Capitolo 19

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(Canzone consigliata: Back to You by Selena Gomez, verso la fine mi raccomando)

I primi giorni dopo l'assemblea d'istituto, (se così si può chiamare) passarono tra feste e allenamenti facoltativi per preparare maggiormente gli studenti. La settimana seguente, i festeggiamenti terminarono, tuttavia, le esercitazioni si fecero sempre più serie e complicate da eseguire, diventanto quasi un pericolo. I rischi aumentarono e, per la legge della proporzionalità diretta, anche gli infortuni. In media, in una settimana, circa 5 ragazzi su 10 finivano in infermeria, colpendo principalmente quelli del primo anno.
Pochi di loro decisero di partecipare, ma in molti ne uscirono malconci.

Quill fu uno dei tanti a ferirsi durante una scalata su parete, scivolando e tagliandosi profondamente il palmo della mano.

Oltre a lui, Pietro si scontrò con un alunno più grande, probabilmente del quinto anno, uscendone con un occhio nero dato che l'altro si difese dall'urto mettendo le mani avanti, colpendolo sul volto.

L'ultimo "grave" fu Wade che ruzzolò, durante una corsa notturna, in una piccola fossa abbastanza grande e profonda da fargli sbattere la testa contro un masso e rischiare di rompersi una gamba.
Peter decise di non partecipare agli allenamenti, così, si prese cura del più grande durante i primi tre giorni di incoscienza, finché non si riprese del tutto.

E con tre dei tanti feriti, vi racconto la fine di gennaio. Dopodiché cominciò, naturalmente, febbraio che passò molto più tranquillamente, eccetto per l'ultima sera; tutti gli studenti si sarebbero radunati nelle sale comuni per salutarsi a vicenda prima che venissero annunciati i nomi dei 10 ragazzi scelti per ogni classe.

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28/02 , ore 20.00

«Peter. Peter... Peter alzati! E dai che devi preparati! Rogers arriverà a momenti, non sei l'unico che deve farsi una doccia!»

Il sedicenne dormiva tranquillamente nel suo letto, quando un esemplare di Tony rompicoglioni Stark cercò di svegliarlo.

Il ragazzo si lamentò borbottando qualcosa con la voce ancora impastata dal sonno mentre si voltava dall'altra parte, verso il muro. Il moro lo guardò sbuffando.

«Coraggio Parker, datti una mossa che dobbiamo andare alla festa!» gli disse, scuotendolo nuovamente.

Il più piccolo si lamentò di conseguenza, sospirando parole indecifrabili con la testa ancora incastrata nel cuscino da cui uscirono solo versi strani e ovattati.

«Che hai detto?» chiese Tony, avvicinando un orecchio all'amico.

A quel punto Peter sollevò il viso dalla sua tana e, con ancora gli occhi chiusi, urlò in faccia a Stark la frase precedente.

«Ho detto non rompermi le palle e lasciami dormire, ok?!»

Detto questo, tornò ad abbracciare il cuscino e si rimise nella stessa posizione di prima.
Tony incrociò le braccia al petto, guardandolo sorpreso, con un sopracciglio inarcato.

«Wow. Qui qualcuno è un po' teso eh?
Chissà cosa avrebbe fatto Steve se ti avesse sentito» continuò lui, dandogli fastidio e sedendosi sul bordo del letto, spostando le gambe.

Peter mugolò qualcosa che, per ancora una volta, il moro non riuscì a sentire, così, quest'ultimo sospirò, roteando gli occhi in aria.

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