•3상 Gelosia

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Taehyung accelerò il passo velocemente, facendomi alzare gli occhi al cielo.Uscì dall'edificio sbattendo la porta, poi con un colpo di chiave aprì la sua auto costosa e salì a bordo. Lo imitai e rabbrividii chiudendo lo sportello, mentre lui arrabbiato metteva in moto e partiva velocemente, senza degnarmi di uno sguardo o una parola.
«Seriamente, Taehyung?» Gli domandai sbuffando, mentre lui con il suo viso perfetto non distoglieva lo sguardo dalla strada davanti ai suoi occhi.
«Seriamente, Iseol? Cosa stavate facendo? Soli in classe voi due, a parlare della sua vita come se a te importasse?» Sbraitò arrabbiato, premendo sull'acceleratore un'altra volta e sbattendo gli occhi sempre più scocciato. Distolsi lo sguardo dal suo viso perfetto di cui ero tanto innamorata, guardando a mia volta la strada che passava velocemente davanti a noi ed appoggiando la testa sul finestrino. Se solo potessi tornare indietro nel tempo, cambierei ogni cosa. Invece, allora, non avrei mai immaginato che una cosa tanto grande sarebbe accaduta da lì a poco «Stavo solo cercando di essere amichevole con lui. È nuovo, non conosce nessuno.» Risposi sospirando, mentre lo guardavo con la coda dell'occhio fare mezzo sorriso d'accusa.
«Ti ricordi che hai un ragazzo o no? Cos'è questo per te? Solo un gioco? Volevi essere amichevole? A me ci pensi una volta ogni tanto?» Le parole del moro mi avevano tagliata in tanti pezzi, facendomi male al cuore. Chiusi gli occhi, nel tentativo di trattenere le lacrime, ed alzai lo sguardo sul suo.
«Mi spieghi perché fai tanto il geloso, se sai che non ti cambierei mai con nessuno? O hai solo voglia di litigare?» Gli domandai arrabbiata, sistemandomi la borsa in spalla e voltandomi di nuovo verso la strada. Taehyung rallentò di colpo, voltandosi verso di me e poi di nuovo verso la strada.
«Voglia di litigare? A me sembra tanto che quella sei tu. Sai benissimo che sono geloso! Così come lo sei stata tu l'anno scorso quando mi hai visto parlare con So-Yeon in ospedale, e a quei tempi noi non eravamo nulla!» Esclamò arrabbiato, fermandosi davanti la porta di casa mia e slacciandosi la cintura. Scocciata misi le mani tra i capelli e mi voltai verso di lui. Mi incantava sempre così tanto. I capelli mori gli stavano così bene che sembrava un angelo, la sua pelle bianca quasi da ceramica mi mozzava il fiato ed i suoi occhi sempre così profondi e belli mi toglievano il respiro. Era proprio bello. Bellissimo. L'avevo sempre considerato l'angelo più bello che esistesse con l'anima dannata. Il mio diavolo vestito di Gucci. Mi faceva male litigare con lui, ma di più mi feriva il fatto che non capisse che per me, oltre lui, non esisteva nessun altro. Che l'unica persona di cui ero innamorata era lui e che nessuno mai avrebbe preso il suo posto. Nessuno. Perché non riusciva a capirlo?
«Ti stai arrabbiando solo perché ho parlato con un amico!» alzai la voce arrabbiata, facendogli sbarrare lo sguardo.
«Hai fatto lo stesso l'anno scorso! Anch'io avrei considerato So-Yeon un'amica se solo non avessi fatto quella scenata in ospedale correndo via come una bambina!» gridò anche lui, voltandosi aggressivamente verso la parte opposta dalla mia.
«Perché stai parlando dell'anno scorso? Sai quanto mi ha fatto male e tu ne parli?» gli chiesi quasi ridendo, sfregando gli occhi che bruciavano dalle lacrime. Il mio ragazzo abbassò lo sguardo dispiaciuto mentre io agitavo la testa. Sapeva quanto male mi faceva parlare di quello che era successo l'anno prima, ma sapeva anche usarla come arma contro le mie debolezze, perché il dolore che avevo provato in quei giorni era stato così doloroso che a pensarci sentivo il cuore fermarsi. Pensare a Taehyung, ferito su quella strada colorata di rosso mi faceva ancora male, pensare che il suo cuore avrebbe smesso di battere se lui non fosse stato tanto forte mi toglieva ancora il respiro, e lui lo sapeva. Lo sapeva e lo usava contro di me.
«Ci vediamo domani.» Dissi uscendo dall'auto, mentre lui si passava una mano tra la chioma scura e sospirava. «Iseol...» gli sentii sussurrare prima di chiudere lo sportello, ma arrabbiata non lo ascoltai. Mi trascinai davanti casa mia ed aprii il portone.Con il cuore piccolo e le lacrime che mi rigavano la faccia posai la borsa a terra e mi precipitai in camera mia. Mi chiusi dentro e asciugai la faccia con la manica del mio maglione, quando il suono della notifica di un messaggio mi fece sobbalzare. Senza nemmeno la voglia di farlo presi l'aggeggio tra le mani e posai il telefono davanti agli occhi, leggendo il messaggio che avevo appena ricevuto e sorridendo mentre una lacrima mi rigava il volto.

TaeTae:
Scusami,lo sai che ti amo.

Il Diavolo vive a Seoul  |Kim Taehyung| [The Devil Wears Gucci Sequel]🍀Donde viven las historias. Descúbrelo ahora