32. Baci

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32
BACI


In un bacio saprai
tutto quello che
è stato taciuto.
Pablo Neruda



Erano passati due giorni dal loro confronto decisivo e Claudio non aveva più avuto notizie di Mario.

Aveva passato le ultime 48 ore a tremare per ogni minimo rumore fuori casa, anche il più impercettibile, con la speranza che potesse essere il quasi ostetrico, e il telefono costantemente sotto carica con la suoneria al massimo volume non suonava mai per la ragione giusta e tanto attesa.

Aveva squillato, però, per comunicargli una telefonata da parte dei carabinieri. Lo avevano invitato a raggiungere la caserma e lì gli avevano spiegato che ottenere per se stessi un'ordinanza interdittiva se non c'è querela di parte, né segnalazioni di terzi, è praticamente impossibile. Li aveva pregati di riconvocare Mario e insistere affinché dicesse la verità e solo con la promessa che ci avrebbero riprovato lasciò quel luogo spettatore della sua ammissione di colpa.

Al suo rientro aveva poi trovato Cristiano e Pietro ad aspettarlo e, sebbene fosse stremato per tutti i recenti avvenimenti, li aveva accolti con un accenno di sorriso dopo tanto tempo di apatia.

Il suo amico lo abbracciò chiedendogli se stesse bene e Claudio, stupendolo perché Cristiano lo aveva lasciato solo qualche ora prima steso in un letto affetto da una specie di forma di mutismo, gli rispose che si sentiva un po' meglio perché aveva finalmente rivisto Mario dopo decisamente troppe settimane.

"Mi costa ammetterlo perché volevo cacciarlo quando è arrivato qui con la pretesa di parlarti, ma quel ragazzo ti fa proprio bene", gli aveva risposto sciogliendo poi l'abbraccio, e senza obbligarlo a raccontarsi oltre avevano passato la serata a guardare la tv con Pietro finalmente felice di nuovo tra le braccia di suo zio.

Mario invece era tornato a casa frastornato, l'idea che Claudio potesse provare qualcosa per lui a fargli battere il cuore all'impazzata ma anche a farlo impazzire e il peso e la portata del suo passato a fargli scoppiare la testa.

Aveva atteso impaziente l'arrivo di Giulio per raccontargli dell'autodenuncia di Claudio e per chiedergli qualche consiglio ma il suo coinquilino, in realtà, non gli fu molto d'aiuto perché lo invitò a fare ciò che più riteneva giusto, dimostrandosi però stupito in positivo dal gesto di Claudio e felice dalla sua dichiarazione nei confronti di Mario perché, dentro di sé, aveva sempre saputo che il sentimento che legava quei due non potesse essere unicamente unidirezionale.

Il giorno seguente aveva dovuto affrontare Lorenzo. La sola idea di vederlo dopo aver trascorso ore intere con Claudio dopo che aveva avuto un orgasmo per mano sua lo faceva sentire sbagliato. Affrontarlo, invece, fu meno drastico. Il moro non avanzò pretese nei suoi confronti dicendogli di aver capito che fosse "un ragazzo tormentato" - citando testuali parole - e che per questo avrebbe rispettato i suoi sbalzi d'umore provando a farlo tornare sereno. Come se la sua serenità, poi, potesse dipendere da lui! Mario non glielo disse ma sperò che lo capisse da solo.

Passarono il pomeriggio assieme in centro. Prima di salutarsi Lorenzo provò a baciarlo ma Mario si tirò indietro, sulle labbra ancora la sensazione di quel bacio accennato di Claudio a farlo sentire vivo.

Si videro anche il giorno dopo, che Lorenzo si era detto bisognoso di stare con lui e a Mario dispiaceva deluderlo ulteriormente. Raggiunse casa sua e in men che non si dica si ritrovò le labbra dell'altro pressate sulle sue. Lo allontanò con tutta la forza che aveva in corpo, la sensazione del bacio di Claudio ormai cancellata e sostituita, e attese che il moro, dopo averlo guardato dispiaciuto, gli desse una spiegazione.

L'aria per me Where stories live. Discover now