11. Eccezioni

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11
ECCEZIONI


Si fanno regole
per gli altri
ed eccezioni
per sé.
Charles Lemesle



Mario si trovava in una condizione incerta fra l'essere sveglio e l'essere addormentato.
Non era ancora riuscito ad aprire gli occhi ma lentamente aveva iniziato a percepire le cose attorno a sé.

La prima cosa che notò fu che la sua schiena era premuta contro il muro fresco e che si sentiva come imprigionato in quella posizione.
Provò a portare leggermente avanti le gambe ed effettivamente apprese di essere rilegato in uno spazio piuttosto stretto del suo letto: qualcosa davanti a lui gli impediva di muoversi liberamente.

La seconda cosa che notò furono dei respiri oltre al suo. Era ancora in dormiveglia ma gli parve evidente di non essere solo in quella stanza.

Il terzo indizio arrivò quando iniziò a percepire qualcosa addosso a se stesso. Solo in quel momento si rese conto che per la prima volta in vita sua stava dormendo con qualcuno accanto.

Provò a stiracchiarsi quel tanto che riuscì, poi, ormai sveglio, aprì gli occhi sbadigliando.

La stanza era avvolta dal buio ma qualche raggio di sole filtrava lieve dalla tapparella permettendogli di scorgere ombre e sagome.

Subito si accorse del fatto che quel corpo solido che sentiva premuto addosso al suo era quello minuto di Pietro. Una sua manina era appoggiata al petto di Mario mentre, accoccolato addosso a lui, dormiva.

Mario sorrise e gli lasciò un bacio sulla testa.

Oltre al piccolo Pietro, poi, proprio di fronte a lui, si stagliava la figura di Claudio. Era rivolto con il viso verso il quasi ostetrico e anche le gambe erano allungate verso le sue, intrappolandolo tra lui e il muro.

Si morse il labbro inferiore intenerito ed emozionato da quella scena che sapeva tanto di famiglia e unione, poi in maniera del tutto automatica alzò un braccio e iniziò ad intrecciare le sue dita tra i capelli di Claudio, accarezzandolo dolcemente.

Claudio era bellissimo, di una bellezza senza eguali. Era ciò che di più meraviglioso Mario avesse mai visto e stentava a crederci di poterlo avere lì, nel suo letto, tra le sue cose, tutto per sé.

Sperava di potersi considerare presto il suo ragazzo, di poterlo presentare come suo primo fidanzato ai suoi amici. Magari grazie a lui sarebbe riuscito a confidare il suo piccolo grande segreto anche ai suoi genitori e poi glielo avrebbe fatto conoscere fiero ed orgoglioso. Sospirò sognante.

Claudio mugugnò appena muovendo la testa verso i movimenti della mano di Mario. Quest'ultimo sorrise e, in un impeto di coraggio, si sporse con il viso oltre a Pietro per depositare un piccolo bacio a fior di labbra su quelle piene di Claudio. Claudio aprì gli occhi di scatto.

Come scottato mise subito distanza tra se stesso e il quasi ostetrico tirandosi su a sedere, poi "cosa stavi facendo?" gli chiese serio, cercando l'interruttore della luce tastando a caso sul muro con le mani.
Quando lo trovò non ci pensò due volte ad illuminare la stanza e ad alzarsi in piedi, lo sguardo grave puntato addosso a Mario.

Mario si mise a sedere spostando un po' Pietro e, frastornato da quel risveglio burbero ed inaspettato, si limitò a scrollare le spalle completamente a corto di parole.

"Io e Pietro ci siamo addormentati qui senza accorgercene. Questo non significa niente. Dobbiamo andarcene", iniziò a blaterale il più piccolo, rivolgendosi più a se stesso che al quasi ostetrico, "io non dormo mai con nessuno e tu non farai eccezione. Voglio che ti sia molto chiaro Mario", gli si rivolse prima di prendere malamente in braccio Pietro svegliandolo e, nonostante avesse iniziato a piangere, adagiandolo nella sua carrozzina senza porgli attenzione.

L'aria per me Onde histórias criam vida. Descubra agora