•2장 Mark Tuan

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Il cielo era scuro, l'aria fredda e gocce di acqua danzavano piano nel vento. Rabbrividendo chiusi l'ombrello, entrando dentro l'edificio sospirando sonoramente.
«Iseol! Sbrigati!» Esclamò Jennie sulla soglia della porta della nostra classe. Annuii semplicemente e corsi dentro, dove mi aspettava il nuovo arrivato da Taiwan.
«Scusate il ritardo.» Dissi inchinandomi educatamente davanti al ragazzo dai capelli mori, che sorridendo sincero agitò le mani in aria.
«Va tutto bene!» Esclamò con una pessima pronuncia, facendomi sorridere genuinamente. Era così carino! La sua pelle era bianca come il latte, il suo viso magro e lungo, contornato dai capelli scuri e lunghi fino alle sopracciglia, gli occhi a mandorla erano piccoli e socchiusi in mezzo sorriso, quest'ultimo bianco e dritto.Era molto magro e alto nella media, il suo sguardo era dolce e sincero.
«Iseol!» Esclamò porgendomi una mano, che afferrai sorridendo.
«Hey Mark!» Risposi di rimando, sorridendo ancora a quel ragazzo tanto dolce. Jennie guardò entrambi con un sorriso a trentadue denti, poi saltellando si mise più vicino a noi. «Se vuoi posso stare io di più, così tu torni da Taehyung.» disse sorridendo. Aveva una cotta per Mark, e voleva passare più tempo possibile insieme a lui. Di rimando, però, il moro fece una faccia strana, guardando me e la mia migliore amica. Mise le mani dentro le tasche dei pantaloni blu della divisa scolastica e scuotendo la testa sorrise di nuovo.
«Ehm, per me va bene.» risposi distratta dal comportamento strano del nuovo. Ovviamente passare più tempo con il mio ragazzo mi piaceva, dato che a causa degli impegni di entrambi non avevamo molto tempo a disposizione. Jennie iniziò a battere le mani congelate contenta mentre il moro alzò un sopracciglio guardando verso me.
«Il vostro preside sa che ci sono alunni che svolgono il dovere più ore perché gli altri devono andare a vedere il fidanzato?» Disse all'improvviso, continuando ad incurvare in modo sincero le sue labbra. Io e Jennie lo guardammo un po' perplesse e lui fece spallucce. «Dico solo che Jennie è da più di due ore che lavora, perché abbiamo aspettato te, dovrebbe riposare adesso.» Continuò scompigliandosi i capelli e stirandosi le braccia. Jennie agitò le mani in aria imbarazzata, Mark invece la ignorò.
«Sì, hai ragione. Scusami Mark. Jennie puoi andare, tanto Taehyung passa a prendermi dopo.» Dissi sorridendo. Mark fece lo stesso, mentre lamia migliore amica, confusa quanto scocciata, annuii arrabbiata, prendendo la borsa ed uscendo dall'aula. Sospirai grattandomi la testa. Le avrei parlato l'indomani. «Con quale materia iniziamo? Sono sincero, non ho capito bene gli esercizi di coreano. Non riesco ancora ad applicare la grammatica.» Sorrise scuotendo la testa. Spostò una sedia dal tavolo e si sedette, poi ne spostò un'altra e m'invitò a fare lo stesso. Sorrisi togliendo la borsa dalla spalla, sedendomi accanto a lui e guardando il suo quaderno.
«Mark! Hai fatto un casino!» risi guardando tutti gli errori, girando le pagine del quaderno e sorridendo. Di rimando il moro incurvò le labbra, annuendo con insistenza e congiungendo le mani in preghiera. «Lo so, lo so! Ma tutto questo è così diverso, non so davvero che ho combinato.» Sospirò appoggiando la testa sulla mano, sconsolato.Misi una mano sulla sua spalla e lui alzò lo sguardo sul mio,facendo spallucce in modo adorabile.
«Ah, non preoccuparti! È normale, è pur sempre una lingua molto diversa dalla tua. Tempo al tempo.» Lo consolai, prendendo una penna rossa ed iniziando a correggere gli errori che aveva commesso. Il moro sorrise genuino, poi avvicinò la sedia verso di me e guardò gli errori. Ci fu un minuto di silenzio che ronzò nell'aria insistente. «Perché non mi racconti un po' di te?» Gli chiesi quindi a disagio, lasciando lo sguardo sui fogli del suo quaderno. Erano state poche le volte che ero rimasta da sola con lui, non gli avevo mai chiesto che mi parlasse di sé e lui aveva fatto lo stesso. Mark alzò la testa e si appoggiò sullo schienale della sedia, mentre io gli sorridevo alzando lo sguardo e concentrandomi poi di nuovo sugli esercizi.
«Ehm, mi farebbe piacere! Perdona però la mia pronuncia.» Rise stirandosi le braccia, sorridendo amaramente poi. «Allora, sono nato a Los Angeles il quattro settembre, giorno che mia madre ha sempre chiamato "miglior evento della mia vita" e mio padre"peggior disgrazia mai esistita". Sarò sincero con te, sono nato da un matrimonio combinato e sebbene mia madre si fosse innamorata, ad un certo punto, di mio padre be', lui non provava lo stesso. Non l'ha mai amata un solo secondo della sua vita e provava lo stesso per me. L'ha "tradita" spesso, anche se non sono sicuro di poter usare questo termine, alla fine, è pur sempre un matrimonio combinato, no?» Mi chiese amaramente. Dispiaciuta e pentita di avergli chiesto una cosa del genere alzai lo sguardo verso il suo e lo fissai in pena.
«M-Mark! Non devi raccontarmi tutto questo se non ti va.» Dissi posando la penna sul banco, guardando il suo sorriso amaro aumentare di ampiezza. Il moro agitò la testa, poi sorrise ancora.
«Ho deciso io di farlo! Se avessi voluto mentire avrei inventato la bugia della famiglia perfetta.» Fece spallucce. Lo guardai ancora dispiaciuta e rattristata, mentre lui sospirava. «E poi parlarne mi fa bene.» Continuò ammiccando. Sorrisi sincera e mi concentrai sul suo racconto, mentre lui si grattava la testa. «Beh, ti dicevo che non sono frutto di una notte d'amore, ma di affari. Mamma taiwanese, papà sudcoreano. La famiglia di mia madre in fallimento, quella di mio padre sempre più ricca. Ci siamo trasferiti a Jeju un anno dopo la mia nascita, ma ad un certo punto mio "padre" si è stancato della vita che stava vivendo con una persona che non amava e ha lasciato perdere. Io e mia madre siamo tornati a Taiwan, ma le cose non sono andate molto bene. Mia madre non ha trovato un buon lavoro e siamo quindi tornati qui. Le cose non vanno così bene neanche qui, ma molto meglio di prima sicuramente. » Sorrise. Lo ascoltai in silenzio, dispiaciuta per quello che aveva passato, e gli sorrisi amara.
«Mi dispiace Mark,vedrai che le cose si sistemeranno.» Dissi mettendo una mano sulla sua spalla. Lui sorrise sincero e annuì calmo.
«Ne sono sicuro.»Rispose. Sorrisi di nuovo ed andai per rispondergli, quando qualcuno bussò piano alla porta della nostra classe, distraendo entrambi. Ci voltammo verso la parte opposta e lo sguardo arrabbiato di Taehyung incontrò i nostri.
«Scusate il disturbo.» Disse con la sua solita arroganza, giocando con le chiavi della sua auto e facendo mezzo sorriso. Mark posò lo sguardo sul mio ragazzo, guadandolo serio e senza dire nulla, mentre io mi alzavo dalla sedia e recuperavo tutte le mie cose. «Colpa mia. Ci siamo messi a parlare della mia vita e il tempo è passato velocemente senza che capissi i miei errori.Scusami, Iseol.» Sorrise Mark. Gli sorrisi anch'io e misi la mia borsa in spalla, chiudendo la zip del mio giubbotto mentre lui si alzava anche e si metteva alla mia altezza.
«No, fa nulla! Faremo tutto domani. Ci vediamo Mark» dissi correndo verso il mio ragazzo, che guardò il moro con una certa riluttanza per qualche minuto, prima che mi seguisse fuori.

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Matrimoniocombinato*: matrimoni forzati.

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Hey guys, I'm back!
Perdonami se non ho più postato, ma mi mancava l'ispirazione.
Ora è tornata e ho una super idea per questo sequel!
Perdonatemi ancora🙏🏾🙏🏾🙏🏾🙏🏾

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto mettendo una stellina e lasciando un commento.

💚💚💚💚💚💚

Il Diavolo vive a Seoul  |Kim Taehyung| [The Devil Wears Gucci Sequel]🍀Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt