Capitolo 3

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(poco prima, contemporaneamente)

«Ma chi si crede di essere?! Adesso fa lui la vittima eh!»

Steve si stava allontanando il più velocemente possibile da dove si trovava poco prima, a passo di marcia.
Si sedette sul suo muretto, sbuffando esasperato e appoggiando la schiena contro la ringhiera. Chiuse gli occhi e inspirò con il naso, per poi buttare fuori l'aria dalla bocca.

Bucky gli si avvicinò trotterellando con un sorriso poco rassicurante.
Il biondo si voltò verso di lui, facendo una smorfia, stanco di quella situazione straziante.

«Ehi... C-come va?» gli chiese l'amico

«Secondo te?»

Rogers alzò il braccio, dopodiché lo lasciò cadere a peso morto sulla sua gamba.

«Ok ok... Domanda stupida.»

Rimasero in silenzio, poi Natasha si avvicinò a loro.

«Lascialo perdere Steve. È un coglione e vuole fare il prezioso. Aspetta che gli passi, quando vorrà, si scuserà lui. Dagli tempo.»

La Rossa si accovacciò davnti a lui, sorridendo gli dolcemente, cercando di rassicurarlo. Lui la guardò con gli occhi azzurri e limpidi come l'acqua, ricolmi di preoccupazione.

«E se finissimo in stanza insieme?! Non posso evitarlo per sempre!»

«In quel caso, proverai a parlargli tu.»

Gli sorrise nuovamente e, finalmente, si sentì rassicurato.

Calò il silenzio per qualche secondo, poi Bucky notò due ragazzi abbastanza spaesati.
Diede una leggera gomitata all'amico per attirare la sua attenzione e indico la coppia con il dito.

«Ehi, guardate là. Perchè non proviamo ad attaccare bottone con loro? Il più piccolo sembra essere il famoso "bimbo prodigio" di cui parlano tutti. Se avessimo bisogno di ripetizioni, lui ci tornerebbe utile.»

Il biondo seguì con gli occhi la direzione in cui aveva indicato Bucky e guardò dietro Nat, che a sua volta si girò.

«Si, buona idea.»

I tre si alzarono e si avvicinarono ai due sconosciuti. Il minore stava guardando il cellulare, nascosto sotto il braccio di quello più grande. Sembrava che lo stesse proteggendo da qualcosa, come fa una mamma iperprotettiva.
Erano entrambi dei bei ragazzi. Per i gusti di Steve, il più grande era davvero accattivante, così tese una mano verso di lui presentandosi.

«Steve»

«Wade»

L'altro ricambiò la stretta.
Aveva una presa molto forte e la felpa rossa gli stava stretta, mettendo in risalto i bicipiti delle braccia.
Non che Steve avesse qualcosa da invidiare, anzi. Wade era poco più basso di lui, gli arrivava si e no poco più in alto del naso.

«Lui è Peter»

«Ciao»

Il piccolo mise in tasca il telefono, sorridendo timidamente. I tre lo guardarono e ricambiarono il sorriso. Era davverk adorabile.
Prese parola Wade

«E tu dolcezza? Ti chiami...?»

Natasha lo guardò male, malissimo.

«Natasha Romanoff» rispose acida.

Incrociò le braccia la petto e spostò tutto il peso sulla gamba sinistra, squadrandolo da capo a piedi. Bucky e Steve sgranarono gli occhi. Nessuno osava rivolgersi a Nat in quella maniera.

Wade tirò indietro la testa, come intimorito, facendo scivolare leggermente all'indietro il cappuccio.
Alzò entrambe le sopracciglia, stranito da quel comportamento improvviso. Nessuna donna gli aveva mai risposto così, di solito, cadevano tutte ai suoi piedi.
Pendevano tutte dalle sue labbra solo a esplorare i suoi occhi verdi smeraldo.

«Ah.»
Si limitò a dire

Dopodichè si rivolse a Bucky.

«E tu sei?»

«James, piacere.»

«piacere.»

Sorrisero entrambi.
Steve intanto osservava Peter. I loro sguardi si incrociarono per pochi secondi, in modo che uno potesse studiare gli occhi color cioccolato e l'altro, i due oceani del biondo. Fatto questo, il minore tornò ad abbassare lo sguardo, arrossendo.

Il più grande intanto, non smise di guardarlo e memorizzò ogni dettaglio. Arrivava poco più in basso della spalla di Wade.
I capelli erano castani, un castano chiaro che si avvicinava al colore del miele.
Sembravano morbidissimi e, come tutti i capelli di un normale adolescente, ribelli, pieni di ricci qua e là.
La stazza non era troppo imponente, ma non era nemmeno troppo magro. Era semplicemente... Atletico ecco.

Tornò poi a concentrarsi su Wade.

«Da dove venite?»

«Canada.» rispose il maggiore.

«Queens.» disse il più piccolo.

Chiaccherarono del più e del meno, finché non arrivò il pullman e si prepararono a salire.

Finalmente potevano mettersi in viaggio.
Avrebbero passato 3 ore senza fare nulla se non ascoltare della musica, quindi avevano già deciso i posti per far passare il tempo più velocemente.
C'era una fila da 3 sedili, lì si sarebbero messi Steve, Nat e Bucky. Nella corsia da 2 posti invece, Peter e Wade.

College/Stony/Where stories live. Discover now