14.상 Hong Kong

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Taehyung's pov

Appoggiai la testa sul finestrino della limousine nera e lussuosa di mio padre e guardai il paesaggio scorrere davanti ai miei occhi, scomparendo poi alle mie spalle così come era successo con tutto quello che mi ero lasciato a Seoul.
Il mio telefono continuava a vibrare e a squillare dall'altra parte del sedile, ma io non avevo il coraggio di prenderlo e leggere quello che Iseol mi stava scrivendo.
Non dopo quello che le avevo inviato due minuti prima.

Sospirai con la testa in tilt completo e con le mani che mi tremavano accartocciai la lettera che mio padre mi aveva mandato due giorni prima.
Quella che stava creando problemi ad un sacco di cose...
Prima di tutte la mia relazione con Iseol.

Ancora non riuscivo a capire perché mio padre mi avesse scritto di chiuderla con lei, ma stavo andando da lui per chiedergli spiegazioni.

E anche perché mi aveva chiesto lui stesso di andare in Cina...

Lo avevo lasciato a Jeju, adesso che ci faceva ad Hong Kong?

Con il cuore che pulsava dolorosamente nel mio petto per le crude parole che avevo rivolto ad Iseol e le mani che continuavano a tenere quei fogli come se fossero la cosa più orrenda che avessero mai toccato alzai gli occhi di nuovo sul paesaggio.

La città era bellissima, non c'erano dubbi.

I grattacieli erano altissimi e la città pullulava di gente dappertutto, nonostante fossero solo le tre di pomeriggio.

Il cielo appariva nebbioso e le strade erano colorate e piene di ristoranti e negozi.

Ma c'era qualcosa che non andava...
Nonostante la città fosse incantevole e avrei volentieri passato i miei giorni lì c'era qualcosa che mi turbava.

Che cosa era successo di tanto urgente e importante? Che voleva mio padre da me?
Perché se n'era andato dalla Corea?

Sospirai ancora.

La lettera di mio padre non era l'unica cosa che mi era arrivata.
Come Iseol anch'io avevo ricevuto dei bigliettini, che mi avevo agghiacciato parecchio... e ora l'avevo lasciata da sola, nonostante fossi a conoscenza del possibile pericolo che correva...
Ma non ero nemmeno io più sicuro di quello che stava succedendo.
Ero così confuso che non riuscivo nemmeno ad essere lucido.

La richiesta di mio padre mi stava mandando al manicomio...
Che c'entrava la mia relazione con Iseol?

Chiusi gli occhi sbuffando ancora all'ennesima chiamata da parte della ragazza e per tagliare via i suoi dispiaceri afferrai il telefono, guardando quel nome sul display che mi procurava tanti sorrisi prima della lettera, uscii la mia scheda telefonica dall'aggeggio e la ruppi in due parti.

Lasciai quei due pezzi ai miei piedi ed il telefono fece la stessa fine.

Dovevo chiudere tutti i rapporti.

<<Signorino Taehyung, siamo arrivati.>> disse l'autista distraendo la mia mente dai pensieri suicidi che la stavano attraversando, facendomi sistemare meglio sul sedile e sospirare ancora.

<<Grazie...>> risposi.

L'uomo di mezza età fece un cenno con la testa ed io sorrisi e andai per uscire, quando qualcuno da fuori mi precedette aprendo lo sportello da parte mia.

Alzai gli occhi sulla persona che l'aveva fatto e rimasi perplesso notando un ragazzo di qualche anno più grande di me in giacca e cravatta farmi cenno di scendere.

Il Diavolo vive a Seoul  |Kim Taehyung| [The Devil Wears Gucci Sequel]🍀Where stories live. Discover now