16. Bocca colpevole

4.3K 333 48
                                    


16
BOCCA COLPEVOLE


Chiunque può sbagliare;
ma nessuno,
se non è uno sciocco,
persevera nell'errore.
Cicerone



"Stai usando termini troppo difficili".

"Sto usando i termini giusti, Claudio".

"Beh, ci credo che non hai passato l'esame! Chi se le ricorda queste parole!".

Mario alzò gli occhi al cielo. "Io, se solo tu mi lasciassi studiare in pace".

"Ma se sono qui proprio per aiutarti", gli ricordò allargano le braccia con fare ovvio.

Claudio era a casa di Mario per - a detta sua - aiutarlo a studiare. Voleva che passasse l'esame e riacquistasse fiducia nelle sue capacità di ostetrico ed era certo che la sua presenza avrebbe potuto aiutarlo soprattutto perché lo spronava a dare il meglio di sé ricordandogli quanto valesse.

Negli ultimi giorni Mario si era infatti dimostrato sempre più nervoso e stressato. Diceva di non essere più sicuro di poter affrontare quel percorso perché l'esame fallito lo aveva mandato nel pallone.
Claudio non perdeva l'occasione per ricordargli quanto fosse bravo e quanto fosse stata importante la sua presenza in sala parto con sua sorella.

"Claudio tu non puoi aiutarmi perché queste cose non le sai, mica sei ostetrico!".

"Pietro hai sentito cosa ha detto Mario? Mica sei ostetrico, gnegne", lo imitò parlando con il bimbo che teneva in braccio.

"Claudio, davvero", sospirò, "ho bisogno di silenzio, devo studiare, l'esame di Ginecologia oncologica e patologia della mammella non si darà da solo, purtroppo".

"Ma come fanno a piacerti queste cose", disse quasi schifato, "sei sicuro di essere gay? Quando mi vedi nudo ti piaccio o ti eccita di più vedere le vagine dilatate?".

"Claudio!", lo ammonì il quasi ostetrico diventando rosso, "voglio far nascere i bambini, non c'entra niente tutto il resto", spiegò imbarazzato.

"Ok. Quindi ti eccito di più io",  controbatté il castano adagiando Pietro nella carrozzina.

"Claudio...".

"Mario...", disse avvicinandoglisi pericolosamente per poi abbassarsi alla sua altezza. "Oggi non mi hai ancora dato quello che mi spetta comunque".

"Nemmeno tu".

"Vero", concordò serio, "quindi ora rimedio e ti saluto come si deve" e gli posò le labbra sulle sue.
Nessuno dei due sapeva dire come e quando avessero iniziato a salutarsi baciandosi, eppure appena si vedevano - a patto di essere soli - si scambiavano un bacio.

Claudio una sera a casa da solo si era ritrovato a pensare a questa cosa e si era sentito come un adolescente alla prima cotta al punto da evitare di vedere Mario il giorno seguente per provare a ripigliarsi, totalmente sconvolto dalla presa di consapevolezza di questo fatto. Nota bene: non si ripigliò mai.

Si baciarono per qualche secondo senza cercare un contatto più ravvicinato, poi Claudio chiese accesso alla sua bocca e le loro lingue iniziarono a danzare insieme.

"Amo la tua bocca", gli fece sapere direttamente lì sopra, e Mario arrossì per quella rivelazione, "ti bacerei in ogni istante".

"Anche io", rispose timidamente il più grande, riportandoselo vicino per unire nuovamente le loro labbra. Era stato talmente impegnato a studiare che quando Claudio era entrato a casa sua non gli aveva concesso nemmeno un sorriso, figuriamoci un bacio.

L'aria per me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora