsabilità e che spesso perde di vista il nesso tra dovere e fatica.

<<Ok ok, ti do una mano io, d'altronde metà della roba è mia>> Jane aveva capito che il fratello fosse irritato in seguito al lungo viaggio in macchina e che avesse bisogno di riposo, per cui non esitò ad offrirsi volontaria per aiutarlo, proponendosi con un tono pacato e sorridente che, sapeva, lo avrebbe subito rabbonito.

Alla fine tutti si ritrovarono coinvolti nello spostamento dei bagagli e, una volta dentro, sia chi già c'era stato che chi non vi aveva mai messo piede, poté apprezzare gli interni della casa. L'arredamento era in stile tradizionale e risultava rustico allo stesso tempo, facendo del legno il suo punto forte. Questo materiale, infatti, costituiva gran parte del mobilio e rivestiva praticamente tutte le pareti, facendo in modo che le stanze trattenessero il caldo anche durante la stagione invernale, ancor più rigida a quelle latitudini.

<<Wow, questa casa è una figata>> fu il commento di Taehyung che, come Jin e Yoongi, non era mai entrato lì prima di allora.

<<Ogni tanto fa comodo avere dei genitori come i miei. Pensa che loro non ci vengono mai, da quanto odiano la natura. L'avrebbero già venduta se non fosse stato per me>> disse Jimin soddisfatto, aggiungendo una punta di nostalgia alle sue parole. Era molto legato a quella casa, soprattutto grazie a tutti i ricordi delle passate vacanze che vi erano custoditi, gli unici momenti di vita vera che il ragazzo avesse mai avuto.

Per tutto il tempo poi, tentando di non dare nell'occhio, aveva tenuto d'occhio Yoongi, monitorando ogni suo minimo movimento ed ogni sua più piccola variazione d'umore, seriamente spaventato da cosa potesse combinare.

Era incredibile come il corvino riuscisse a fingere di fronte ai suoi amici e questo Jimin doveva riconoscerglielo; nessuno avrebbe sospettato della situazione tra di loro e il minore non sapeva con certezza se quello fosse un bene o un male.

Dopo aver lasciato a tutti il tempo di esplorare i due piani dell'edificio, il padrone di casa radunò l'intera comitiva nel salotto, pronto a quella che sarebbe stata di certo una guerra aperta fin da subito.

<<Bene gente, ora scegliamo le stanze>> disse e, di colpo, l'atmosfera si ribaltò; tutti scattarono sull'attenti e si lanciarono mirati sguardi complici, architettando piani silenziosi solo attraverso il contatto visivo. Ma lo sguardo che più di tutti bruciò sulla pelle di Jimin fu quello di Yoongi, che lui decise deliberatamente di non ricambiare.

Truth Untold || YoonMinDonde viven las historias. Descúbrelo ahora