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Rilessi per l'ennesima volta l'email di Janine, cominciando a pensare di aver battuto la testa la sera prima dopo aver fatto la doccia. Avevo scritto al mio ex capo il giorno prima di scoprire della morte di Lucy e Flash, e, dopo otto giorni passati ad aspettare una risposta, avevo perso le speranze. Invece, ecco qui tutto ciò che avevo desiderato.
Janine era rimasta molto delusa dal mio licenziamento qualche anno prima e aveva sempre fatto di tutto per convincermi a restare. Però non potevo. Proprio per questo motivo non mi aspettavo che mi rispondesse e che si dimostrasse così entusiasta nell'avere mie notizie dopo tanto tempo. Ovviamente non le avevo raccontato di ciò che era successo tra me e Dominic; le avevo solo accennato un po' della mia vita, esprimendole il mio desiderio di tornare a lavorare per lei. La mia era un'email abbastanza breve e diretta; la sua risposta, invece, era lunga e dispersiva, tanto che per un momento faticai a seguire tutte le parole. Janine aveva elencato tutto quello che era successo dopo il mio licenziamento: non aveva più trovato una persona come me e aveva cambiato diversi dipendenti ogni sei mesi, finché non aveva deciso di cominciare a fare quello che facevo io una volta. Nonostante per lei il lavoro fosse aumentato notevolmente, tutto andava a gonfie vele: le vendite del giornale erano aumentate in maniera esponenziale, Janine aveva assunto due nuovi giornalisti e aveva anche creato una rivista. Ed era esattamente qui che entravo in gioco io. Non si trattava di una semplice rivista di moda, bensì di una di letteratura che stava avendo un discreto successo in tutto lo Stato e che era pronta per essere venduta all'estero. Janine aveva bisogno di me proprio per questo progetto. Le serviva qualcuno in grado di leggere e recensire libri, saggi e poesie in modo da poter pubblicare gli articoli sulla nuova rivista. E lei voleva soltanto me. Così, quando nel testo dell'email lessi che mi avrebbe offerto uno stipendio pari al doppio di quello che avevo prima, decisi che avrei subito accettato.
Scrissi la risposta in pochi minuti, e dopo averla inviata un piccolo sorriso mi spuntò sulle labbra. Era piccolo e a malapena percettibile, ma era pur sempre un sorriso. Forse le cose stavano cominciando ad andare bene anche per me.
Spensi il portatile e, quando lo chiusi, lo sguardo mi cadde sul cartone della pizza che avevo ordinato la sera prima. E la pizza mi ricordò quando ne avevo divisa una con Trevor nel suo studio. E ricordare quel giorno mi fece pensare soltanto ad una cosa: Trevor. Non lo vedevo o sentivo da diversi giorni e quel silenzio mi stava torturando. Qualche volta lui era solito mandarmi un paio di messaggi per sapere come stavo, ma da quando ci eravamo baciati non si era più fatto sentire. E la cosa mi stava distruggendo. Non riuscivo nemmeno a capire perché stessi tanto male. D'altronde lo conoscevo da poche settimane ed era il mio psicologo, eppure lui mi faceva sentire bene. Quando ero insieme a Trevor mi dimenticavo quasi completamente di Dominic e mi perdevo in lui. Stavo attenta ad ogni suo gesto o sguardo, alle parole che mi rivolgeva, al tono che usava, nella speranza di cogliere un segnale. Qualcosa che mi dimostrasse che anche lui provava dei sentimenti nei miei confronti. Volevo di nuovo sentirmi in quel modo, ma non sapevo come fare.
Da quando avevo lasciato lo studio di Trevor, non avevo fatto altro che pensare a lui e a Dominic. Avevo paura di incontrare Dominic, ma temevo anche che Trevor non si sarebbe più fatto sentire. Ogni volta che questi timori si insinuavano nella mia mente perdevo il controllo: mi veniva la nausea, respiravo a fatica e mi bruciavano gli occhi a causa delle lacrime. Desideravo vedere Trevor e parlare con lui per sentirmi di nuovo bene. Se lui mi faceva provare sensazioni simili, come poteva dire di aver commesso un errore baciandomi? Io non vedevo nulla di sbagliato in quello che era successo. I miei pensieri autodistruttivi furono interrotti dal campanello, che mi fece sobbalzare sulla sedia. Mi alzai in fretta e andai ad aprire, trovandomi di fronte il dottor Barnes.
"Ciao, Haylee" mi salutò con voce un po' più alta del solito. Sembrava davvero felice di vedermi.
Mi scostai e lo feci entrare.
"Salve." Provai a ricambiare il suo entusiasmo, ma non ci riuscii.
"Come stai?"
"Bene, grazie" mi limitai a rispondere mentre prendevo due bicchieri dalla credenza e del succo di frutta dal frigorifero.
"Come procedono le sedute con Trevor?"
Perché mi aveva fatto quella domanda? Sapeva cosa era successo tra me e Trevor? Sapeva del bacio? Lui gliel'aveva detto? Rivolsi un'occhiata confusa al dottor Barnes, poi mi sforzai di sembrare naturale.
"Tutto bene. Lui mi sta aiutando molto." Ed era vero.
"Mi fa molto piacere. Trevor è uno dei migliori nel suo settore nonostante l'età."
"Davvero?" Allungai al dottor Barnes il bicchiere pieno di succo, che lui accettò con un sorriso.
"Assolutamente. Molte persone si rivolgono a lui per superare traumi."
"Allora sono stata fortunata."
Il dottor Barnes assentì, poi si guardò intorno con aria incuriosita. "Vedo che ti sei sistemata bene."
"Sì, ho aggiunto qualche foto e appeso un paio di quadri" spiegai, notando il suo sguardo vagare per le pareti.
"È tutto molto più accogliente. Prima, quando mia figlia abitava qui, la casa era molto spoglia. C'era solo il minimo indispensabile."
"Come mai?" domandai, approfittando del fatto che non stessimo più parlando di Trevor.
"Quando viveva qui viaggiava molto per lavoro, quindi non aveva tempo di dedicarsi alla personalizzazione della sua casa."
"Oh... Beh, con tutte le foto, i quadri e i soprammobili, ci ho pensato io per entrambe."
Il dottor Barnes mi guardò con aria seria per un istante, poi scoppiò a ridere. Ed era la risata più contagiosa che avessi mai sentito, ma non riuscii a imitarlo. Mi limitai a sorridere.
"Vedo che oggi sei in vena di battute" asserì il dottor Barnes tornando serio.
Aveva ragione, avevo davvero fatto una piccola battuta senza accorgermene, ma non riuscivo a capire come mai lui avesse riso così tanto. Non era divertente.
Soltanto in quel momento mi accorsi che c'era qualcosa di diverso nel dottor Barnes. Il suo viso era attraversato da un'espressione stanca e preoccupata, i suoi occhi erano più scuri del solito e le sue mani tremavano leggermente.
"Si sente bene?" gli chiesi, continuando a fissare le sue dita.
"Certo" rispose, nascondendole subito.
Ero quasi certa che ci fosse qualcosa di strano, ma decisi di non insistere. Lui era gentile con me e io non volevo essere invadente e maleducata.
"Prima che mi dimentichi," esordii andando a recuperare la borsa, " devo darle questo."
Aprii il portafoglio ed estrassi un assegno intestato al dottor Barnes.
"Che cos'è?" domandò confuso.
"L'assegno per l'appartamento." Non sapevo quanto poteva costare l'affitto in una zona come questa della città, ma avevo fatto un po' di ricerche e avevo scoperto che circa seicentocinquanta dollari erano la cifra giusta. Così avevo trascritto l'importo sull'assegno e lo avevo firmato.
"No, Haylee..."
"La prego. Mi ha aiutato molto e sta continuando a farlo. Voglio ricambiare" spiegai, allungando l'assegno nella sua direzione.
"Haylee, non posso accettare."
"Perché? È giusto che io paghi un affitto o qualcosa del genere siccome vivo in una casa di sua proprietà. Per favore, lo prenda. Mi farà sentire molto meglio."
Il dottor Barnes mi fissò a lungo, poi spostò la sua attenzione sull'assegno che avevo appoggiato sul bancone della cucina.
"Va bene," disse con uno sguardo pieno di senso di colpa, "ma questa cifra è troppo alta. Per i prossimi due mesi non pagherai l'affitto..."
"Ma come? Saremo al punto di partenza" protestai interrompendolo.
"Dopo questi due mesi ci accorderemo su un prezzo più giusto." Mi guardò con aria determinata e severa e io non potei fare a meno di accettare.
Il dottor Barnes si alzò e infilò l'assegno in tasca, poi si rivolse a me. "Sono venuto qui per dirti che per le prossime due settimane sarò fuori città, ma terrò sempre il cellulare acceso. Chiamami se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa."
"Lo farò, grazie."

Life - Ricominciare a vivereWhere stories live. Discover now