Capitolo 6

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Ore 13.00

«Tony... Tony?... Ehi bello?! Ci sei? Ci siamo fermati per una pausa»

Stark fissava il vuoto, con la bocca leggermente aperta. Era in uno stato di shock. Non capiva più nulla. Cercava di mettere insieme tutte le nuove informazioni che il suo cervello era riuscito a captare.
Le uniche che aveva al momento erano: Rogers; camera; e un terzo componente.

Improvvisamente ricordò.
Oh no. E adesso?
Era finito in camera con Rogers.
Cosa avrebbe fatto?
E poi, povero il ragazzo che si sarebbe sorbito le loro litigate e tutto quel disagio.
Si... perchè di litigate ce ne sarebbero state, sicuramente. Non avrebbero potuto tenere la bocca chiusa per un anno.

Clint lo stava scuotendo per le spalle, cercando di risvegliarlo da quello stato di trans.
Prima di ricevere la notizia, era convinto che avrebbe sopportato comunque il peso, ma adesso... Non ne era più tanto certo.

«Stark rispondimi. Vieni con noi si o no?»

«N-no. Rimango qua»

«Ok, fa come ti pare»

L'amico se ne andò. Era rimasto solo lui sul pullman. Gli altri erano scesi per mangiare qualcosa prima di ripartire.
Non poteva crederci, o meglio, non voleva crederci.
Lui e Rogers nella stessa stanza, ma scherziamo?!
Doveva fare qualcosa.

Pensò per un po', senza trovare un soluzione vera e propria, quindi decise di continuare con il piano originale.
Ignorarlo e trattarlo come se nulla fosse mai successo. Semplice.

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No no no no no no no... NO!
Non poteva crederci.
Non con lui.

Steve era seduto ad un tavolino dell'autogrill in cui si erano fermati, lontano da tutti gli altri, voleva isolarsi.
Ovviamente, anche lui, era sotto shock.

Si teneva la testa fra entrambe le mani, sfregando ripetutamente i capelli biondi.
Era stato messo in stanza con Stark e Peter.

«Povero Peter.
Lo traumatizzeremo a vita, passerà in suo primo anno nel disagio più totale.»

pensò

«Steve, dobbiamo andare.»

«Arrivo»

Bucky lo chiamò.
Doveva trovare una soluzione al problema al più presto.
Rimase a fissare il vuoto per qualche secondo, immobile, poi l'illuminazione.
Non gli avrebbe parlato. Ecco fatto.
L'avrebbe ignorato per un anno intero.
Certo, non sarebbe stato facile, nemmeno veloce, figuriamoci indolore.

Gli voleva bene da morire, per la verità, lo amava. Ovviamente lui non provava le stesse cose, era troppo impegnato ad essere popolare e poi doveva far pendere dalle sue labbra tutte le ragazze della città.

Si alzò, convito che il suo piano avrebbe funzionato, e camminò verso il pullman. Strinse i pugni.
Deciso allora, sarebbe rimasto duro e freddo come il ghiaccio.

Salì e si sedette sempre in mezzo ai 2 amici.

«Allora? Deciso cosa fare?»
domandò la rossa

«Si. Lo ignorerò»

«Ah... Ok»

Dal tono, l'amica era stupita dalla sua decisione e non sembrava molto convinta, ma decise di non immischiarsi.

Il resto del viaggio passò tranquillo.
Nat ascoltava la musica, mentre Steve e Bucky dormivano sereni uno sulla spalla del biondo, e l'altro appoggiato alla testa dell'amico.

In fondo al veicolo, Stark era stranamente silenzioso, mentre i ragazzi discutevano tra loro.

Il moro aveva preso, prima di ripartire, il posto di Thor. Voleva starsene un po' da solo.
La testa la lasciava ciondolare contro il finestrino e ad ogni sbalzo, sbatteva di nuovo, ma non gli importava.

Era stanco di quella situazione.
Non ci capiva più nulla.
Rogers lo faceva diventare pazzo.
Continuava a dirsi che doveva smetterla di pensare a lui, che doveva pensare alle ragazze e non ai maschi.
Agli occhi di suo padre era un fallito, si sentiva un fallito tutte le volte che lo guardava deluso dal suo orientamento sessuale.
Lo faceva sentire un disonore per la famiglia, lo faceva sentire sbagliato.

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Arrivo, ore 14.00

I 20 futuri collegiali scesero dal pullman e portarono con sè i bagagli, verso l'edificio.

Il primi 3 compagni di stanza, si diressero in segreteria e si fecero dare le chiavi della loro camera. La 114.

Ugualmente fece il secondo gruppo, dirigendosi alla stanza 120.

Poi toccò al gruppo di Bucky.
Prima di allontanarsi andò da Steve e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
Gi mise una mano alla sua spalla, cercando di abbassarlo, e si mise in punta di piedi.
Il più grande si abbassò volontariamente di qualche cm.

«Ehi, mi raccomando con Stark. Non fare cazzate»

L'altro rise, e gli rispose anche lui, sussurrando.

«E tu conquista Sam. Poi scopatelo»

Bucky arrossì.

«Cretino»

Se ne andò così e Steve lo guardò sorridente, vedendolo trotterellare verso "la sua cotta".

Dopodichè vennero poi consegnate le chiavi della camera 107 al quarto gruppo.

Clint prese le chiavi e si diresse insieme al compagno nuovo verso la stanza. Wade, prima di andare, si avvicinò a Peter.

«Se hai bisogno di me, sono accanto alla tua stanza. Capito baby boy?»

Intanto Rogers e Stark stavano prendendo le loro chiavi, lontani da loro e Peter ringraziò il cielo che non avessero sentito l'altro.

Il più piccolo guardò per terra, arrossendo.

«Ti avevo detto di no chiamarmi così, e poi so badare a me stesso»

«Ok ok. Ma attento, mi ha detto la rossa che quei due insieme sono una bomba a orologeria.»

«Si lo so»

«Vado. A dopo baby boy»

Detto questo, il più grande si dileguò prima che Peter potesse picchiarlo, non perché avesse paura o altro, semplicemente voleva infastidirlo.

«Smettila!»

Sia Steve che Tony voltarono la testa verso di lui e lo guardarono sgranando gli occhi.
Da quando lo conoscevano non aveva ancora parlato, figuriamoci urlare.

Peter indietreggiò imbarazzato e strinse ancora di più le bretelle dello zaino, come un bambino.

Il biondo rise.

«Tutto bene Peter?»

«Si, scusate»

Che figuraccia
Pensò il minore.

«Bene andiamo allora»

Il più alto tra i tre si mise davanti agli altri 2 e Tony cercò di mettere a suo agio il nuovo arrivato, presentandosi e parlando di scienza.

A Peter piacque subito. Finalmente qualcuno con cui parlare di scienza.
Fecero amicizia velocemente e da quel momento in poi, Stark lo prese sotto la sua ala.
Wade non avrebbe gradito affatto.







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