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Ero in Polinesia da ormai una settimana. Mi ero abbronzata parecchio, scottandomi anche la pelle i primi giorni, e avevo ricominciato a lavorare dopo aver comprato un nuovo computer portatile – avevo lasciato il mio a Waterbury, poi era vecchio ed era arrivata l'ora di cambiarlo. Mi ero rilassata in spiaggia, leggendo i libri che l'assistente di Janine mi inviava a giorni alterni; avevo passato anche molto tempo con Brad, Anaru e loro figlio, ma c'era una cosa che non avevo ancora fatto: surf.
Michael mi guardava con occhi poco rassicuranti. L'avevo visto sulla tavola diverse volte e, per avere solo dieci anni, era piuttosto bravo; io, invece, non riuscivo neanche a stare in equilibrio su un paio di pattini.
"Questa va allacciata alla caviglia e..." mi istruì Anaru.
"Senti, non penso che sia una buona idea. Il mio equilibrio è davvero pessimo."
Anaru rise divertito. "Per caso hai paura, ragazza di città?"
"Sì, decisamente. È l'oceano. Le onde sono enormi e là fuori ci sono gli squali." Indicai l'acqua alzando una mano tremolante.
"Non ti devi preoccupare. Ti farò cavalcare onde piccole, e per gli squali non c'è pericolo."
Le sue parole non mi confortarono affatto.
"Allora, sei pronta?" Michael ci raggiunse impaziente. Sottobraccio portava la tavola verde elettrico che aveva preso al centro commerciale. Era più piccola della mia, ma mi sembrava lo stesso enorme.
"Sì, andiamo" rispose Anaru al mio posto.
Brad era già in acqua, un po' al largo, seduto sulla sua tavola ad aspettare noi. O forse l'onda giusta, così l'aveva chiamata Michael. Quando ci vide entrare in acqua, si sbracciò salutandoci. Suo figlio lo raggiunse in pochi secondi, sdraiandosi sulla tavola e usando le braccia per nuotare.
"Mettiti come Michael" ordinò Anaru, porgendomi una mano.
L'afferrai per restare in equilibrio e mi sdraiai, premendo la pancia sulla tavola fredda.
"Brava." Mi lasciò la mano e si distese anche lui sulla sua. "Ora nuota con le braccia." Mi mostrò il movimento, che replicai iniziando a muovermi sull'acqua.
"Sei bravissima, Haylee" disse Brad quando lo raggiunsi.
"Aspetta a dirlo. La parte difficile deve ancora arrivare."
Mi sorrise con fare incoraggiante, poi la lezione vera e propria iniziò. Tutti e tre, a turno, mi spiegarono e mi mostrarono come alzarmi sulla tavola, mantenere l'equilibrio e piegare nel modo giusto le ginocchia. Non dovevo sbilanciarmi. L'importante era restare concentrati. Erano troppe cose da ricordare, almeno per me che non avevo mai fatto surf.
Dopo parecchio tempo di lezioni teoriche, si passò alla pratica. Anaru individuò l'onda perfetta per me, poi insieme la cavalcammo. O meglio, io ci provai, perché non riuscii nemmeno a mettermi in piedi sulla tavola che caddi in acqua come un fantoccio.
"Forza, riproviamo." Anaru mi aiutò a risalire sulla tavola e feci un altro tentativo.
Dovevo ammettere che come insegnante era davvero bravo: mi aiutava molto, mi incitava ed era parecchio determinato.
Riuscii a mettermi in piedi e a cavalcare un'onda per una decina di secondi al quinto tentativo. Ero davvero felice, anche se alla fine ero caduta lo stesso in acqua.
"Avete visto?" urlai appena riemersi in superficie.
Stavano venendo tutti e tre verso di me.
"Sei stata bravissima!" esclamò Michael, fermandosi a pochi metri di distanza. "Pensavo che non ci saresti mai riuscita."
Alzai gli occhi al cielo mentre muovevo le gambe per stare a galla.
"Vostro figlio sa essere davvero incoraggiante" dissi ad Anaru e Brad in tono ironico.
"Già. Lui e Brad si somigliano molto sotto questo aspetto." Anaru saltò giù dalla tavola e nuotò nella mia direzione. Brad e Michael lo imitarono subito dopo.
"Guerra!" gridò loro figlio, iniziando a schizzare acqua ovunque.
Mi portai una mano al viso per riparare gli occhi, mentre con l'altra cercavo di difendermi. Con uno slancio mi buttai verso Michael, ma due braccia forti mi afferrarono per la vita bloccandomi. Mi voltai appena in tempo per vedere Brad schizzarmi una grande quantità d'acqua direttamente in faccia.
"Questa me la paghi" dissi ridendo. Nuotai verso di lui, lo afferrai per il braccio e lo trascinai sott'acqua.
Quando riemergemmo, stanchi e con il fiato corto, scoppiammo a ridere tutti quanti.
"Dovresti farlo più spesso" esordì Anaru, mentre tornavamo sulla spiaggia.
"Cosa? Trascinare Brad sott'acqua?"
Lui rise divertito. "Beh, anche quello. È stato divertente. Però intendevo dire che dovresti ridere più spesso."
Aveva ragione. Ridevo poco. Anzi, non ricordavo nemmeno quando era stata l'ultima volta.

Life - Ricominciare a vivereWhere stories live. Discover now