45. Cianuro

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45
CIANURO


Il dolore è il gran maestro
degli uomini.
Sotto il suo soffio
si sviluppano
le anime.
Marie von Ebner-Eschenbach



Ci sono dei giorni bui.

Giorni in cui tutto quello che hai e tutto quello che ami non ti basta.

Giorni in cui ti senti smarrito, perso, senza punti di riferimento.

Giorni in cui vuoi stare solo in silenzio senza nessuno attorno.

Nemmeno la tua persona vuoi accanto, perché credi di dover affrontare quell'oscurità da solo.

Avete presente?
Ecco.
Per Claudio, quel giorno d'autunno, era uno di quei giorni.

*

"Dannazione, perché non mi rispondi?", sbuffò Mario davanti allo schermo del telefono che segnalava l'ennesima telefonata andata a vuoto. Non poteva pensare che Claudio si fosse dimenticato di andare alla sua seduta al Centro per uomini che agiscono violenza. Si erano messi d'accordo solo il giorno prima circa il fatto che Mario lo avrebbe raggiunto a fine incontro, quindi non poteva proprio pensare al fatto che potesse essere una dimenticanza. Eppure era passata mezz'ora e ancora Claudio non era uscito da quello stabilimento e anche al cellulare non era reperibile. Che fine aveva fatto?

Mario sbuffò per l'ennesima volta e si decise a recarsi all'interno del Centro per chiedere delucidazioni. La ragazza al bancone all'entrata gli confermò che il castano quella mattina non si era presentato al suo appuntamento e, informato del fatto che non aveva avvisato nemmeno loro della sua assenza, iniziò ad agitarsi un po'.

Non era propriamente da Claudio sparire così, dal nulla e nel nulla.

Provò a richiamarlo ma ancora niente, così decise di provare a sentire se Cristiano, in qualità di suo migliore amico, sapesse qualcosa. Nel frattempo salì al volo nel primo pullman diretto verso casa Sona con una strana paura a pesargli nello stomaco. 

"Claudio è con te?", domandò a Cristiano non appena l'altro alzò la cornetta.

"No, perché?".

"Non mi risponde da tutta la mattina, dovevamo anche vederci ma non so che fine abbia fatto", parlò velocemente osservando Verona scorrergli sotto agli occhi dalla vetrata del bus mentre un piede dondolava su e giù senza sosta per l'ansia.

"Magari è impegnato con Pietro?", ipotizzò, "se vuoi provo a chiamarlo anche io, ma vedrai che non è successo niente", provò a tranquillizzarlo, "adesso devo proprio andare", Mario sentì una risatina familiare in sottofondo, "tu stai tranquillo".

"Oh", si imbarazzò appena, immaginando di aver interrotto qualcosa tra lui e Lorenzo che a detta di Claudio, da quella sera alla festa, si stavano conoscendo meglio, "certo. Scusami se ti ho disturbato".

"Non fa niente", ridacchiò, "ciao Mario", lo salutò riattaccando.

Così anche da quella telefonata non ne aveva ricavato nulla, se non la conferma palese che veramente quei due avessero iniziato una relazione o qualcosa di simile.

Scese dal pullman e percorse i pochi metri che lo dividevano da casa di Claudio quasi correndo, con la speranza di trovare il castano lì e soprattutto che stesse bene, poi aspettò davanti al cancello che qualcuno rispondesse al citofono. Dovette aspettare un pochino prima di udire la voce del più piccolo ma già così si sentì decisamente meglio.

L'aria per me Where stories live. Discover now